Israele/Territori Occupati. L'attrice americana Scarlett Johansson rinuncia a fare da ambasciatrice di Oxfam nel mondo e conferma la collaborazione con l'azienda israeliana Sodastream che opera nella maggiore delle colonie ebraiche in Cisgiordania

di Michele Giorgio

Bella senz’anima. Il titolo del brano cult di Ric­cardo Coc­ciante ben descrive la 29enne bionda ame­ri­cana Scar­lett Johann­son, volto da qual­che tempo dell’azienda israe­liana Soda­stream. Prima la gio­vane diva di Hol­ly­wood ha rea­gito con un secco “no” alle pro­te­ste di gruppi inter­na­zio­nali che le chie­de­vano di rinun­ciare a pub­bli­ciz­zare la Soda­stream, azienda israe­liana che pro­duce appa­rec­chi per rea­liz­zare bibite gasate in casa con 25 sta­bi­li­menti tra cui uno a Maa­leh Adu­mim, immenso inse­dia­mento colo­nico nella Cisgior­da­nia pale­sti­nese occu­pata. Ora Johans­son ha deciso di dare l’addio alla sua mis­sione di amba­scia­trice dell’organizzazione uma­ni­ta­ria Oxfam, che svol­geva dal 2005, per­chè l’ Ong ha cri­ti­cato la sua scelta di fare da testi­mo­nial a una azienda che opera in vio­la­zione del diritto inter­na­zio­nale. “Dimis­sioni” pron­ta­mente accet­tate da Oxfam. «Abbiamo accet­tato la deci­sione di Scar­lett Johans­son di non rico­prire più il ruolo di amba­scia­trice dopo otto anni…Il ruolo di pro­mo­zione della azienda Soda­Stream è incom­pa­ti­bile con quello di amba­scia­trice mon­diale per Oxfam…che si oppone a tutti gli scambi com­mer­ciali con le colo­nie israe­liane, ille­gali in virtù del diritto inter­na­zio­nale», ha comu­ni­cato l’ong di Oxford.

Eppure sia la Johans­son – che pare inten­zio­nata a com­pe­tere con gli ultra­na­zio­na­li­sti israe­liani nella difesa della colo­niz­za­zione dei Ter­ri­tori pale­sti­nesi occu­pati -, che l’azienda respin­gono le cri­ti­che soste­nendo che il pro­getto sarebbe volto ad «avvi­ci­nare» pale­sti­nesi e israe­liani. «L’ uni­cità di Soda­stream – spiega con can­dore Daniel Birn­baum, l’amministratore dele­gato — è nella sede che si trova in Cisgior­da­nia, nell’area C (il 60% del ter­ri­to­rio pale­sti­nese sotto il totale con­trollo dell’occupante, ndr). Siamo in grado di assu­mere per­sone di ogni tipo: pale­sti­nesi al fianco di arabi israe­liani ed ebrei israe­liani. Lavo­rano insieme in pace e armo­nia e siamo molto orgo­gliosi di con­tri­buire, a nostro modo alla coe­si­stenza e, spe­riamo, alla pace di que­sta regione». Com­mo­vente. La realtà è ben diversa da que­sto qua­dretto idil­liaco fatto da Birn­baum. Soda­stream finan­zia Maale Adu­mim con­tri­buendo con le tasse alle casse comu­nali poi uti­liz­zate per soste­nere lo svi­luppo della colo­nia. L’azienda mette insieme ope­rai israe­liani e pale­sti­nesi ma que­sti ultimi, secondo gli atti­vi­sti del boi­cot­tag­gio delle colo­nie, anche israe­liani, sono impie­gati a con­di­zioni di lavoro molto più sfa­vo­re­voli. La bella Scar­lett que­sti “par­ti­co­lari” pre­fe­ri­sce igno­rarli e nei giorni scorsi, riaf­fer­mando la sua piena col­la­bo­ra­zione con Soda­stream, ha spie­gato di aver accet­tato l’offerta dell’azienda israe­liana pro­prio per­chè «pro­muove la pace e la coesistenza».

Lo spot è stato boc­ciato, per tutt’altri motivi, anche al Super­bowl ame­ri­cano. Fox, l’emittente tele­vi­siva che tra­smet­terà la finale del cam­pio­nato della Natio­nal Foot­ball Lea­gue, ha annun­ciato che man­derà in onda la pub­bli­cità. Ai ver­tici della tv non è pia­ciuta la frase finale dell’attrice — “Scu­sate Pepsi e Coke” — che sot­tin­tende una supe­rio­rità del pro­dotto Soda­stream senza però for­nire alcun dato, in vio­la­zione delle regole pre­vi­ste per la pub­bli­cità com­pa­ra­tiva. All’azienda israe­liana legata alle colo­nie in ogni caso è andata bene per­chè il “no” della Fox ha fatto impen­nare le visua­liz­za­zioni (5 milioni) dello spot su You­Tube. A rimet­terci è stata lei, Scar­lett Johans­son. Il con­tratto pub­bli­ci­ta­rio è da favola ma la sua cre­di­bi­lità è al punto più basso. «…Tu mi rim­pian­ge­rai, bella senz’anima», can­tava sem­pre Coc­ciante. E comun­que ci piace di più la vec­chia cara idrolitina.

Fonte: il manifesto