Il massacro in corso a Gaza ha portato alla luce il sostegno alla Palestina da parte di molti grandi artisti, musicisti e celebrità. Niente di nuovo. Infatti, ad ogni grande offensiva israeliana sembra crescere il numero di artisti che vogliono alzare la voce e schierarsi contro i crimini dello Stato d’apartheid [israeliano, ndt].
Ma esiste il sostegno, ed esiste la solidarietà. Ovviamente, entrambi sono i benvenuti. Esiste però una differenza tra l’esprimere lo sconcerto per i crimini contro l’umanità, e il rispondere, dall’esterno, alla chiamata di coloro che cercano di porre fine a quegli stessi crimini. Il pezzo musicale di seguito è un bel tentativo della seconda parte della frase precedente.
Ciò che colpisce di “Boycott Israel” e ciò che ha permesso di realizzare un lavoro di questo livello è l'internazionalismo di base che si incarna nella scaletta. Il pezzo è principalmente di Don Martin, che rappresenta un terzo del gruppo hip-hop norvegese Gatas Parlament, che per venti e più anni sono stati qualcosa di più o meno simile alla versione norvegese dei Public Enemy. Il compagno di band di Martin Elling Borgersrud ha una volta rivestito una carica pubblica come un membro della Red Electroral Alliance di estrema sinistra.
Questa canzone dispone anche di ciò che può essere ragionevolmente definito come un consorzio globale di famosi militanti hip-hop: il noto rapper peruviano-americano Immortal Technique, El Tipo Este del duo cubano Obsesion, il rapper parigino Tonto Noiza, e Tumi Molekane di Joannesburg. Come se si conducesse un solo coro globale, ogni artista rap nella propria lingua nativa.
In generale, ciò che impressiona è che l’intera canzone sia costruita intorno al tentativo di informare chi l’ascolta dell’appello palestinese al boicottaggio, al disinvestimento e alle sanzioni senza suonare come se fosse un volantino (anche se qualche volta ci va vicino).
I versi di Molekane sono molto forti, almeno tra i due pronunciati in inglese, se non altro per rispetto al riferimento della propria esperienza avuta con l'apartheid sudafricana e il suo loro parallelo con la Palestina di oggi.
Il campione che si sente alla fine è il famoso discorso “Come September” dell'autrice Arundhati Roy, tenuto nel Settembre 2002.
Fonte: electronicintifada.net
Traduzione: BDS Italia