Dal 18 al 20 marzo si sono tenuti in Italia incontri con Omar Barghouti, tra i fondatori del movimento palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele.
La grande partecipazione, aule e sale affollate con posti in piedi, e i luoghi in cui si sono svolte, tra cui il parlamento, le università e le istituzioni, testimoniano la crescita della campagna BDS che sta diventando mainstream. Barghouti ha illustrato con chiarezza le ragioni e gli obiettivi della campagna, e i risultati ottenuti nei dieci anni dal suo lancio.
A Roma, Barghouti ha incontrato i sindacati dei metalmeccanici, FIOM-Cgil, già aderente al BDS, FIM-Cisl e UILM-Uil, per presentare la campagna BDS. Alla presenza dei segretari generali Landini, Bentivogli e Palombella, ha identificato le questioni sulle quali i sindacati possono dare un contributo: embargo militare, compresa la ricerca congiunta e la sospensione dell’Accordo di associazione UE-Israele.
Nel comunicato congiunto, i sindacati dei metalmeccanici riconoscono che la campagna BDS “si è dimostrata la principale forma di lotta non violenta per chiedere la fine della occupazione Israeliana e delle persistenti violazioni dei diritti umani della popolazione palestinese”. Nel comunicato, FIM, FIOM, e UILM dichiarano di aver “considerato con attenzione le ragioni e le proposte della campagna internazionale BDS illustrate da Omar Barghouti, pur valutando in modo differente la possibilità che le rispettive organizzazioni possano appoggiare iniziative di boicottaggio e disinvestimento economico verso imprese e istituzioni finanziarie coinvolte nella occupazione e colonizzazione Israeliana di territori palestinesi”.
Barghouti ha poi presentato la campagna BDS ad un incontro alla Camera organizzato dai Parlamentati per la pace. Presenti i parlamentari Marcon, Airaudo di SEL, Di Stefano del Movimento 5 Stelle, e Fassina e Tidei del PD. Barghouti ha di nuovo identificato le questioni più importanti attinenti alla loro funzione, l'embargo militare, la sospensione dell’Accordo UE-Israele, il divieto dei prodotti provenienti dalle colonie.
Più tardi ha partecipato ad un dibattito con contraddittorio organizzato dal sindacato studentesco Studenti alla Terza presso l’Università Roma Tre. L'interlocutore, Fabio Nicolucci, autore di Sinistra e Israele, ha dimostrato di non avere nessun argomento nel rispondere all’intervento preciso e documentato di Barghouti, e neanche alle tante domande del pubblico, che mettevano in discussione i suoi presunti “valori di sinistra” a seguito di affermazioni del tipo “il Muro non è un male in sé”.
A Torino, Barghouti ha partecipato ad un incontro pubblico organizzato dal Dipartimento Culture, Politica Società dell'Università di Torino in un'aula del Campus Einaudi, moderato dal prof. Roberto Beneduce, con l’adesione di Arci Torino, Centro Franz Fanon, Centro Studi Sereno Regis, Operazione Colomba e Pax Christi Campagne Ponti e non Muri. Oltre alle domande in stile “avvocato del diavolo” preparate per stimolare il dibattito, Barghouti ha risposto in maniera esauriente e lucida anche ai dubbi sul boicottaggio accademico espressi in un intervento video da Moni Ovadia, favorevole invece al boicottaggio economico. [FOTO]
L’utima tappa è stata a Bologna, dove Barghouti, insieme a Luisa Morgantini, ha partecipato ad un incontro pubblico presso il Palazzo Comunale e moderato dal Consigliere comunale del Pd Leonardo Barcelò, attivista di Assopace Palestina. Il pubblico, composto anche da molti giovani ha posto numerose domande sui rapporti dell’Unione europea con Israele e sulle campagne per porre fine alle complicità delle istituzioni con le violazioni israeliane del diritto internazionale. L'incontro era inserito nel calendario della Israeli Apartheid Week (Settimana contro l’apartheid israeliana) organizzata anche a Bologna. [FOTO]
Data la concomitanza con le elezioni in Israele, l’argomento è stato sollevato in tutti gli incontri e Barghouti ha commentato la vittoria dell'estrema destra in un’intervista su il manifesto. Altro argomento di discussione è stato il recente voto al parlamento sul riconoscimento dello Stato Palestinese. Secondo Barghouti, non è il voto in sé che ha importanza ma quello che viene dopo. Se non viene seguito da azioni come la sospensione della cooperazione militare, rimane solo un atto simbolico.
Con i recenti casi di censura nei confronti delle iniziative sulla Palestina, va sottolineato che, se pressioni sono state fatte per far annullare gli incontri, le istituzioni non hanno ceduto, consentendo lo svolgimento di un grande momento di approfondimento e di riflessione sulla questione del boicottaggio.
In tutte le città, Barghouti ha tenuto riunioni con gli attivisti, nelle quali ha ribadito la necessità di incentrare le forze su pochi obiettivi con campagne strutturate e a lungo termine e di tessere legami con altre lotte. Il tour di Barghouti è servito a mettere in primo piano la necessità di promuovere la pratica del BDS nella società italiana. Gli incontri affollati e partecipati hanno mostrato che soprattutto nei giovani esiste un desiderio di partecipazione con i quali il movimento BDS Italia deve misurarsi seguendo le linee del Comitato nazionale palestinese per il BDS.
BDS Italia