Mercoledì 21 maggio, giorno in cui il Papa accoglie i visitatori ed i fedeli in Piazza S. Pietro, alcuni attivisti della Rete Romana Palestina unitamente ad alcuni componenti della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio hanno consegnato a Papa Francesco, per il tramite dei suoi accompagnatori, una lettera scritta da Sabeel, Centro teologico per la liberazione ecumenica, e dalla associazione “Amici di Sabeel del Nord America.
Nella lettera, i promotori, 200 tra prelati cristiani, rabbini ed imam, della Palestina e del Nord America, richiamano l’attenzione di Papa Francesco in partenza per la Terra Santa, sulla occupazione israeliana e sul mancato rispetto dei diritti del popolo palestinese, ed in particolare sulla terribile condizione delle centinaia di bambini che ogni anno vengono imprigionati nelle carceri israeliane dove sono sottoposti a maltrattamenti disumani e degradanti e alla tortura. Invitano inoltre il Pontefice a richiedere esplicitamente e pubblicamente al Governo Israeliano di porre fine ai maltrattamenti ed imprigionamenti dei bambini, di rispettare il Diritto al Ritorno come stabilito dal Diritto Internazionale e riconosciuto dallo stesso Vaticano, e di porre fine all’occupazione della Cisgiordania, di Gaza e di Gerusalemme Est.
La lettera, che è stata sottoscritta da circa 6000 persone ed organizzazioni cristiane, chiede inoltre al Papa di esortare tutte le nazioni ad attivarsi ed agire perchè in Palestina sia fatta giustizia e sia applicato il diritto internazionale.
In precedenza la Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese unitamente alla Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, avevano inviato due lettere a Papa Francesco, una in occasione dell’incontro con Netanyahu e l’altra, più recente, in vista del viaggio che si compirà in questi giorni. Al suo viaggio Papa Francesco ha fatto un esplicito riferimento nel corso della udienza pubblica, dicendo che nelle sue finalità vi sono il raggiungimento della pace “in terra di Palestina”.
Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese
Comunità Palestinese di Roma e del Lazio
Di seguito il testo della lettera di Sabeel:
Sua Santità:
ci uniamo ai cristiani e alle persone di altre fedi in tutto il mondo che lavorano per la pace e la giustizia in Terra Santa.
Sua Santità è sicuramente a conoscenza delle cause profonde del conflitto e dell’ingiustizia in Terra Santa: l’occupazione israeliana e la negazione dei diritti del popolo palestinese. Mentre si prepara per il viaggio in Terra Santa, vorremmo portare alla sua attenzione in modo particolare la sofferenza dei bambini palestinesi. L’Unicef ha recentemente pubblicato un rapporto (“Children in Israeli Military Detention”) che descrive il trattamento subìto da centinaia di bambini palestinesi, perseguiti ogni anno nei tribunali militari israeliani. Basandosi su più di 400 testimonianze giurate, l’Unicef conclude che «il maltrattamento dei bambini che entrano in contatto con il sistema sembra diffuso sistematico e istituzionalizzato ». I trattamenti documentati dall’Unicef includono terrificanti blitz notturni, l’uso di bende sugli occhi e di manette, nonché l’abuso fisico e mentale sistematico di bambini anche di 12 anni. L’Unicef conclude che «in nessun altro Paese ci sono bambini sistematicamente giudicati da tribunali militari minorili che, per definizione, non garantiscono il necessario rispetto dei loro diritti».
Le preoccupazioni sollevate dall’Unicef non sono nuove e sono state documentate da molti anni da avvocati israeliani, palestinesi e internazionali, così come da altre agenzie delle Nazioni Unite e ong, incluso il Comitato Onu sui Diritti dell’infanzia, il Comitato Onu contro la Tortura, il Military Court Watch, B’Tselem, il Public Committee Against Torture, Defence for Children International Palestine e Save the Children.
Chiediamo a sua Santità di invitare pubblicamente il governo israeliano a porre termine a questi maltrattamenti; a rispettare il diritto dei rifugiati al ritorno sancito dal diritto internazionale riconosciuto anche dal Vaticano; a porre termine alla prolungata occupazione militare della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e della Striscia di Gaza; e a porre fine all’illegale e punitivo assedio di Gaza. Del milione e 800mila persone che vive a Gaza, il 51% ha meno di 18 anni e il 43% ha meno di 15 anni.
Le chiediamo anche di fare appello a tutta la comunità internazionale affinché metta in discussione quelle politiche verso Israele che hanno permesso gli abusi dell’occupazione e della colonizzazione per così tanti decenni, e di fare appello a questi Paesi affinché chiedano giustizia, riconoscimento delle responsabilità e rispetto del diritto internazionale. Mentre preghiamo, esaminiamo le nostre vite per capire cosa individualmente e collettivamente possiamo fare per contribuire a porre termine alle sofferenze dei bambini palestinesi e di tutti i bambini nel mondo.
Riflettiamo sul bellissimo passaggio in Isaia 61 che Gesù utilizza per proclamare il suo ministero: «Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri».
Uniamo le nostre preghiere a quelle della Chiesa e di tutte le persone di fede ovunque nel mondo nel nostro impegno per la pace che arriverà solo con la giustizia in Terra Santa.
Centro ecumenico di Teologia della Liberazione Sabeel di Gerusalemme
Friends of Sabeel North America