Alla cortese attenzione di:

Onorevole Cécile Kyenge, Ministro per L’Integrazione
Onorevole Josefa Idem, Ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili

Gentili Onorevoli Ministri,

il prossimo 31 maggio la Nazionale di calcio italiana giocherà a Bologna una partita con il San Marino, in quella occasione la Federcalcio, accogliendo una Vostra sollecitazione, ha deciso di dedicare l’evento sportivo alla lotta contro il razzismo e le discriminazioni. Una decisione importante che non può che trovare il nostro pieno sostegno.

Vogliamo però sottoporre alla Vostra attenzione un problema di coerenza. Pochi giorni dopo questa lodevole iniziativa un’altra compagine del calcio italiano, la Nazionale Under 21, si recherà in Israele per affrontare la fase finale del campionato Europeo di categoria. Si parlerà di sport, di calcio, del paese ospitante, ma si ometterà di ricordare che lo stato ospitante, Israele, occupa da decenni terre palestinesi, nonostante che ben 87 Risoluzioni dell’ONU, la prima delle quali è la 242 del ’67, gli  imporrebbero di ritirarsi da quei territori. Ma non basta.

Mentre gli azzurrini si preparano ai giochi in Israele, ai loro coetanei palestinesi sono negati i diritti fondamentali di studiare, muoversi, partecipare allo sport, in definitiva di vivere, perché le politiche di Israele non risparmiano nessun aspetto della vita dei palestinesi. Lo sport palestinese è stato più volte oggetto diretto di attacchi militari israeliani. Nei bombardamenti israeliani su Gaza del novembre 2012, infrastrutture sportive e del calcio, tra cui la sede del Comitato Nazionale Paralimpico e lo stadio di calcio di Gaza, sono state distrutte, mente colpi di artiglieria su campi sportivi hanno ucciso ragazzi palestinesi a Gaza mentre giocavano a pallone.

Queste azioni criminali hanno portato 50 calciatori europei ad affermare: “Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport”. Hanno scritto a Michel Platini, presidente della Uefa, per chiedere di spostare la coppa Under 21 da Israele Luisa Morgantini, già vice presidente del Parlamento europeo, l’ex senatore Vincenzo Vita e Marie George Buffet, già ministro francese dello sport.

Svolgere il campionato in Israele vorrebbe dire non solo vanificare gli sforzi fatti dallo sport italiano nella lotta contro il razzismo, mandando un messaggio ambiguo e fuorviante, ma ancor peggio, acconsentire alle politiche di un Paese in cui la discriminazione e l’Apartheid sono stabilite per legge. Israele ha reso l’esclusione parte integrante della vita di tutti i palestinesi, da quelli che vivono e muoiono sotto occupazione militare in Cisgiordania, a Gaza ed a Gerusalemme est, ai palestinesi relegati allo stato di cittadini di “terza classe” in Israele, ai profughi ai quali è negato il sancito diritto di ritorno alle loro terre da dove sono stati cacciati da Israele nel '48 e nel '67.

Noi non vogliamo rassegnarci a questa decisione e in questi giorni cercheremo di fare sentire la nostra voce. Il 24 maggio saremo a Londra, attivisti provenienti da diversi paesi europei, per manifestare davanti al congresso annuale della Uefa. In questa occasione speriamo possa essere con noi anche Mahmoud Sarsak, giocatore palestinese detenuto dalle autorità israeliane per tre anni senza capo d’accusa né processo e rilasciato solo dopo tre mesi di sciopero della fame ed una protesta internazionale.

Auspichiamo che anche Voi vogliate fare sentire la Vostra autorevole voce per denunciare quanto accade in quella regione e per non umiliare, attraverso il silenzio, le sofferenze di tante donne e uomini palestinesi. Abbiamo fiducia nella Vostra sensibilità e ci aspettiamo in occasione della partita di Bologna una Vostra presa di posizione.

La campagna Cartellino Rosso fa parte del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005 e che trae ispirazione dal movimento anti-apartheid in Sud Africa, nel quale il boicottaggio sportivo ha svolto un ruolo importante. Finché Israele non rispetta la legalità internazionale e i diritti umani, e continua a operare contro i valori dello sport, non merita di essere premiato con eventi sportivi internazionali e non ha nessun diritto di rimanere nella UEFA.

In attesa di un vostro gentile riscontro, porgiamo distinti saluti,

CARTELLINO ROSSO ALL’APARTHEID ISRAELIANA
cartellino.rosso.bdsitalia@gmail.com