Un inviato per diritti umani delle Nazioni Unite ha accusato Israele di politiche di pulizia etnica e di apartheid contro i palestinesi.
Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori Palestinesi, ha detto che Israele ha effettuato un “sistematico e continuato sforzo atto a modificare la composizione etnica di Gerusalemme Est.”
Falk, 82enne americano, ha detto che negli ultimi anni Israele ha reso più difficile per i palestinesi il soggiornarvi, incoraggiando la costruzione di nuovi insediamenti ebraici, illegali secondo il diritto internazionale.
Falk, professore di legge emerito alla Princeton University, ha detto che più di 11.000 palestinesi hanno perso il loro diritto di vivere a Gerusalemme dal 1996.
“L’11.000 è solo la punta dell'iceberg, perché molti di più si trovano ad affrontare eventuali sfide ai loro diritti di residenza,” ha detto.
Falk, ebreo, ha descritto le politiche israeliane come una costituzione di “inaccettabili caratteristiche di colonialismo, apartheid e pulizia etnica.”
“Ciò che si chiama occupazione è ora più ampiamente inteso come una forma di annessione, di incarnazione dell’apartheid, nel senso che c'è un doppio sistema discriminatorio attraverso la leggi, la concessione della protezione legale ai coloni israeliani e la sottomissione della popolazione palestinese ad una continua occupazione ed esistenza senza diritti,” ha detto.
Falk ha detto che "le realtà sul terreno" per il popolo palestinese sono peggiorate da quando ha preso il suo posto nel 2008. Falk dovrà dimettersi a fine mese.
Ha detto che gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est ostacolano l'esito dei colloqui di pace, in fase di stallo tra Tel Aviv e l'Autorità Palestinese.
"Ogni incremento atto ad ampliare gli insediamenti o ogni caso di demolizione di case [palestinesi, ndt] è un modo per peggiorare la situazione nei confronti del popolo palestinese e ridurre le prospettive che potrebbero avere esito dai presunti negoziati di pace.
"Ci sono altre ragioni per incoraggiare l'idea che è ancora possibile negoziare un accordo basato sul modello a due Stati, anche se gli osservatori più informati lo considerano altamente improbabile, alla luce dei cambiamenti che hanno avuto luogo durante il periodo di occupazione e delle prospettive del governo Netanyahu,” ha affermato.
Fonte: ibtimes.co.uk
Traduzione: BDS Italia