LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Mahmoud Abbas, leader de facto dell’Autorità Palestinese di Ramallah, ha pronunciato la sua più esplicita dichiarazione di contrarietà al movimento globale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) verso Israele in solidarietà con il popolo palestinese.

I suoi commenti hanno provocato la dura condanna da parte di attivisti palestinesi ed internazionali.

E’ anche emerso che il rabbino capo del Sud Africa, che ha parlato all’evento commemorativo di Mandela, è un impegnato sostenitore della colonizzazione israeliana dei Territori Occupati, un negazionista degli abusi dei diritti umani dei palestinesi che ha vissuto in un’estremista colonia israeliana.

Abbas si oppone al BDS

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L’11 Dicembre, il giornale The Star ha riportato: “No, noi non supportiamo il boicottaggio di Israele,” ha affermato Mahmoud Abbas in una conferenza stampa in Sud Africa, in cui si trovava in visita per presenziare alla commemorazione di Mandela. [1]

“Ma chiediamo a tutti di boicottare i prodotti delle colonie. Perchè gli insediamenti sono nei nostri territori. E’ illegale. Ma non chiediamo a nessuno di boicottare Israele stesso. Abbiamo rapporti con Israele, abbiamo un reciproco riconoscimento.”

Non è chiaro cosa Abbas intenda con “reciproco riconoscimento.” Mentre Abbas e l’OLP hanno riconosciuto Israele, questo non riconosce uno Stato palestinese, né alcun diritto ai palestinesi e continua in maniera aggressiva a rubare terra palestinese.

“Dimentico” della lotta palestinese

Omar Barghouti ha riferito ad Electronic Intifada che i commenti di Abbas sono in conflitto “con il consensus nazionale palestinese, che ha fortemente sostenuto il BDS contro Israele fin dal 2005.”

Barghouti, uno dei fondatori del movimento BDS, ha sottolineato come Abbas stesse parlando a titolo personale.

“Non c’è partito politico, sindacato, ONG od organizzazione di massa palestinese che non supporti perentoriamente il BDS. Qualsiasi funzionario palestinese che manchi di un mandato democratico e qualsiasi reale supporto pubblico, quindi, non può pretendere di parlare in nome del popolo palestinese quando si arriva a decidere le nostre strategie di resistenza al regime israeliano di occupazione, colonizzazione ed apartheid,” ha affermato Barghouti.

L'appello civile palestinese al BDS invita “le persone di coscienza in tutto il mondo ad imporre massicci boicottaggi ed implementare iniziative di disinvestimento contro Israele, in maniera simile a ciò che è stato fatto contro il Sud Africa durante l’apartheid”, e non limita tali campagne ai soli prodotti delle colonie.

“Qualsiasi funzionario palestinese che oggi prende esplicitamente posizione contro il boicottaggio di Israele – in particolar modo in un paese come il Sud Africa, dove il partito al governo, i principali sindacati, Chiese ed altri gruppi della società civile hanno caldamente espresso il loro sostegno al BDS – mostra solamente quanto distante sia dalle aspirazioni per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza della sua stessa gente, e come sia dimentico della nostra lotta per i nostri inalienabili diritti,” ha aggiunto Barghouti.

Israele e la sua lobby sudafricana saranno particolarmente compiaciute di sentire i commenti di Abbas, che arrivano giusto poche settimane dopo che il Ministro degli Esteri del Sud Africa Maite Nkoana-Mashabane ha affermato che il suo paese avrebbe ridotto i propri rapporti con Israele.

Simile ai leader dei Bantustan

Salim Vally, portavoce del Comitato di Solidarietà con la Palestina in Sud Africa, ha riferito ad Electronic Intifada che i commenti di Abbas sono stati “shockanti” e che rappresentano un “attacco al movimento globale di solidarietà.”

Le parole di Abbas sono state “simili a ciò che i nostri precedenti leader dei Bantustan avrebbero detto e ciò ha il potenziale di disfare gran parte del lavoro del movimento di solidarietà, che è sostenuto dalla stragrande maggioranza dei sudafricani,” ha aggiunto Vally.

I Bantustans furono degli “Stati” indipendenti (solo nominalmente) creati dal regime segregazionista e guidati da leader ad esso subordinati per mascherare e legittimare il regime d’apartheid. “Mandela e il suo movimento hanno combattuto contro i leader dei Bantustan per tutta la loro vita politica,” ha affermato Vally.

Danneggia la lotta palestinese

Non è la prima volta che Abbas e l’Autorità Palestinese hanno cercato di danneggiare la crescente immagine del movimento BDS.

Nel 2010, l’Autorità Palestinese lanciò una campagna – che ebbe vita breve – che invitava i palestinesi a boicottare i prodotti degli insediamenti. Nonostante fosse da molti vista con gradimento, il suo vero obiettivo si rivelò essere il danneggiamento del più vasto movimento BDS.

Lo stesso Abbas prese parte a quella campagna, mentre al contempo invitava a commerciare con Israele. “Non stiamo boicottando Israele, perché abbiamo con esso accordi ed importazioni,” disse.

Il commercio con Israele porta direttamente beneficio alle élite palestinesi e all’Autorità Palestinese, che è totalmente dipendente dalla volontà israeliana.

Un sito web oramai defunto dell’Autorità Palestinese, presumibilmente destinato a incoraggiare il boicottaggio delle merci degli insediamenti, affermava infatti che "per quanto riguarda il commercio con Israele, il Ministero dell'Economia palestinese conferma di voler continuare la sua collaborazione così come è stato concordato nel vertice di Parigi nel 1994."

L’Autorità Palestinese guidata da Abbas è profondamente radicata nell’occupazione israeliana e  fa affidamento su Israele per gli armamentari da usare per reprimere qualsiasi forma di resistenza palestinese.

Giusto lo scorso Ottobre, Abbas si vantava  del lavoro che le forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese hanno compiuto per conto dell'esercito di occupazione israeliano.

“L’Autorità Palestinese ha raggiunto il 100% di successi nella coordinazione per la sicurezza con Israele,” affermò Abbas.

Abbas ha anche condotto una tenace campagna contro il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi.

I diritti dei rifugiati sono uno dei pilastri fondamentali dell’appello BDS.

Il rabbino capo (colono) del Sud Africa

Questa settimana, il rabbino capo del Sud Africa Warren Goldstein è stato uno degli oratori ufficiali alla commemorazione pubblica dell’ex presidente Nelson Mandela, lodando "la coraggiosa capacità di perdonare" del defunto combattente per la libertà, Mandela.

Risulta che Goldstein abbia conseguito la sua educazione in un scuola radicalmente religiosa in un insediamento israeliano su terra palestinese occupata. “Si è diplomato in Beth El Yeshiva, che ha fondato e che mantiene Arutz Sheva.”

Arutz Sheva, (che ha riportato questo), è un’organizzazione mediatica di estrema destra pro-coloni ed anti-palestinese.

Beit El è una colonia vicino a Ramallah nella Cisgiordania occupata. Beit El Yeshiva (altrimenti scritta anche come Beth El) fu fondata nel 1977 da coloni ebrei estremisti provenienti dalla scuola religiosa di Mercaz Harav di Gerusalemme.

Secondo Haaretz, “le basi per le colonie religiose in Cisgiordania furono create in Mercaz Harav,” ed è da lì che partirono i primi coloni alla volta della colonizzazione dei Territori Occupati dopo la Guerra del 1967.

Beit El Yeshiva fu stabilita con il supporto dell'esercito di occupazione israeliano, che fornì abitazioni per i coloni su una delle sue basi militari.

Lo scorso Sabato, lo studente palestinese Wajih Wajdi al-Ramahi, 14 anni, è stato colpito a morte da un cecchino israeliano. Secondo il padre del ragazzo,  gli spari che hanno ucciso suo figlio sono partiti dalla torretta di guardia di Beit El, che sovrasta l’adiacente campo profughi di Jalazone dove la famiglia vive.

Negazionista dell’occupazione

Attenendosi agli insegnamenti estremisti di Beit El Yeshiva, lo stesso Goldstein ha preso forti posizioni anti-palestinesi. Ha perfino negato l’esistenza dell’occupazione.

“La non verità è l’accusa dell’illegale occupazione delle terre arabe,” scrisse Goldstein in una lettera all'arcivescovo Desmond Tutu.

Definendo il Vice Ministro degli Affari Esteri sudafricano Ebrahim Ebrahim “non idoneo a presiedere un pubblico ufficio,” Goldstein ha preteso le sue dimissioni, riguardo il sostegno del governo sudafricano ai diritti dei palestinesi.

Goldstein ha perfino accusato Ebrahim di “censura e controllo dell’informazioni con modalità d’apartheid” per aver invitato i sudafricani ad evitare di visitare Israele a causa dei suoi abusi dei diritti umani.

In una recente intervista, Goldstein ha definito qualsiasi comparazione tra Israele e la sua occupazione e l’apartheid in Sud Africa come una “moderna calunnia del sangue.”

Baleka Mbete, presidentessa nazionale dell’African National Congress e padrona di casa della cerimonia della commemorazione di Mandela, non sarebbe d’accordo.

Lo scorso anno, Mbete dichiarò che il trattamento inflitto ai palestinesi da Israele era “di gran lunga peggiore dell'apartheid in Sud Africa.”

 

 

 

[1] L'articolo, che è apparso a pagina 24 dell'edizione serale dell'11 Dicembre, può essere controllato online cercandone il titolo "Palestinian head rejects boycott of Israel" su pressdisplay.com

 

 

 

Fonte: electronicintifada.net

Traduzione: BDS Italia