La compagnia belga Jan De Nul Group sta considerando di partecipare alla costruzione di nuovi impianti portuali ad Haifa e ad Ashdod per conto della Israell Ports Company, secondo quanto riportano i media. Altre due compagnie europee sono ritenute essersi ritirate dall’appalto a causa dei timori provocati dalla pressione della campagna di boicottaggio. In questa lettera aperta, sindacati palestinesi, europei e del Medio Oriente, ONG e varie campagne invitano l’azienda belga ad abbandonare qualsiasi piano coinvolto nel progetto.
Lettera a Jan De Nul Group circa la proposta di impianti portuali
Spett.le Consiglio di Amministrazione de Jan De Nul Group,
Noi, sottoscritti organizzazioni palestinesi e sostenitori dei diritti umani dei palestinesi, Vi scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione sulle notizie che vogliono la Vs. compagnia aver attualmente fatto un’offerta per la costruzione di impianti portuali nelle città israeliane di Haifa ed Ashdod.
Dato che un terzo delle esportazioni israeliani sono parzialmente o totalmente prodotte negli insediamenti costruiti su terra palestinese in violazione del diritto internazionale, i nuovi porti che Voi state considerando di costruire andrebbero a facilitare le esportazioni dei prodotti degli insediamenti. Qualsiasi nuovo impianto portuale aiuterebbe a continuare l’esistenza e l’espansione dell’economia vitale per le colonie, e quindi contribuire a trarre profitto da violazioni del diritto internazionale.
Israele ha inflitto un’infinita serie di morti, ferimenti, trasferimenti forzosi, espropriazioni e distruzioni a milioni di palestinesi ed arabi nei paesi confinanti usando armamenti importati. Come quarto esportatore mondiale di armi, Israele esporta, spesso in violazione degli embarghi militari sanciti dalle Nazioni Unite, a regimi oppressivi intorno al mondo armamenti e tecnologie militari testate sulla popolazione palestinese. Gli impianti portuali che state considerando di costruire facilmente diventeranno un punto di transito importante per armi mortali destinate ad essere utilizzate per violare i diritti dell’uomo in Palestina/Israele e intorno al mondo.
Costruendo e gestendo gli impianti portuali che facilitano il flusso di movimento dei prodotti degli insediamenti israeliani illegali e degli armamenti usati nei massacri perpetrati da Israele, la Jan De Nul Group prenderebbe la decisione politica di diventare profondamente complice delle violazioni israeliane del diritto internazionale e dell’oppressione del popolo palestinese.
In tal modo, Jan De Nul Group diventerebbe un legittimo bersaglio di boicottaggi di massa, proteste e campagne finalizzate a convincere governi ed enti privati a non premiare il Vs. business con importanti contratti. I governi della Tunisia, Kuwait e di altri paesi arabi hanno recentemente comunicato il loro sostegni ai boicottaggi ufficiali delle compagnie che facilitano le violazioni israeliane del diritto internazionale.
Nel 2004, la Corte Internazionale di Giustizia ha decretato l’illegalità di fornire assistenza, aiuto o riconoscimento alle violazioni di Israele del diritto internazionale. Questo decreto legge costituisce la base dei report del Consiglio dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite e delle organizzazioni della società civile belga, che raccomandano a governi ed imprese private di dono fornire assistenza pratica o economica alle violazioni israeliane del diritto internazionale.
Il movimento BDS ha consistentemente preso di mira le corporazioni israeliane ed internazionali complici – ovvero coinvolte nell’occupazione e nelle colonie israeliane, e in altre violazioni del diritto internazionale – come Veolia, Dexia, Sodatream, G4S, Ahava, Mekorot, Elbit, Caterpillar, Africa Israel e tutte le banche israeliane, e queste campagne sono spesso risultate nella perdita di decine di miliardi di dollari di fatturato.
Vi invitiamo ad abbandonare i Vs. piani di costruzione e gestione di impianti portuali che permetterebbero ad Israele di continuare a violare impunemente il diritto internazionale.
Cordialmente,
Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee, PalestinKuwait Democratic Forum, Kuwait
Women Cultural Social & Society, Kuwait
Boycott, Divestment and Sanctions Kuwait, Kuwait
Freedom Now Association, Morocco
Boycott, Divestment and Sanctions Morocco, Morocco
Union nationale des ingenieurs Unim (National Union of Moroccan Engineers), Morocco
The Moroccan Association for Human Rights, Morocco
Solidarité Maroc Palestine, Morocco
Algemene Centrale van het ABVV, Belgium
Intal, Belgium
Vredesactie, Belgium
Palestina Solidariteit vzw, Belgium
Nordine Saïdi pour le Mouvement Citoyen Palestine, BelgiumLe Comité Verviers Palestine, Belgium
Association Belgo-Palestinienne, Belgium
G3W – Geneeskunde voor de Derde Wereld , Belgium
Plate-forme Charleroi-Palestine, Belgium
Comité pour une Paix Juste au Proche Orient, Luxembourg
Fonte: bdsmovement.net
Traduzione: BDS Italia