La scorsa settimana 150 medici belgi si sono rivolti ai politici chiedendo loro di condannare con forza Israele per i crimini di guerra che sta commettendo nella striscia di Gaza e di dare concreta attuazione a questa condanna con l’embargo economico e militare. Come accademici, avvocati e giuristi sosteniamo pienamente questo appello. Non solo per ragioni morali, ma anche dal punto di vista giuridico.
L'attacco israeliano "Operazione Margine di Protezione" alla Striscia di Gaza non è una guerra, come alcuni media internazionali suggeriscono. Si tratta di una punizione collettiva, che è proibita dal diritto internazionale.
Possiamo parlare di guerra solo quando si tratta di due avversari uguali, e questo non è il caso. Dal 1967 Israele occupa sistematicamente e strutturalmente i territori palestinesi (come confermato in numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tra cui la risoluzione 242).
Barbarie
Due fonti di diritto sono particolarmente rilevanti per quanto riguarda l'attacco israeliano alla Striscia di Gaza, iniziato il 7 luglio 2014: il Diritto Internazionale Umanitario e i Diritti Umani Universali.
Nell’ambito del Diritto Internazionale Umanitario, la Quarta Convenzione di Ginevra (1949) ha un'importanza predominante e si applica a qualsiasi conflitto armato o di occupazione.
Un primo principio fondamentale del diritto internazionale umanitario afferma che le parti che si combattono dovrebbero fare una chiara distinzione tra civili e combattenti. I civili non dovrebbero mai essere bersaglio di eventuali attacchi. Secondo l’ONU l’80 per cento delle oltre mille vittime palestinesi degli attacchi contro la Striscia di Gaza sono civili. Molti di loro sono stati uccisi perché l'esercito israeliano non ha fatto alcuna distinzione tra obiettivi militari e civili, o l’ha fatta in modo insufficiente oppure ha preso di mira deliberatamente obiettivi civili. In media ogni ora un bambino viene ucciso in questa violenza. Anche ospedali, moschee e scuole sono bersagli.
La striscia di Gaza è una affollata prigione a cielo aperto, i palestinesi non sono liberi di entrare o di uscire e non hanno alcuna possibilità di fuggire o di cercare rifugio.
Un secondo principio fondamentale è quello della proporzionalità: il danno inflitto dalle operazioni militari dovrebbe essere proporzionale al vantaggio militare ottenuto. Anche questo principio è violato da Israele.
Israele viola non solo i principi del diritto internazionale umanitario, ma anche, e su larga scala, i diritti umani universali previsti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questa dichiarazione è stata voluta dalle Nazioni Unite dopo le atrocità e l'olocausto compiuti nella Seconda Guerra Mondiale: per evitare nuove forme di barbarie è necessario rispettare questi diritti fondamentali.
Nonostante questo, Israele ignora palesemente questi principi quando si tratta dei palestinesi. Molte delle violazioni dei diritti umani sono il risultato dell'occupazione in corso da decenni, e in particolare degli insediamenti israeliani illegali nei Territori palestinesi e della costruzione del muro.
In un parere consultivo del 2004, la Corte Internazionale di Giustizia ha condannato la costruzione del muro nel Territorio palestinese come illegale e ha riconosciuto "il diritto all’auto-determinazione" del popolo palestinese. Inoltre, il diritto internazionale prevede il diritto all’uso della violenza da parte dei paesi che subiscono un attacco diretto e non vieta l'uso della violenza da parte della popolazione che combatte per il suo diritto all'autodeterminazione.
Nel corso degli anni le Nazioni Unite hanno presentato decine di risoluzioni riguardanti Israele e la questione palestinese. Senza eccezione le risoluzioni condannano le politiche e le azioni di Israele. Nonostante ciò, Israele rifiuta di rispettare il diritto internazionale.
Chiara condanna
Israele viola il diritto internazionale attraverso l'occupazione che dura ormai da decenni, la costruzione continua di nuovi insediamenti illegali in Cisgiordania, il "muro dell'apartheid", ecc. Con questo grande attacco su larga scala alla Striscia di Gaza Israele commette crimini di guerra mentre il mondo sta a guardare. I leader politici e militari di Israele dovrebbero essere processati dinanzi alla Corte penale internazionale, ma Israele non riconosce il trattato. Tuttavia, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU potrebbe prendere l'iniziativa di portare Israele davanti alla corte.
Il diritto internazionale è chiaro, ma l'applicazione dello stesso risulta difficile. Pertanto sosteniamo le campagna mondiale per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS).
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU dovrebbe costringere Israele ad aprire le frontiere in modo che i camion con forniture mediche e altri beni di aiuto possano raggiungere la Striscia di Gaza.
Invitiamo le autorità politiche belghe ed europee a condannare apertamente e chiaramente le politiche israeliane e gli attacchi. Tutte le relazioni diplomatiche e commerciali con Israele dovrebbero essere sospese immediatamente e dovrebbe essere presa in considerazione l’applicazione di sanzioni. Il Consiglio di sicurezza e il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dovrebbero condannare fortemente Israele. Governi, aziende e università non dovrebbero più avere rapporti con Israele. Questo è ciò che si è fatto contro il regime di apartheid sudafricano. Solo in questo modo possiamo evitare di diventare complici di crimini di guerra e di violazioni dei diritti umani contro il popolo palestinese.
Fonte: De Morgen
Traduzione di BDS Italia