LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Lettera aperta al Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso

Palestina Occupata. 7 luglio 2012

Caro Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso,

il Comitato Nazionale del Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni Palestinese (BNC), la più ampia coalizione della società civile, che comprende le più grandi organizzazioni palestinesi di massa, sindacati, reti ed Ong, sta scrivendo in vista della Sua visita in Israele, per esortarLa a trattenersi dall'avviare nuovi accordi o qualsiasi tipo di miglioramento delle relazioni tra l'Unione Europea ed Israele. Fare ciò equivarrebbe a dare la licenza alle serie infrazioni israeliane del diritto internazionale con le quali esso vìola i diritti del popolo palestinese, primo fra tutti il nostro diritto all'autodeterminazione. La continuazione degli "affari come usuale" impegno con Israele da parte dell'Unione Europea vìola anche gli stessi obblighi internazionali dell'Unione Europea. Ciò avviene al prezzo dei diritti dei Palestinesi e della posizione europea nella regione.

1. Contesto:

La Sua visita giunge nel momento in cui è sempre più riconosciuto che il perpetuarsi dell'occupazione israeliana costituisce, di fatto, un regime di colonizzazione e di apartheid. La popolazione della regione ha incominciato a rafforzarsi e non accetterà più a lungo un simile regime. Il Comitato dell'ONU sull'Eliminazione delle Discriminazioni Razziali (CERD) ha dichiarato nel suo ultimo rapporto che era "particolarmente scioccato" dalle politiche e pratiche israeliane di apartheid e segregazione razziale, in particolare ma non esclusivamente nei Territori Palestinesi Occupati. (1)

 

Il recente Rapporto del 2011 dei Capi Missione dell'UE su Gerusalemme ha espresso preoccupazione per il drastico deterioramento della situazione a Gerusalemme Est occupata, causato dalla politica ufficiale d'Israele d'impedire lo sviluppo dei Palestinesi e restringere la crescita della popolazione palestinese a non più del 30%. I Capi europei della Missione hanno esplicitamente raccomandato che l'UE prenda misure efficaci per assicurare il rispetto israeliano della politica europea e che sia fermata la sua attività illegale di colonizzazione.

2. Quadro legale:

L'UE sta venendo meno al suo stesso impegno in base al quale avrebbe condizionato i rapporti con Israele ai "diritti umani ed i principi democratici", come l'Articolo 2 del trattato di Associazione UE-Israele stabilisce che dovrebbe essere. La nozione che "un impegno positivo" tra UE ed Israele porti una significativa pressione su Israele perché questo si conformi al diritto internazionale ed agli standard di base dei diritti umani è completamente discreditata. L'eccezionalmente stretta relazione tra UE ed Israele, invece, incoraggia ulteriormente le violazioni israeliane dei diritti dei Palestinesi sanciti dall'ONU.

Alla luce dalla grave natura delle violazioni israeliane, l'UE ed i suoi stati membri hanno obblighi legali al di là di quelli dettati dalla IV Convenzione di Ginevra e dai trattati per i diritti umani. L'UE ed i suoi stati membri hanno il dovere di non riconoscere, aiutare o sostenere il mantenimento dell'illegale situazione creata da Israele, e di cessare tutte le attività che equivalgono a questo riconoscimento, aiuto o assistenza. Inoltre, l'UE ed i suoi stati membri devono cooperare per la fine delle gravi violazioni israeliane. Questi obblighi internazionali sono affermati nel JCJ Advisor Opinion del 2004. Rispetto a questi obblighi è essenziale se l'UE cerca effettivamente di promuovere la regola del diritto nella cooperazione internazionale. In fine, è legale per l'UE adottare sanzioni come un mezzo per porre fine alle gravi violazioni israeliane. L'UE può, quindi, sospendere o mettere fine all'Accordo di Associazione con Israele. Nella pratica, però, l'UE ha mantenuto una relazione eccezionalmente stretta con Israele. In questo contesto, l'UE è venuta meno al rispetto dei suoi stessi obblighi internazionali ed ha contribuito alla situazione nella quale Israele gode di impunità per le sue violazioni del diritto internazionale e per l'oppressione del popolo palestinese.

3. Raccomandazioni:

Alla luce di quanto sopra, la società civile palestinese, con molti sindacati europei, gruppi religiosi e partiti politici preoccupati per la giustizia e per la pace, si appellano all'UE perché sospenda l'Accordo di Associazione UE-Israele. Ci appelliamo all'UE anche perché si astenga da ogni aggiornamento o nuovo accordo di cooperazione con Israele.

Fino a quando l'UE ed i suoi stati membri possono e vogliono impegnarsi nelle misure richieste per compiere i propri obblighi internazionali, ci appelliamo a Lei perché assicuri, nel Suo ruolo di Presidente della Commissione Europea, che la partecipazione israeliana ai programmi dell'UE non risultino come riconoscimento, aiuto o sostegno del mantenimento dell'illegale situazione che è stata creata. In particolare, ci appelliamo a Lei perché assicuri che:

  • L' Accordo UE-Israele di Valutazione di Conformità e di Accettazione dei Prodotti Industriali (ACCA) non sia ratificato perché esso, nella sua attuale forma, permetterebbe di applicarlo agli illegali insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati ed alle compagnie implicate negli illegali insediamenti israeliani. L'accordo ACCA, inoltre, aumenterà l'accesso israeliano ai mercati farmaceutici europei, senza considerazione per le sue gravi violazioni del diritto internazionale. (2)
  • I gruppi israeliani privati e pubblici che vìolano il diritto internazionale nei Territori Palestinesi Occupati siano esclusi dalla partecipazione ai programmi di ricerca con i fondi dell'UE. Così le ditte locate negli insediamenti Ahava, DSL, Elbit System ed Israeli Aerospace Industries e le istituzioni statali come la Israeli Antiquities Authority, che partecipano alla costruzione e al mantenimento degli illegali insediamenti e dell'illegale Muro non possono avere in affidamento l'uso di risorse secondo gli obblighi legali della stessa UE .(3) A tali entità deve essere impedito di partecipare ulteriormente ai progetti del Settimo Programma Quadro (FP7), e future legislazioni o piani di ricerca dovrebbero proibire esplicitamente la loro partecipazione.

L'UE e la schiacciante maggioranza dei suoi stati membri riconosce Tel Aviv, non Gerusalemme, come capitale dello stato d'Israele. Quando Israele ha ospitato una conferenza dell'OECD, a Gerusalemme, un ministro anziano dichiarò che la decisione dei paesi di assistere alla conferenza era una dimostrazione a sostegno delle pretese d'Israele sull'intera città, inclusa la palestinese occupata Gerusalemme Est. (4) Noi Le chiediamo di non incontrare il Presidente Peres ed il Primo Ministro israeliano Netanyahu a Gerusalemme, dal momento che ciò costituirebbe un ulteriore sostegno a quelle pretese illegali.

L'UE può contribuire ad una giusta e risolutiva pace basata sul diritto internazionale soltanto se saranno cessate le complicità dell'UE con le gravi violazioni del diritto internazionale da parte d'Israele e la condanna europea degli atti illegali israeliani sarà stata tradotta in efficaci contromisure. La esortiamo a non compiere alcun passo che possa costituire un assenso verso le politiche e pratiche israeliane di colonizzazione ed apartheid contro il popolo palestinese ed a rivedere le relazioni esistenti in modo che esse ricadano all'interno dei parametri del diritto internazionale.

Profondamente preoccupati e con sincera gratitudine,

il Comitato Nazionale del Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni Palestinese. (BNC)

Fonte: http://www.bdsmovement.net/2012/barroso-letter-9186

Traduzione Comitato BDS Campania