Pubblicato su Pisa notizie.it il 08/03/2010
In azione al Carrefour il boicottaggio contro le merci Israeliane
La campagna chiede il boicottaggio dei prodotti Agrexco, azienda che produce nei territori occupati palestinesi
Cartelli alzati in aria, mimi che indicano i prodotti da boicottare, foto che documentano le aggressioni dell'esercito israeliano contro gli abitanti dei territori occupati in Palestina. Sabato 6 marzo, al termine dell'Israeli Apartheid Week che ha portato la campagna in solidarietà con la Palestina nell'Università di Pisa, una decina di persone aderenti alla campagna del BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni su Israele) hanno lanciato anche nel supermercato della multinazionale francese Carrefour, alla Fontina, il boicottaggio dei prodotti di provenienza israeliana e in particolare quelli marchiati Carmel Agrexco.
L'agrexco è il maggiore esportatore di prodotti ortofrutticoli da Israele e una delle aziende che maggiormente trae profitto dall'occupazione. È per metà di proprietà statale, ed esporta il 70% della frutta Israeliana (350.000 tonnellate l'anno), per un giro d'affari di 580 milioni di dollari. Ma il dato più significativo è che, stando alle dichiarazioni dello stesso direttore generale Amos Orr, l'Agrexco gestisce il 60-70% dei prodotti provenienti dai territori occupati, in particolare dalla Valle del Giordano, la zona più ricca d'acqua di tutta la Palestina storica.
La posizione di Israele nel mercato UE è un caso particolare. Pur non essendo parte dell'UE né tantomeno della CEE, ha un rapporto privilegiato e può esportare beni come se fosse un membro UE, ovvero senza pagare le tasse di esportazione. Per legge, i prodotti provenienti dai territori occupati non dovrebbero beneficiare di queste agevolazioni, tuttavia l'Agrexco etichetta anche i prodotti delle colonie come Made in Israel, senza distinzione. La Corte di Giustizia Europea ha recentemente dichiarato la necessità di distinguere tramite l'etichettatura la reale provenienza dei prodotti.
"Carmel Agrexco - spiegano gli attivisti ai clienti del supermercato - è di fatto un'appendice del governo Israeliano. L'esercito ha occupato la Valle del Giordano con mezzi violenti e privando i contadini locali delle risorse che un tempo erano loro. Hanno provocato una crisi umanitaria e costringono molti abitanti ad abbandonare alcuni villaggi. Per questo noi chiediamo di non acquistare i prodotti a marchio Carmel Agrexco".
L'occupazione della Valle del Giordano è avvenuta durante la Guerra dei sei giorni nel 1967, lanciata da Israele contro una coalizione di paesi arabi, che ha portato all'occupazione da parte dell'esercito Israeliano della Cisgiordania, delle Alture del Golan, della striscia di Gaza e del deserto del Sinai. Mentre quest'ultimo è stato riconquistato dall'Egitto durante la Guerra del Kippur nel 1973, le altre zone hanno vissuto da allora sotto varie forme di occupazione militare. L'occupazione di queste aree è stata dichiarata illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia e da molte risoluzioni ONU, tuttavia nessun passo significativo è stato compiuto da Israele per andare incontro a queste risoluzioni.
Ma il boicottaggio della campagna BDS non si rivolge soltanto contro i prodotti dei territori occupati. Una ragazza, tenendo in mano un avocado, spiega ai clienti: "Acquistare prodotti Israeliani significa essere complici di un'economia intrinsecamente legata all'occupazione militare e all'oppressione dei palestinesi. Il boicottaggio è un semplice gesto per inviare un forte messaggio di opposizione al governo israeliano".
Continuano gli attivisti: "Alcuni prodotti a marchio Carrefour sono etichettati Made in France, ma in realtà sono prodotti in Israele. Tra questi, su alcuni è indicata, anche se quasi invisibile, l'origine Israeliana, mentre in altri l'origine semplicemente non viene riportata. La nostra è anche una campagna per la chiarezza verso i consumatori".
Dopo pochi minuti, intervengono gli addetti alla sicurezza del supermercato, che fanno immediatamente uscire gli attivisti. Si conclude così la prima azione di boicottaggio, ma già qualcuno rilancia: "La campagna non è che all'inizio. Vogliamo creare un movimento incisivo e di massa che restituisca la libertà ai palestinesi e agli israeliani".