La più grande organizzazione del mondo per i diritti umani riferisce che Israele sta commettendo atti vietati dalla Convenzione sul genocidio.
Amnesty International, la più grande organizzazione internazionale per i diritti umani, ritiene che, in base alle politiche, alle azioni e alle omissioni compiute dal 7 ottobre 2023, Israele stia commettendo un genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi nella Gaza assediata e occupata.
Amnesty si aggiunge ora agli stati, agli esperti delle Nazioni Unite e a migliaia di studiosi di diritto e storici che sono giunti alla stessa conclusione.
Nel suo rapporto, pubblicato oggi (il 5 dicembre, NdT), Amnesty ha rilevato che il regime israeliano di apartheid che dura da 76 anno, così come l'occupazione illegale e l'impunità di cui gode da lungo tempo sono un contesto cruciale per il genocidio.
La pubblicazione di questo importante rapporto ora, a 14 mesi dall'inizio del genocidio a Gaza da parte di Israele, sottolinea l'urgenza di agire per porre fine alla complicità. Il rapporto formula una serie di richieste agli stati, alle Nazioni Unite e alla Corte internazionale di giustizia, tutte in linea con l'appello palestinese unificato a "Sanzionare Israele ora!".
Soprattutto, Amnesty chiede agli stati di imporre sanzioni mirate e legittime a Israele, tra cui:
- "Sospendere immediatamente la fornitura diretta e indiretta, la vendita o il trasferimento, compresi il transito e il trasbordo, a Israele di tutte le armi, munizioni e altre attrezzature militari e di sicurezza, compresa la fornitura di addestramento e altra assistenza militare e di sicurezza".
- Utilizzare "tutti gli strumenti economici, politici e diplomatici a loro disposizione" per garantire che Israele cessi il genocidio, ponga fine alla sua occupazione illegale e che il suo regime di apartheid venga smantellato.
Il Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC), la più grande coalizione palestinese che guida il movimento BDS globale, accoglie con favore questo rapporto, nonostante il suo ritardo. Chiediamo ora ai membri e alle sezioni di Amnesty International di intensificare le pressioni sugli stati, le imprese e le istituzioni complici, affinché pongano fine alla loro complicità con il regime israeliano di colonialismo, occupazione militare, apartheid e genocidio. Per fermare il genocidio di Israele è necessario esercitare un'enorme pressione sui governi affinché impongano sanzioni significative contro Israele, a partire da un embargo militare e sulla sicurezza completo, come è stato fatto contro il Sudafrica dell'apartheid.
Risultati principali:
"Amnesty International ha riscontrato che Israele ha commesso atti proibiti ai sensi della Convenzione sul genocidio, vale a dire uccidere, causare gravi danni fisici o mentali e infliggere deliberatamente ai palestinesi di Gaza condizioni di vita calcolate per portare alla loro distruzione fisica". Ritiene che Israele abbia commesso questi atti con l'intento specifico di distruggere i palestinesi di Gaza in quanto tali. Conclude che Israele ha commesso un genocidio a Gaza".
Questa conclusione devastante è ulteriormente aggravata dalla constatazione di Amnesty che, in un periodo di indagine di nove mesi, non ci sono prove che le politiche, le azioni o le omissioni di Israele siano cambiate in modo significativo. Il rapporto evidenzia il contesto di oppressione sistemica di Israele, tra cui l'occupazione illegale, il blocco disumano di Gaza e il sistema di apartheid che impone all'intero popolo palestinese, compresi i rifugiati. Sottolinea inoltre la retorica disumanizzante e gli appelli genocidi alla distruzione da parte dei leader e dei decisori israeliani.
La comunità internazionale deve agire con urgenza per porre fine a questo sterminio deliberato e sistematico dei palestinesi e ritenere Israele responsabile dei suoi crimini di guerra, di crimini contro l'umanità e di genocidio.
Raccomandazioni agli Stati terzi:
"Adottare misure urgenti per porre fine a tutte le azioni israeliane a Gaza che equivalgono a un genocidio, anche assicurando come primo passo che Israele attui debitamente tutte le misure provvisorie ordinate dalla CIG dal 26 gennaio 2024".
"In linea con il parere consultivo della CIG del 19 luglio 2024, non fornire aiuto o assistenza per mantenere la situazione illegale creata dalla continua occupazione israeliana dei TPO, rafforzata da un sistema di apartheid, e cooperare per porvi fine".
"Sospendere immediatamente la fornitura diretta e indiretta, la vendita o il trasferimento, compresi il transito e il trasbordo, a Israele di tutte le armi, munizioni e altre attrezzature militari e di sicurezza, compresa la fornitura di addestramento e di altra assistenza militare e di sicurezza, alla luce del chiaro rischio che contribuiscano alla commissione di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale sui diritti umani, compresi crimini di diritto internazionale."
"Accelerare l'adozione di politiche adeguate e in linea con il diritto internazionale per garantire che le persone giuridiche private registrate nella loro giurisdizione cessino la fornitura di servizi, tecnologie e forniture militari utilizzate da Israele nelle sue operazioni militari a Gaza, e qualsiasi altra fornitura e servizio che contribuirebbe alle violazioni del diritto internazionale di Israele".
"Agire con urgenza per porre fine e perseguire una giustizia equa ed efficace e la responsabilità penale individuale per ogni presunto crimine di diritto internazionale, compresi i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e il genocidio, perpetrati a Gaza dal 7 ottobre 2023, esercitando la giurisdizione penale nazionale, universale o altre forme di giurisdizione penale extraterritoriale. Garantire che non esistano termini di prescrizione o altri ostacoli legali e politici per le indagini e il perseguimento dei crimini di diritto internazionale. Assicurarsi che non venga concessa alcuna immunità personale o funzionale dal processo o amnistia per tali crimini".
"Laddove esistano prove sufficienti, garantire che le autorità competenti conducano indagini e procedimenti penali in tribunali civili. Questo vale per le persone che rientrano nella loro giurisdizione, sulla base dei principi della giurisdizione universale e della nazionalità sia degli autori che delle vittime, compresi i casi di doppia nazionalità. Ciò dovrebbe comprendere gli autori potenziali di reati commessi come membri dell'esercito israeliano o dei movimenti dei coloni. Inoltre, cooperare proattivamente con altri stati che hanno avviato indagini a livello nazionale".
"Utilizzare tutti gli strumenti economici, politici e diplomatici a loro disposizione per garantire che le autorità israeliane attuino le raccomandazioni delineate in questo rapporto e garantire che il diritto internazionale sia al centro di tutti gli accordi bilaterali e multilaterali con le autorità israeliane, anche esercitando la dovuta diligenza per garantire che questi non contribuiscano al genocidio o ad altri crimini di diritto internazionale".
Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite:
"Imporre un embargo completo sulle armi a Israele.... L'embargo dovrebbe riguardare la fornitura, la vendita o il trasferimento diretto e indiretto, compresi il transito e il trasbordo, di tutte le armi, munizioni e altre attrezzature militari e di sicurezza, compresa la fornitura di addestramento e di altra assistenza militare e di sicurezza.
"Imporre sanzioni mirate, come il congelamento dei beni, contro i... funzionari israeliani maggiormente implicati in crimini di diritto internazionale, compresi quelli commessi nel contesto dell'offensiva israeliana su Gaza dal 7 ottobre 2023".
All'Assemblea generale delle Nazioni Unite:
"Adottare una risoluzione per ristabilire il Comitato speciale contro l'apartheid, originariamente istituito con la risoluzione 1761 (XVII) dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 6 novembre 1962, per concentrarsi su tutte le situazioni, compresi Israele e gli TPO, in cui viene commessa la grave violazione dei diritti umani e il crimine contro l'umanità dell'apartheid, e per esercitare pressioni sui responsabili affinché smantellino questo sistema di oppressione e dominazione."
Al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite:
"Sostenere pienamente il mandato e le operazioni della banca dati delle Nazioni Unite sulle attività commerciali negli insediamenti israeliani, ai sensi delle risoluzioni del Consiglio per i diritti umani 31/36 del 24 marzo 2016 e 53/25 del 19 luglio 2023, e chiedere che venga ampliata per coprire tutte le imprese commerciali coinvolte in qualsiasi attività all'interno degli TPO che faciliti le politiche e le pratiche di Israele come potenza occupante, che sono state giudicate in violazione del diritto internazionale dal parere consultivo emesso dalla Corte internazionale di giustizia il 19 luglio 2024".
Fonte: BNC