Unitevi alla Settimana globale di azione per chiedere sanzioni (dal 20 al 29 novembre) per fare pressione su stati e Nazioni Unite affinché impongano sanzioni legali a Israele.
A settembre, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione storica, chiedendo agli stati e alle Nazioni Unite di imporre sanzioni contro Israele. Questa risoluzione ha affermato che la sentenza del luglio 2024 della Corte internazionale di giustizia impone a tutti gli stati di porre fine alla loro complicità con l’occupazione illegale e il regime di apartheid di Israele. 124 stati in tutto il mondo si sono impegnati a compiere i primi passi per imporre sanzioni. Il momento che diventi realtà è ora!
Per oltre un anno, abbiamo condiviso immagini, storie e i numeri crescenti e spaventosi dei palestinesi uccisi, bruciati, affamati, sfollati e malati durante il genocidio sempre più devastante contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza. Abbiamo chiesto più forte che mai che sia fatta pressione sugli stati e sulle istituzioni internazionali per adempiere al minimo indispensabile dei loro obblighi legali e porre fine alla complicità imponendo sanzioni legittime e mirate contro Israele.
È la complicità della “comunità internazionale” con il regime coloniale d’insediamento, di pulizia etnica e di apartheid israeliano, che dura da 76 anni, che ha dato a Israele ciò che il Segretario Generale delle Nazioni Unite chiama “totale impunità”, incoraggiandolo a perpetrare il primo genocidio in mondovisione contro il popolo palestinese indigeno.
Di fronte alle atrocità e ai crimini contro l’umanità di Israele, un numero crescente di stati ha iniziato a ascoltare l’appello palestinese di porre fine all’impunità di Israele, cedendo alla pressione dei movimenti di massa in tutto il mondo.
Alcuni stati hanno posto fine o declassato i legami diplomatici con Israele. Molti sono stati costretti a almeno proclamare di aver interrotto le esportazioni militari e i trasferimenti verso Israele, anche se le dichiarazioni politiche spesso non sono seguite nella realtà. Tribunali si sono pronunciati contro l’invio di armi in Israele. Le aziende multinazionali hanno posto fine ai piani di espansione e ai legami con Israele. A navi che trasportano armi destinate a Israele viene negato il permesso di attracco da un numero crescente di stati. sindacati, studenti, organizzazioni della società civile, collettivi culturali e accademici insieme a decine di milioni di persone di coscienza in tutto il mondo hanno organizzato e chiesto inesorabilmente sanzioni, embarghi militari, boicottaggi e disinvestimento contro Israele e società complici.
Tuttavia, l’Israele dell’apartheid continua il suo genocidio a Gaza e intensifica la sua violenza in Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, i suoi massacri in Libano e l’escalation di aggressione contro altri stati della regione. Anche se ha attaccato incessantemente le Nazioni Unite, uccidendo almeno 228 membri del suo staff e distruggendo le sue scuole, prendendo di mira le forze di pace delle Nazioni Unite in Libano con fosforo bianco e ora mettendo al bando l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente) nelle zone sotto il suo controllo, Israele rimane un membro delle Nazioni Unite!
Mentre la scioccante frantumazione del diritto internazionale da parte di Israele minaccia di spingere il mondo intero verso un ordine coloniale gestito dalla “legge del più forte”, non è sufficiente puntare il dito contro i partner occidentali di Israele nel genocidio. Gli stati di tutto il mondo devono farsi avanti e interrompere le proprie relazioni militari, commerciali, diplomatiche, accademiche, sportive e culturali con l’Israele dell’apartheid, come è stato fatto per isolare il Sudafrica dell’apartheid.
Unitevi a noi in una settimana di azione globale dal 20 al 29 novembre, subito prima della Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese delle Nazioni Unite, per fare pressione su stati e Nazioni Unite affinché intraprendano delle azioni di responsabilizzazione. Fate pressione sul vostro governo affinché ascolti l’appello unificato palestinese per le sanzioni e agisca:
- Supportando le richieste di sospendere Israele dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e di escluderlo dalle sedi internazionali.
- Imponendo un embargo militare bidirezionale, obbligatorio e completo contro Israele, che includa tutte le attrezzature militari e dual use, la ricerca congiunta e le partnership sul dual use e nell’ambito militare e industriale.
- Imponendo sanzioni legali e mirate, tra cui la fine delle relazioni diplomatiche con Israele, l’imposizione di sanzioni bancarie e finanziarie e sospensione degli accordi commerciali e di cooperazione con Israele.
- Negando assistenza o riconoscimento alla situazione illegale creata dalle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, anche attraverso un divieto completo di accordi commerciali che implicano la presenza illegale di Israele nei territori palestinesi occupati.
- Imponendo sanzioni mirate a persone fisiche e giuridiche complici, società e istituzioni israeliane e internazionali coinvolte nelle violazioni israeliane del diritto internazionale e dei crimini internazionali.
Ecco alcune azioni suggerite per la settimana di azione:
- Interrompere pacificamente i sostenitori del genocidio, i decisori del Governo e delle istituzioni statali che mantengono legami di complicità.
- Organizzare la spedizione di lettere/e-mail o altre forme di mobilitazione di massa per fare pressione su governo, ministeri competenti e/o parlamento perché rispondano a richieste riferite al contesto, utilizzando linguaggi accessibili.
- Organizzare incontri di sensibilizzazione con parlamentari e ministri, informandoli sui loro obblighi di porre fine al genocidio e all’apartheid contro i palestinesi. Materiali pertinenti per questi briefing sono disponibili qui.
Indirizzate il vostro dolore e la vostra rabbia verso un'azione collettiva significativa. Spingete il Governo a porre fine alla complicità con l’Israele genocida e lo ritenga responsabile dei suoi crimini contro i palestinesi e contro l’umanità in generale.
Mai più è ora!
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia