LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Le misure adottate da società e governi europei per limitare il commercio con gli insediamenti in Cisgiordania stanno riaccendendo gli antichi timori di Israele circa un più ampio boicottaggio economico in risposta al trattamento dei palestinesi.

A seguito delle critiche da parte di gruppi di attivisti in Olanda, Vitens, l'azienda olandese che gestisce l’acqua potabile, ha dichiarato questa settimana che sospenderà i propri rapporti con la compagnia idrica israeliana Mekorot a causa del coinvolgimento di quest’ultima nella Cisgiordania occupata.

In concomitanza con la decisione di Vitens, l'ente di promozione commerciale britannico, UK Trade & Investment, la scorsa settimana ha pubblicato delle linee guida per avvertire le aziende inglesi circa i rischi legati a rapporti commerciali con insediamenti israeliani, compresi “rischi di natura giuridica ed economica” e potenziali ripercussioni sulla “reputazione” delle aziende inglesi. Questa settimana è inoltre emerso che la Romania ha sospeso l’invio di lavoratori del settore edile in Israele fino a quando non vengano date garanzie che questa manodopera non sia impiegata in Cisgiordania.

Queste misure hanno fatto seguito alla pubblicazione da parte dell’Unione Europea delle linee guida che vietano la concessione di sovvenzioni comunitarie, prestiti o premi ad entità israeliane che si trovano in territorio occupato. I palestinesi stanno facendo pressioni affinché i governi europei emettano istruzioni per scoraggiare le proprie aziende dall’intraprendere attività commerciali con gli insediamenti israeliani in territorio occupato, in virtù dell’illegalità di questi ultimi secondo il diritto internazionale.

Queste decisioni sono state prese nella stessa settimana in cui venivano celebrati i funerali del presidente sudafricano Nelson Mandela, la cui morte ha riacceso in Israele il dibattito sull’apartheid e sul supporto da parte dei governi israeliani dell’epoca al regime razziale della minoranza dei bianchi in Sudafrica e sul confronto tra apartheid e l'occupazione israeliana dei territori palestinesi.

Mentre la maggior parte degli israeliani rifiuta fermamente il confronto tra apartheid in Sudafrica e le politiche israeliane verso i palestinesi, molti commentatori di diverso orientamento politico stanno esprimendo crescente preoccupazione circa la possibilità di un movimento di boicottaggio contro Israele simile a quello che a suo tempo indebolì il regime sudafricano verso la fine dell’apartheid.

Il giornale di sinistra Haaretz, in un editoriale pubblicato giovedì scorso, avverte dal crescente pericolo per Israele di essere soggetto ad un boicottaggio simile a quello che ha colpito il Sudafrica. All'inizio di questa settimana il ministro delle finanze, Yair Lapid, ha affermato che Israele potrebbe dover essere soggetto a "sanzioni" se i colloqui di pace con i palestinesi dovessero fallire.

“Non mi dilungherò qui sui tipi di sanzioni che Israele potrebbe subire, visto che non voglio suggerire idee ai nostri nemici", ha affermato il Ministro Lapid di fronte ad una platea di imprenditori riuniti domenica scorsa in una conferenza tenutasi a Tel Aviv. Lapid ha poi aggiunto: "Basti dire che i risultati [di tali sanzioni] sarebbero probabilmente estremamente gravi per il benessere economico di ogni cittadino israeliano."

Un alto funzionario israeliano ha detto al Financial Times che il governo sta preparandosi ad affrontare diversi scenari in caso Israele dovesse essere soggetto ad un maggiore isolamento economico e diplomatico. Israele sta intensificando i propri legami economici con la Cina, l'India e paesi dell'America latina a fronte delle crescenti tensioni con l'UE, che tuttora resta il suo principale partner commerciale.

Il movimento Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS), che promuove l’isolamento economico di Israele fino a quando quest’ultimo non porrà termine all’occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, ha accolto con favore le recenti misure adottate in Europa.

"I governi europei stanno rispondendo all’opinione pubblica e all'intransigenza di Israele con l’adozione di misure che limitino le possibilità per aziende e fondi pubblici europei di finanziare il mantenimento e l’espansione degli insediamenti israeliani” ha affermato Michael Deas, uno dei coordinatori europei del il Comitato Nazionale Palestinese BDS .

L'UE sostiene di essere contraria al boicottaggio di Israele, ma che tuttavia le proprie imprese e istituzioni sono tenute a rispettare il diritto internazionale, che non riconosce i territori palestinesi occupati come parte del territorio israeliano.

Il governo israeliano ha dichiarato che l’inasprimento delle norme dell'UE sta ostacolando gli attuali colloqui di pace e rendendo un accordo tra le parti meno probabile, a causa dell’irrigidimento delle posizioni palestinesi riguardo ai futuri confini dello stato palestinese sulla base dei confini del 1967.

Un portavoce del ministero degli esteri israeliano ha sottolineato che Mekorot, la società israeliana da cui Vitens ha preso le distanze, è coinvolta in un importante accordo idrico congiunto, conclusosi questa settimana, con i palestinesi e i giordani. In merito a questo punto, Vitens non ha fornito alcuni chiarimenti.

Le crescenti richieste di isolare Israele sono fonte di preoccupazione anche per gli Stati Uniti, il principale alleato di Israele. In un discorso tenuto lo scorso fine settimana a Washington, il segretario di Stato americano John Kerry ha espresso preoccupazione circa la "campagna ingiusta, ma anche inesorabile di delegittimazione di Israele nella comunità internazionale".

Fonte: The Financial Times

Traduzione di BDS Italia