Cara Oumou Sangare,

abbiamo appreso recentemente che lei intende tenere un concerto a Tel Aviv il 9 dicembre. Le scriviamo, quale artista che da tempo utilizza la sua musica e la sua fama per parlare in difesa dei diritti umani, per chiederle di cancellare il suo concerto in Israele, paese responsabile per l'oppressione del popolo palestinese, costretto da decenni a vivere sotto occupazione, in un regime d'apartheid e da rifugiati.

Per i diritti umani che sappiamo sono a lei cari, Israele non ha alcun riguardo. Ai palestinesi sono negati i più elementari di questi diritti, come la libertà di movimento e l'accesso all'abitazione, all'acqua, all'istruzione e all'assistenza sanitaria. Sono soggetti alle politiche israeliane descritte dall'organizzazione internazionale Human Rights Watch come "intrinsecamente discriminatorie e che violano il diritto internazionale[1]". A Gaza vivono sotto assedio e nel terrore costante di una ripetizione di Piombo Fuso, l'attacco israeliano che ha ucciso oltre 1400 palestinesi, 352 dei quali bambini[2]. Ai profughi palestinesi viene negato il diritto al ritorno come garantito dal diritto internazionale e riconosciuto nella risoluzione 194 dell'ONU.

 

Lei, che è promotrice dei diritti delle donne, saprà che sono proprio le donne palestinesi a subire maggiormente le consequenze dell'occupazione israeliana. Uno studio della nota rivista medica britannica, The Lancet, dimostra che il "10% delle donne palestinesi gravide hanno subito ritardi ai posti di blocco ogni anno dal 2000 al 2007 mentre andavano in ospedale per partorire[3]".

Le restrizioni illegali israeliane sul movimento, sulla residenza e sull'ingresso al paese impediscono alle famiglie di vivere insieme. Il Comitato israeliano contro la demolizione delle case stima che sono oltre 24.000 le strutture palestinesi, tra cui case, scuole e strutture sanitarie, demolite dalle autorità israeliane tra il 1967 e il 2010[4].

Molte donne devono crescere i propri figli da sole, mentre mariti e padri sono detenuti nelle carceri israeliane, spesso senza capi di accusa. Ma non sono solo gli uomini che Israele detiene. Dal 1967, circa 10.000 donne palestinesi sono state arrestate e/o trattenute sotto ordini militari israeliani[5], e attualmente, secondo l'UNICEF, ci sono 164 bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane[6].

Queste violazioni dei diritti umani e della dignità non sarebbero assolutamente possibili senza la complicità della comunità internazionale. Fu proprio questo fallimento da parte della comunità e delle istituzioni internazionali che ha portato 170 organizzazioni della società civile palestinese ad indire una campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele fino a quando non sia conforme con il diritto internazionale[7]. La campagna si ispira ai boicottaggi che hanno contribuito a porre fine all'apartheid in Sud Africa e ha il sostegno di persone di coscienza in tutto il mondo. Ha portato fondi pensione statali a disinvestire, università ad interrompere i rapporti, consumatori a controllare le etichette e premi Nobel ad esprimere pubblicamente il loro appoggio.

La crescente lista di artisti che hanno annullato spettacoli in Israele include Elvis Costello, Roger Waters dei Pink Floyd, Carlos Santana, August Burns Red, Gil Scott Heron, Gorillaz Sound System, The Pixies, Vanessa Paradis e Devandra Banhart. Proprio il mese scorso, la star internazionale Natacha Altas ha annullato il suo concerto, affermando: "dopo aver riflettuto molto, ora mi accorgo che sarebbe una più efficace affermazione non andare in Israele fino a quando questa apartheid sistematizzata è abolita una volta per tutte".

È con la consapevolezza che Israele continuerà le sue violazioni dei diritti umani finché godrà di impunità e verrà trattato come un normale, civile, Stato democratico, che le chiediamo di cancellare il suo concerto a Tel Aviv. Proprio come gli artisti rifiutavano di esibirsi in Sun City durante il boicottaggio del Sud Africa dell'apartheid, le chiediamo di rifiutare di dare il concerto in Israele.

Una volta lei ha detto: "Io parlo delle donne dell'Africa e del mondo intero. Mi impegno per il miglioramento della situazione delle donne. Così io canto la lora causa". Le chiediamo di continuare a cantare per la loro causa, per le madri, le mogli, le sorelle e le figlie, ma non nel paese la cui politiche negano alle donne palestinesi proprio i diritti per cui lei ha lottato per difenderli.

Come uno dei pochi ad avere avuto l'onore di cantare alla cerimonia per il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, non possiamo vederla tenere un concerto a pochi chilometri di distanza da dove milioni di persone soffrono sotto l'oppressione.

La preghiamo di onorare le donne palestinesi che lottano per difendere i loro diritti, così come la sua propria musica, che ha dato speranza a tante persone, cancellando il suo concerto in Israele.

Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento. Nell'attesa della sua risposta, porgiamo cordiali saluti,

BDS Italia

BDS Italia è un collettivo nazionale di gruppi aderenti all'appello palestinese del 2005 per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele.

[1] Separate and Unequal, 19 dicembre 2010 http://www.hrw.org/reports/2010/12/19/separate-and-unequal-0

[2] Defence for Children International li elenca per nome: http://www.dci-pal.org/english/display.cfm?CategoryId=1&DocId=917

[3] Childbirth at checkpoints in the occupied Palestinian territory, 5 luglio 2011 http://download.thelancet.com/flatcontentassets/pdfs/palestine/palestine2011-4.pdf

[4] Statistics on House Demolitions (1967-2010) http://www.icahd.org/?page_id=5508

[5] http://www.addameer.org/etemplate.php?id=295

[6] UNICEF Appeals for Release of Palestinian Child Detainees http://www.unicef.org/oPt/media_6690.html

[7] Introducing the BDS Movement http://www.bdsmovement.net/bdsintro