Comunicato stampa

Il governo italiano ha pubblicato venerdì 27 giugno un avviso che mette in guardia i cittadini e le imprese italiani sui “rischi di ordine legale ed economico” associati con il fare affari “in insediamenti israeliani o che beneficiano insediamenti israeliani”.

La nota del Ministero degli Affari Esteri riprende la politica europea che ritiene illegali gli insediamenti israeliani, secondo il diritto internazionale, perché “costruiti su un territorio occupato” e perché “non sono riconosciuti quale parte legittima del territorio di Israele”. Misure analoghe sono state intraprese da altri paesi europee quali Gran Bretagna, Francia e Spagna, mentre altri sarebbero prossimi a pubblicare avvertenze simili.

Il Comitato No all’Accordo Acea-Mekorot già da mesi denuncia l’accordo firmato il 2 dicembre 2013 tra il primo fornitore idrico del nostro paese e la società nazionale idrica israeliana, la quale non solo sottrae illegalmente l’acqua alle falde palestinesi ma fornisce l’acqua rubata alle colonie israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate. La Mekorot così si rende responsabile di una doppia illegalità e fornisce un servizio vitale senza il quale gli insediamenti israeliani non potrebbero sussistere.

Ma non basta. La Mekorot riduce sistematicamente il rifornimento di acqua alle comunità palestinesi a favore delle colonie illegali, partecipa alla distruzione delle infrastrutture idriche palestinesi, rivende alle comunità palestinesi l’acqua che ha rubato loro e sta provocando il prosciugamento delle risorse idriche palestinesi con l’eccessivo sfruttamento, tutto in palese violazione del diritto internazionale e del diritto fondamentale all’acqua.  

Per queste ragioni, la società idrica Vitens, il primo fornitore di acqua in Olanda, a seguito delle indicazioni del Governo, ha interrotto già dall’anno scorso un analogo accordo con la Mekorot, motivando la decisione con il proprio impegno verso la legalità internazionale.

L’avviso del Ministero, infatti, sottolinea che “[d]ovrebbero inoltre essere tenute in considerazione eventuali violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani”.

Accogliendo con favore l’avviso del Ministero, il Comitato No all’Accordo Acea-Mekorot esige che l’Acea rescinda immediatamente l’accordo con la Mekorot in modo da adeguarsi alla posizione del Ministero ed evitare di mettere a rischio i soldi pubblici in affari che violano i diritti umani.

Chiede inoltre che il Comune di Roma, in quanto azionista di maggioranza, prenda ogni misura perché quest’accordo non abbia seguito e si eviti ogni futura collaborazione che disattenda l’avviso sugli insediamenti. Fa appello a tutti gli enti locali il cui servizio idrico è affidato a società partecipate da Acea affinché si attivino per far ritirare l’accordo.

Il Comitato No all’Accordo Acea-Mekorot rammenta anche l’obbligo giuridico secondo il diritto internazionale che impegna gli Stati e le loro istituzioni a non dare copertura o assistenza alle violazioni israeliane.

Comitato No all’Accordo Acea-Mekorot