LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Palestina Occupata, Sette anni dopo l'appello della società civile palestinese al boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele, la campagna globale BDS è diventata più forte, più diffusa, più efficace e certamente più varia che mai - un giusto motivo per la celebrazione da parte di tutti quei gruppi e cittadini di coscienza del mondo che hanno contribuito a questo successo. Tuttavia, l'intensificazione da parte di Istraele delle violazioni del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi, la minaccia diretta che Israele rappresenta per la libertà dei popoli in tutta la regione, e l'impunità di cui Israele gode tuttora sono motivo di riflessione e di un continuo raffinamento delle nostre strategie per diffondere ulteriormente il BDS e relegare Israele a paria del mondo, proprio com'era il Sud Africa sotto l'apartheid.

Grazie al movimento BDS, la lotta per i diritti fondamentali di tutto il popolo palestinese ha fatto un grande balzo in questi ultimi sette anni, raggiungendo un vasto pubblico e ottenendo risultati concreti nei principali paesi europei, Sud Africa, America Latina, India, mondo Arabo, Australia, Nuova Zelanda e anche Nord America. Sulla scia di un simile resoconto pubblicato per celebrare i cinque anni del BDS, il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC), l'ampia coalizione della società civile palestinese, ha messo insieme la seguente selezione di punti salienti che danno un assaggio della spettacolare crescita del BDS nel corso degli ultimi due anni.

 

La portata globale del movimento BDS è forse meglio evidenziata dalla edizione di quest'anno della Giornata Globale di Azione BDS che ha avuto luogo in 23 paesi e dal fatto che l'8a Settimana dell'Apartheid Israeliana (IAW) sia stata organizzata quest'anno in campus di 202 città di tutto il mondo, provocando il panico nel ministero israeliano della diplomazia pubblica, il quale ha sparpagliato 100 inviati in tutto il mondo per contrastare la IAW.

Il boicottaggio dei prodotti israeliani da parte dei consumatori e le campagne contro le imprese che esportano e vendono prodotti israeliani, in particolare quelli coinvolti nelle colonie illegali di Israele nei territori occupati palestinesi, hanno non solo aumentato la consapevolezza tra i cittadini in innumerevoli città di tutto il mondo, ma ha provocato un danno significativo alle complici compagnie israeliane:

  • Agrexco, l'ex più grande esportatore di prodotti agricoli di Israele, è stata messa in stato di liquidazione verso la fine del 2011, a seguito di una campagna di blocchi, manifestazioni, gruppi di pressione di supermercati e governi, boicottaggi popolari e azioni legali in oltre 13 paesi in tutta Europa. La campagna contro l'azienda è stata un fattore importante dietro la mancanza di interesse degli investitori per tentare di salvarlo.
  • La più grande cooperativa in Europa - il Co-Operative Group in Gran Bretagna - ha adottato una nuova politica per porre fine al commercio con le aziende che smerciano prodotti che provengono dalle colonie illegali israeliane, a seguito di una decisa campagna dei soci della cooperativa. Gli attivisti stanno lavorando per spingere altri supermercati ad adottare una posizione altrettanto ampia. Molti supermercati di tutta Europa già sostengono di non vendere i prodotti provenienti da colonie illegali.
  • Una campagna contro Ahava, la società israeliana di cosmetici situata in una colonia illegale israeliana, ha costretto la società a chiudere il suo negozio di punta a Londra e diversi rivenditori nel Regno Unito, Norvegia, Giappone e Canada ad annunciare il boicottaggio della società.

Ispirato dal ruolo fondamentale che le istituzioni accademiche israeliane giocano nello sviluppare la conoscenza e la tecnologia che sta dietro l'occupazione, la colonizzazione e l'apartheid israeliane, e nel pianificare e giustificare i peggiori crimini di Israele, le campagne di boicottaggio accademico si sono diffuse nei campus di tutto il mondo:

  • Segnando un precedente a livello mondiale per il boicottaggio accademico di Israele, l'Università di Johannesburg ha reciso i legami con l'università israeliana Ben Gurion nel 2011, dopo una campagna sostenuta dall'arcivescovo Desmond Tutu e da oltre 400 studiosi sudafricani.
  • Campagne contro le collaborazioni finanziate dall'UE con società private e università israeliane sono sorte nei campus in tutta Europa in risposta ad una richiesta da parte degli accademici palestinesi e della società civile.
  • I sindacati degli accademici nel Regno Unito ed in Canada hanno votato a favore di varie iniziative per sostenere la campagna di boicottaggio accademico. Ci sono anche campagne di boicottaggio accademico attive in India, negli Stati Uniti, Sud Africa, Irlanda, Cile, Brasile, Pakistan, e in molti paesi europei.

Perdendo rapidamente il sostegno in tutto il mondo e recentemente di nuovo votato come uno dei paesi visti più negativamente, Israele nel tentativo di coprire il suo sistema di colonizzazione, occupazione e apartheid attraverso la cultura è sempre più ostacolato da un boicottaggio culturale ben visibile:

  • Decine di artisti, soprattutto musicisti e cineasti, e scrittori si sono rifiutati di esibirsi in Israele o hanno cancellato i loro spettacoli in cartellone dopo la pressione del movimento BDS compresi Bono, Snoop Dogg, Jean Luc Godard, Elvis Costello, Gil Scott Heron, Carlos Santana, Devendra Banhart, Faithless, i Pixies, Cassandra Wilson, Cat Power, Zakir Hussain.
  • Molti artisti e altri personaggi della cultura dichiarano pubblicamente il loro sostegno al BDS: Roger Waters, Alice Walker, Naomi Klein, John Berger, Judith Butler, Etienne Balibar, Ken Loach, Arundhati Roy, Angela Davis, Sarah Schulman, tra gli altri.
  • Gli artisti israeliani che accettano finanziamenti da parte del Ministero degli Affari Esteri sono tenuti a firmare un contratto che li vincola a far parte dell'offensiva culturale israeliana nell'ambito delle pubbliche relazioni. Le proteste e le campagne contro le esibizioni finanziate dallo stato - come quelle della Batsheva Dance Company, dell'Israel Philharmonic Orchestra, del Teatro Habima e del Jerusalem Quartet, sono ormai comuni in tutta Europa e in Nord America, costringendo alcuni spazi culturali a difendere o a ritirare la loro decisione di ospitare i rappresentanti di Israele e persuadendone altri a non invitare più tali artisti israeliani finanziati dallo stato.

Nell'ambito strettamente correlato del boicottaggio delle manifestazioni sportive:

  • I 93 giorni che così tanto hanno colpito di sciopero della fame in prigione del nazionale di calcio palestinese Mahmoud Sarsak, arrestato e successivamente trattenuto senza processo da Israele nel 2009 durante il tentativo di lasciare Gaza per giocare una partita internazionale hanno portato alla richiesta per il suo rilascio da parte di superstar del calcio e della FIFA, la federazione internazionale. Club sportivi a Gaza e la leggenda del calcio Eric Cantona hanno criticato l'UEFA (l'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee) per l'assegnazione a Israele del diritto di ospitare gli europei under-21 di calcio nel 2013.
  • L'Associazione Egiziana del Gioco Calcio ha annunciato che le sue squadre nazionali non dovrebbero più utilizzare prodotti Adidas a seguito della sponsorizzazione della maratona israeliana Jerusalem Marathon che viola il diritto internazionale e tenta di coprire l'occupazione illegale israeliana di Gerusalemme. Richieste per il boicottaggio di Adidas sono state espresse dal Consiglio dei Ministri dello Sport Arabi e dal Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC).
  • La leggenda americana del basket Kareem Abdul-Jabbar ha annullato una visita pubblica programmata in Israele.

Le aziende, sia israeliane e che internazionali, svolgono un ruolo chiave nel facilitare l'apartheid israeliano. Campagne di disinvestimento stanno alzando il prezzo della complicità delle aziende con le violazioni israeliane del diritto internazionale e modificano gli atteggiamenti aziendali nel fare affari con Israele:

  • La multinazionale francese Veolia è stata presa di mira dal novembre 2008 a causa fornitura dei suoi servizi infrastrutturali negli insediamenti illegali, tra cui la Light Rail a Gerusalemme. Municipalità locali in tutta Europa e Australia hanno deciso di non aggiudicare contratti a Veolia per un valore di almeno 14 miliardi di dollari a seguito delle campagne BDS. Un numero crescente di amministrazioni comunali hanno attuato politiche per l'esclusione di Veolia nell'offerta di contratti locali. Diverse banche europee hanno disinvestito dalla medesima società. Veolia è stata costretta ad ammettere il danno causato dalla campagna BDS e successivamente ha annunciato l'intenzione di ritirarsi da alcuni progetti illegali israeliani.
  • Diverse banche europee hanno disinvestito da Alstom, uno dei partner di Veolia nella Light Rail di Gerusalemme. Alstom ha perso un contratto da 10 miliardi di dollari per la costruzione della seconda fase del progetto della linea ferroviaria saudita Haramain a seguito di una campagna di pressione coordinata.
  • A seguito di una campagna concertata negli Stati Uniti, Caterpillar è stata rimossa dal MSCI-ESG, un influente indice di investimento etico a causa dell'uso dei bulldozer e delle attrezzature per distruggere le case palestinesi. Ciò ha portato la TIAA-CREF, il colosso dei fondi pensione degli Stati Uniti preso di mira da un'ampia coalizione della società civile statunitense, alla rimozione della compagnia dai suoi Fondi Social Choice.
  • Il Parlamento europeo ha scelto di non rinnovare un contratto con G4S in seguito all'azione di gruppi di solidarietà palestinesi. G4S è una società di sicurezza privata contro cui la società civile palestinese ha chiesto di intervenire per aver stretto un contratto con il servizio carcerario israeliano e la sua conseguente complicità nella detenzione di prigionieri politici palestinesi.
  • Il fondo pensione governativo norvegese (Norwegian Government Pension Fund) e 12 altre istituzioni finanziarie europee hanno escluso Elbit Systems dai loro portafogli. Elbit è una società militare israeliana coinvolta nella costruzione del muro illegale israeliano.

Rispondendo alla crescente rabbia dell'opinione pubblica contro l'occupazione israeliana e la negazione dei fondamentali diritti dei palestinesi, un certo numero di governi ha iniziato a introdurre sanzioni contro Israele:

  • La Turchia e la Norvegia hanno entrambe annunciato la decisione di sospendere le relazioni militari con Israele e la Turchia sta portando avanti un'azione legale contro Israele per la sua uccisione di 9 cittadini turchi sulla Flotilla Freedom nel 2010. Anche Bolivia, Venezuela, Qatar, Mauritania e molti altri paesi ha agito in risposta all'attacco.
  • L'invito della società civile palestinese per un embargo generale militare di Israele è stato sostenuto lo scorso luglio dai vincitori del Premio Nobel per la Pace l'Arcivescovo Desmond Tutu, Mairead Maguire, Betty Williams e Adolfo Pérez Esquivel e gruppi della società civile di tutto il mondo che rappresentano milioni di persone.

La campagna Stop the JNF (fondo nazionale ebraico) è andata sempre più rafforzandosi, costringendo i leader di tutti i principali partiti politici del Regno Unito, compreso il Primo Ministro David Cameron, a terminare il loro patrocinio all'organizzazione, riuscendo a persuadere le autorità della città svizzera di Ginevra a dissociarsi dal JNF e col sostegno vincente di numerose organizzazioni.

Nel movimento sindacale, sanzioni guidate dai lavoratori e iniziative BDS sono diventate la principale forma di solidarietà con la lotta palestinese:

  • Principi e tattiche BDS sono state formalmente approvate dalle federazioni sindacali nazionali in Sud Africa, Regno Unito, Scozia, Irlanda, Norvegia, Svezia, Belgio, Paesi Baschi, Brasile e altri paesi in America Latina, oltre che da decine di sindacati nazionali e locali. La più grande federazione sindacale dell'Africa - ITUC-Africa - che rappresenta 15 milioni di lavoratori africani appartenenti a 56 federazioni sindacali ha abbracciato il BDS e il Congresso dei Sindacati Europei (European Trade Union Congress) sta attualmente prendendo posizione contro i prodotti provenienti dagli insediamenti illegali israeliani.
  • I sindacati stanno avviando campagne e azioni concrete, come ad esempio i blocchi eroici delle navi israeliane da parte dei lavoratori portuali in Sud Africa, Svezia e in California, le campagne perseguite nella regione di Londra dai sindacati marittimi, delle ferrovie e dei trasporti britannici contro la Alstom, a causa della sua complicità con un progetto infrastrutturale di occupazione illegale, e da parte del Sindacato Norvegese dei Dipendenti Comunali e Generali (Fagforbundet) contro Ahava e altre società complici delle violazioni israeliane del diritto internazionale.
  • Alcuni tra i sindacati principali, in particolare in Europa, stanno adottando misure di rottura con la Histadrut, l'organizzazioe sindacale israeliana che ha sempre svolto un ruolo centrale nel sistema israeliano di oppressione del popolo palestinese. Più di recente, Unison, il secondo più grande sindacato del Regno Unito con 1.3 milioni di soci, ha votato per riaffermare la sua posizione di netta rottura con la Histadrut.

A seguito di una richiesta di solidarietà concreta da parte dei cristiani palestinesi apparteneti a Kairos Palestine, le chiese di tutto il mondo hanno adottato azioni BDS:

  • Negli Stati Uniti, la società Quaker Friends Fiduciary (FFC) ha disinvestito 900mila dollari in azioni Caterpillar, a causa della vendita e fornitura di bulldozer a Israele, bulldozer utilizzati per violare i diritti dei palestinesi. L'unione mondiale delle Chiese Metodiste (United Methodist Church) e la Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti hanno entrambe invitato i propri membri a boicottare i prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali.
  • Nel Regno Unito, la Chiesa Metodista ed i Quaccheri in Gran Bretagna hanno recentemente invitato il governo del Regno Unito a vietare il commercio di prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali.
  • Nei campus universitari di tutto il mondo, il movimento studentesco in solidarietà con la lotta palestinese continua a crescere rapidamente:
  • In Nord America, gli studenti stanno sviluppando sofisticate e ampiamente supportate iniziative di disinvestimento nei campus, come per esempio le organizzazioni studentesche nella University of Regina e Carleton Colege in Canada e il National Movimiento Estudiantil Chícan@ de Aztlan (MECh.A), la più grande associazione dei giovani Latino-Americani negli Stati Uniti, e il governo degli studenti alla University of Massachusetts-Boston che hanno votato per sostenere il disinvestimento e le altre iniziative BDS. La prima conferenza nazionale BDS guitata da studenti negli Stati Uniti si è tenuta presso la University of Pennsylvania, all'inizio di quest'anno dopo il successo della conferenza nazionale degli studenti alla Columbia University lo scorso anno.
  • Gruppi BDS di studenti stanno crescendo in tutta Europa. Nel Regno Unito l'Unione Nazionale degli Studenti ha sostenuto campagne studentesche che sono riuscite a chiudere i rapporti tra le università e Ahava e la Eden Springs. L'Associazione degli Studenti alla Edinburgh University ha votato per terminare il suo contratto di collaborazione con G4S.

Con l'esplosione delle sollevazioni dei popoli in tutto il mondo arabo, nota come primavera araba, la massiccia solidarietà con i diritti dei palestinesi nei paesi arabi si è tradotta in sempre più efficaci campagne BDS, soprattutto in Libano, Giordania, Marocco, Qatar e Kuwait.

L'establishment israeliano è sempre più preoccupato dalla crescita del movimento BDS. Il presidente israeliano Shimon Peres ha recentemente fatto riferimento alla paura degli impatti del BDS come un motivo per "fare pace". Nel frattempo, i vertici aziendali israeliani hanno lanciato la loro "iniziativa di pace" per la paura degli effetti del BDS. Alcuni leader sionisti stanno cominciando a chiedere un cambiamento nelle politiche israeliane per paura del BDS. Il think tank di punta israeliano Reut Institute ha parlato del BDS come di una "minaccia strategica", spingendo il governo israeliano ad approvare una legge draconiana che vieta a qualsiasi cittadino il sostegno al BDS o a qualsiasi boicottaggio anche parziale. C'è il timore reale e crescente in Israele che esso stia diventando uno stato paria come lo era il Sudafrica una volta.

Sullo sfondo del continuo successo e delle reazioni da parte di Israele, non vediamo l'ora di lavorare con sindacati, ONG, gruppi religiosi, organizzazioni di solidarietà, movimenti popolari e persone di coscienza in tutto il mondo per continuare a diffondere il BDS come un efficace e moralmente convincente strumento a sostegno della lotta palestinese per i diritti globali. Israele se ne sta rendendo conto e così facciamo noi: il BDS si sta diffondendo e sta avendo un impatto significativo sulla occupazione, sulla colonizzazione e sull'apartheid israeliane, è il momento di spingere ancora di più per radicare l'idea dello stato di Israele come paria. Solo così i palestinesi riconquisteranno i loro diritti ed eserciteranno l'auto-determinazione; senza ciò non vi potrà mai essere una pace giusta e sostenibile in tutta la regione.

BNC Secretariat
Comitato nazionale palestinese BDS

Fonte: BDS Movement

Traduzione a cura di PalestinaRossa