La campagna
Firma per esigere che l'Acea receda dall'accordo con la Mekorot,società idrica nazionale di Israele che si è macchiata di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Mekorot sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi, fornisce l'acqua saccheggiata alle colonie israeliane illegali e pratica l'Apartheid dell'acqua nei confronti della popolazione palestinese.
Ogni firma manda una mail all'Acea e al Comune di Roma. Sono già oltre 10.000 le firme!
Segue l'appello (per le adesioni collettive: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
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No ai ladri d’acqua in Palestina. No all’accordo Acea-Mekorot.
Acqua pubblica sì, ma anche limpida e libera.
Il 2 dicembre 2013, durante il vertice Italia-Israele, l’Acea, principale operatore italiano nel settore idrico, e la Mekorot, società idrica nazionale di Israele, hanno sottoscritto un Memorandum d'intesa. L’accordo prevede la collaborazione nel settore delle risorse idriche con lo scambio di esperienze e competenze.
L’esperienza che la Mekorot ha maturato, però, è fatta di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Come documentato nel rapporto dell’organizzazione palestinese per i diritti umani, Al Haq, la Mekorot sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi, provocando il prosciugamento delle risorse idriche, per poi fornire l’acqua saccheggiata alle colonie israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.
Pubblichiamo il dossier redatto (ricorrendo a varie fonti, ma soprattutto di Al Haq) dal Comitato No accordo Acea - Mekorot. Nel Dossier si descrive, anche con l'ausilio di grafici e figure, come Israele, soprattutto a partire dal 1967, (ma i piani erano precedenti) è riuscito a sottrarre, cioè a rubare, il 90% della loro acqua ai Palestinesi. E si vede come Mekorot (sorta già negli anni '30 del secolo scorso) sia l'attore principale di questa strategia, braccio tecnico dei militari e del Governo.
Di seguito riportiamo la premessa e la sintesi.
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PREMESSA E SINTESI
Il consumo pro-capite di acqua per usi domestici in Israele è di 4 o 5 volte superiore a quello della popolazione palestinese nei Territori Occupati (TPO). Il rapporto tra i consumi dei 600.000 abitanti degli insediamenti illegali ed i 2,6 miloni di palestinesi in Cisgiordania arriva addirittura a 6 volte. La discrepanza è ancora maggiore se si considera il consumo di acqua a scopi agricoli.
Tutto ciò è dovuto al fatto che Israele si è impadronita delle principali fonti idriche nonché della rete di distribuzione.
Contrariamente a quanto comunemente si pensa, l’acqua, nella regione, non è scarsa, è fornita da tre importanti fonti naturali: il fiume Giordano, il bacino acquifero montano e quello costiero che attengono alla Palestina storica costituita da Gaza, dalla Cisgiordania, dall’attuale Stato di Israele e dalle alture del Golan. L’acqua è scarsa solo per una parte della popolazione, quella palestinese, cui è negato l’accesso alle fonti quasi completamente, mentre israeliani e coloni ne godono in abbondanza.
Mekorot, la società idrica nazionale di Israele, fornisce il 90 % dell'acqua potabile di Israele e gestisce l'80 % delle sue risorse idriche. L'azienda è di proprietà dello Stato.
Mekorot opera non solo all'interno dei confini di Israele internazionalmente riconosciuti prima del 1967 (cioè all'interno della Linea Verde), ma anche nei Territori palestinesi occupati (TPO). È il braccio esecutivo del governo israeliano nei TPO per le questioni idriche. A Gerusalemme Est e in altre parti della Cisgiordania occupata, Mekorot fornisce acqua agli insediamenti. Fornisce anche una quota consistente dell’acqua consumata dai palestinesi, ai quali è impedito di sviluppare un proprio settore idrico.
Come risultato, Mekorot è attivamente impegnata nella conduzione e nel mantenimento dell'occupazione israeliana. Segue una panoramica delle principali manifestazioni di questo coinvolgimento.
1. Mekorot trae profitti dal controllo che Israele esercita sul mercato palestinese vincolato dalla occupazione
L'azienda fornisce quasi la metà dell'acqua per usi domestici consumata dalle comunità palestinesi della Cisgiordania, diventando così il più grande fornitore di acqua nei TPO. Il controllo della Mekorot sul mercato dell'acqua palestinese è stato formalizzato e legittimato dagli accordi di Oslo, che obbligano l'Autorità Palestinese (PA) ad acquistare dalla società israeliana l’acqua estratta dalla terra palestinese. Gli Accordi di Oslo impediscono ai palestinesi di sviluppare i propri settori idrico e igienico-sanitario ed escludono la possibilità di acquistare l'acqua dai paesi vicini o dalle società internazionali. Ciò ha imposto ai palestinesi uno stato di dipendenza dal quale la Mekorot trae profitti.
Leggi: Who Profits: Il coinvolgimento della Mekorot nell'occupazione israeliana