Come organizzazioni e gruppi palestinesi che rappresentano i contadini in lotta per il diritto alla terra e per la sovranità alimentare facciamo appello alle organizzazioni della società civile internazionale, affinché organizzino campagne e lavorino in maniera concreta per interrompere le relazioni commerciali agricole con Israele, che finanzia e fomenta la distruzione dell'agricoltura palestinese.
Per i palestinesi l'agricoltura è legata alla questione dell'identità palestinese, alla storia e alla resistenza all'occupazione illegale israeliana. I contadini palestinesi sono in prima linea ad affrontare l'impatto delle confische di terra, delle demolizioni e del furto di acqua da parte di Israele. I contadini che hanno ancora accesso alla terra e all'acqua affrontano sistematiche restrizioni e violenze. L'assedio a Gaza impedisce ai contadini di accedere alle attrezzature basilari, e rende quasi impossibile l'esportazione di prodotti freschi. Contadini e pescatori subiscono regolarmente gli attacchi dei militari israeliani.
Le società esportatrici israeliane di prodotti agricoli, come Mehadrin e Hadiklaim, partecipano alla colonizzazione israeliana della terra palestinese utilizzando l'acqua palestinese rubata, e coltivando prodotti per il commercio agricolo per l'esportazione sulle terre di insediamenti illegali nei Territori Palestinesi Occupati, da cui i contadini palestinesi sono stati cacciati. Queste aziende traggono profitto anche dall'assedio a Gaza.
Il crescente commercio internazionale con aziende che operano in ed esportano dalle colonie rafforza la possibilità per Israele di mantenere il sistema degli insediamenti illegali. Inoltre incoraggia e finanzia l'espansione di tali insediamenti, e l'esproprio continuo delle terre dei contadini palestinesi.
Facciamo appello alle organizzazioni ed attivisti/e impegnati nella difesa dei diritti umani e del diritto alla sovranità alimentare ad unirsi a noi nel costruire campagne mirate a porre fine al commercio dei prodotti delle colonie israeliane. La maniera più efficace di agire in questo senso è seguire l'esempio del supermercato Co-Operative nel Regno Unito, che nel 2012 ha deciso di tagliare le relazioni con qualsiasi azienda che commerci prodotti provenienti dagli insediamenti illegali di Israele. Desideriamo la fine di ogni commercio con le aziende agricole israeliane che sono complici con il sistema di occupazione, colonizzazione e apartheid di Israele.
Rilanciamo l'appello dell'importante organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq agli stati di "rispettare i propri doveri internazionali consuetudinarie, mettendo al bando i prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei Territori Palestinesi Occupati ". Poiché le aziende israeliane ingannano abitualmente governi e commercianti rispetto all'origine dei loro prodotti, e poiché ogni commercio con le aziende israeliane che lavorano con le colonie di fatto supporta e finanzia tali colonie, facciamo appello agli stati affinché considerino la possibilità di bandire il commercio con le aziende israeliane che esportano dalle colonie, o perché stilino dei principi affinché i rivenditori non commercino con tali aziende.
Rifiutiamo l'argomentazione secondo cui, poiché a volte ai palestinesi non rimane altra scelta che esportare i propri prodotti attraverso le aziende israeliane o lavorare negli insediamenti illegali, allora non vale la pena agire per mettere fine alla complicità internazionale con le violazioni dei diritti umani. Aiutarci a rompere le catene della dipendenza, tenendo responsabili le aziende israeliane e lavorando con noi per esportare ai mercati globali attraverso aziende socialmente responsabili che rispettino la legge, è la maniera più onesta ed efficace per contribuire alla nostra lotta ed al nostro sviluppo sostenibile.
Poiché il sistema alimentare globale è stato modellato sulla base dei ristretti interessi delle grandi multinazionali, milioni di contadini e membri di popolazioni indigene hanno affrontato lo sfruttamento e la distruzione delle proprie comunità. Esprimiamo piena solidarietà a coloro i quali stanno lottando anche per il diritto alla propria terra, per la libertà di prendere le proprie decisioni sulla produzione agroalimentare, sul commercio e sulla sostenibilità ambientale e sociale. Uniamo le nostre forze nella lotta contro l'occupazione e l'esproprio, e per la libertà, la giustizia ed l’uguaglianza.
Una relazione a sostegno del nostro appello è stata pubblicata e può essere scaricata qui.
Firme:
Agricultural Guiding and Awareness Society
Al Ahleya Society for Development of Palm and Dates
Al Sattar Garbee Association for Developing Countryside and Farmer
Applied Research Institute – Jerusalem Society (ARIJ)
Arab Center for Agricultural Development
General Union of Palestinian Agricultural Cooperatives & Peasants
Land Research Center
Palestinian Agricultural Relief Committees
Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee
Palestinian Farmers Association
Palestinian Farmers Union
Palestinian NGO Network
Popular Struggle Coordination Committee
Stop the Wall
Union of Agricultural Work Committees
Union of Palestinian Agriculture Engineers
Fonte: BDS Movement