LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Sarah Irving

Henning Mankell, creatore del detective svedese Wallander e attivista per i diritti dei palestinesi e africani, è morto nella sua casa all'età di 67 anni. Nel primi mesi del 2014 gli era stato diagnosticato un cancro.

Molti appassionati di letteratura poliziesca ricorderanno Mankell più per i suoi romanzi di Wallander - racconti polizieschi scandinavi noir, il cui protagonista è un cinico e anziano  detective, ma una parte importante della sua eredità sarà anche il suo schierarsi per i diritti dei palestinesi.

Con un'educazione non convenzionale e a volte caotica, lo spirito politico di Mankell si è fatto vedere presto. Marinaio di nave mercantile a 16 anni, era a Parigi nel 1968 durante le rivolte di sinistra che sono una leggenda della politica radicale europea.

È stato attivista di sinistra in Norvegia durante gli anni '70, e negli anni '80 ha lavorato nel rivoluzionario Mozambico - un paese in cui è tornato regolarmente per tutto il resto della sua vita.

E la sua passione per la giustizia appare nei suoi romanzi che mettono in luce temi come il razzismo e la povertà.

Nel 2010, tuttavia, l'impegno di Mankell nei valori umanitari venne alla ribalta quando si unì alla Gaza Freedom Flotilla che fu attaccata dalle truppe israeliane che uccisero anche nove attivisti turchi.

Mankell non era su quella delle barche della Flottilla assalita più ferocemente dai commando israeliani, ma fu preso dalle truppe israeliane e deportato in Svezia.

Data la sua notorietà in tutto il mondo, i suoi commenti e opinioni furono ampiamente riportati sulla stampa, compresa quella israeliana.

Pirateria

Criticava colleghi scrittori e intellettuali dicendo: "Devi agire, non solo con la scrittura, ma prendendo posizioni e agendo. Per me non puoi chiamarti intellettuale se tutto l'uso che fai delle doti intellettuali sta nel trovare scuse per non fare nulla. Il che è quello che purtroppo penso faccia un sacco di intellettuali".

Mankell ha dichiarato che nel momento dell'attacco alla flottiglia aveva creduto che "l'esercito israeliano fosse andato per commettere un omicidio."

Ha sottolineato che se l'obiettivo delle truppe israeliane fosse stato solo fermare la flottiglia avrebbero potuto prendere altre misure contro le navi stesse, piuttosto che attaccare passeggeri disarmati.

Ha raccontato di aver visto un "un uomo anziano dell'equipaggio" della sua barca che era "forse un po' lento", venire colpito al braccio con una pistola elettrica.

In un'intervista al tedesco Der Spiegel ha bollato le azioni israeliane come "pirateria e sequestro di persona."

Ha anche avuto il coraggio di bollare Israele come uno stato di apartheid. "Il collegamento fra l'Africa e la Palestina è il sistema di apartheid che gli israeliani hanno stabilito", ha detto agli ingenui intervistatori di Der Spiegel.

"Ho sperimentato in Sud Africa come è stato distrutto quel mostruoso sistema. Lo stesso mostro è resuscitato in Israele, solo in una forma diversa. I palestinesi sono cittadini di seconda classe. Quando vedo il volto odioso di questo apartheid devo fare quello che posso per distruggerlo. "

Sottolineando che lo Stato di Israele è stato fondato - con il dislocamento di centinaia di migliaia di palestinesi - nel 1948, stesso anno in cui è nato, Mankell dell'occupazione ha detto "mi ha accompagnato per tutta la vita."

"Reietto del mondo"

Prima di unirsi alla flottiglia Gaza 2010 aveva partecipato a festival di letteratura nella Cisgiordania occupata e visitato altre parti della Palestina.

Nel 2009 Mankell - che era stato direttore di un teatro in Mozambico – ha condotto un laboratorio teatrale per giovani a Jenin, nel quadro di PalFest festival di letteratura di quell'anno.

Mankell ha anche fatto leva sulla sua esperienza di aver partecipato ad un festival letterario a Hebron per confutare le affermazioni dei cronisti di Der Spiegel sul fatto che Israele sia una democrazia.

Ha descritto come - prima ancora di aver avuto il tempo di iniziare a parlare – il luogo dell'incontro sia stato chiuso dai soldati israeliani che, dicendogli "non ci sarà alcuna discussione", hanno messo fine all'evento.

In un articolo del 2011 per il quotidiano israeliano Haaretz, ha chiamato l'assedio israeliano di Gaza un "blocco illegale" e gli eventi sulla flottiglia una "tragedia greca".

Mankell ha anche sottolineato che Israele se la caverà alla grande con gli attacchi contro la società civile "fintanto che sarà protetto e finanziato dagli Stati Uniti."

Ha anche condannato il governo greco di avere a quell'epoca "venduto la sua anima nazionale a Israele", impedendo ad alcune delle barche della flottiglia di lasciare i suoi porti.

E ha criticato i media occidentali di non aver prestato "attenzione finché i commandos non hanno iniziato a uccidere la gente."

Ha anche respinto le accuse di farsi abbindolare dalle autorità di Hamas a Gaza. Come ha scritto nel suo articolo su Haaretz: "Che cosa viene prima, l'oppressione o la ribellione? Il blocco di Gaza non riguarda principalmente calcestruzzo, pannolini o medicine. Si tratta di dignità umana che Israele toglie a dei cittadini."

Lo stato di Israele è un "reietto del mondo", ha sostenuto.

Forse la cosa più toccante, anche se l'intervista di Der Spiegel è di cinque anni fa, è quando Mankell dice "Per me, il pensiero che questo conflitto esisterà ancora quando morirò, è insopportabile."

Purtroppo - per lui e soprattutto per milioni di palestinesi – è stato proprio quello il destino.

Fonte: Electronic Intifada

Traduzione di BDS Italia