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Il Ministero degli Trasporti e le Ferrovie Israeliane, insieme con la municipalità di Gerusalemme, stanno pianificando un progetto preliminare per estendere il tragitto della linea ferroviaria ad alta velocità dall’entrata occidentale di Gerusalemme alla Città Vecchia. Il costo stimato per una stazione metropolitana a Mamilla, vicino alla Porta di Jaffa, che sarebbe collegata da un tunnel di 2,5 chilometri con la stazione ferroviaria principale a fianco della stazione centrale dei bus, è di 2 mld di shekels. [Circa 400 mln di €, ndt]

L’idea, che non è stata ancora ufficialmente presentata al Ministro dei Trasporti Yisrael Katz, trova l’opposizione delle autorità locali di Gerusalemme, che temono che l’estensione della linea ferroviaria alla città sia a discapito delle linea di metropolitana leggera, attualmente in espansione. Passeranno anni prima che l’idea possa essere approvata dalla commissione di competenza.

Pubblichiamo il testo dell'interrogazione presentata da Arturo Scotto (SEL) in Comissione Esteri alla Camera sul coinvolgimento della Pizzarotti di Parma nella TAV israeliana che attraversa i Territori palestinesi occupati.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

ALLA III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)

PREMESSO CHE:

  • l'organizzazione palestinese per i diritti umani Al Haq ha pubblicato un parere legale sul coinvolgimento di un'impresa italiana, la "Pizzarotti & C. S.p.A" di Parma, nelle attività di traforo per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità A1 che dovrà congiungere Tel Aviv a Gerusalemme;

  • secondo l'opinione legale dell'organizzazione palestinese, ci sono fondati motivi per determinare che la "Pizzarotti & C. S.p.A." possa essere ritenuta responsabile "di atti che potrebbero procurare gravi violazioni del diritto internazionale, come i crimini di guerra di saccheggio e di distruzione e appropriazione di beni", sia ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra che dello Statuto della Corte Penale Internazionale (CPI), come riporta l'articolo pubblicato dall'edizione online de "La Repubblica" del 9 luglio 2013 intitolato "Israele, gli espropri per la ferrovia sui Territori palestinesi occupati";

di Oriana Boselli

Fa discutere la notizia della denuncia contro lo scrittore Erri De Luca, che sarà presentata nei prossimi giorni da Ltf, la società che si occupa della realizzazione della linea ad alta velocitàTorino-Lione, in seguito alla posizione di De Luca in favore delle azioni di “sabotaggio” contro il cantiere in Val di Susa. In una recente intervista all’Huffigton Post, De Luca ha dichiarato: “La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo”. Intervenuto anche a Mugnano, vicino Napoli, dove ha presenziato ad un’iniziativa contro gli inceneritori, Erri de Luca ha chiaramente espresso la sua contrarietà alla costruzione di opere inutili e imposte dall’alto.

“Quella valle sta sabotando quell’opera considerata inutile e particolarmente nociva. Sta stuprando quella valle, e quella valle si difende con tutti i mezzi possibili sabotando quell’opera”, afferma De Luca, “Le manifestazioni a cui ho partecipato in Val Susa erano delle manifestazioni non autorizzate e le manifestazioni sono un diritto non trattabile…Più di 20 anni di resistenza civile, di democrazia di massa dal basso contro un’opera inutile e dannosa imposta con la forza è un esempio di democrazia civile…quando si tratta della difesa della propria vita e dei propri figli qualunque forma di lotta è ammessa”. Ascoltando le parole di Erri De Luca, non si può non pensare ad un’altra opera, creata per interessi politici, che stupra un territorio ed è odiata dai suoi abitanti: il muro di separazione tra Israele e Palestina.

di Jessica Purkiss

Ai palestinesi che lavorano sulla linea ferroviaria ad alta velocità tra Gerusalemme e Tel Aviv viene sottratto metà del loro stipendio dai procacciatori del lavoro, ha rivelato un'indagine di Electronic Intifada.

Si stima che circa 200 palestinesi lavorano nello scavo dei tunnel in Cisgiordania, come parte della cosiddetta Linea A1, il più grande progetto infrastrutturale di Israele nell’ultimo decennio.

Parlando a condizione di anonimato, alcuni di questi uomini hanno confermato di lavorare sottoposti ad un forte sfruttamento a Beit Iksa, un villaggio vicino a Gerusalemme, dove sono stati scavati due tunnel.

L'organizzazione palestinese per i diritti umani Al Haq accusa la Pizzarotti & C. SpA di Parma che ha firmato un accordo con il governo israeliano per la costruzione del treno ad alta velocità Tel Aviv - Gerusalemme. "L'Italia ha il dovere di intervenire". "Atti che potrebbero procurare violazioni del diritto internazionale, come i crimini di guerra, saccheggio, distruzione e appropriazione di beni"

L'organizzazione palestinese per i diritti umani Al Haq ha pubblicato un parere legale sul coinvolgimento della Pizzarotti & C. SpA di Parma nella costruzione del treno ad alta velocità Tel Aviv - Gerusalemme, che attraversa i Territori palestinesi occupati. L'Italia - sostiene Al Haq -  ha il dovere di intervenire, ai sensi del Diritto Internazionale. Secondo l'opinione legale dell'organizzazione palestinese, ci sono "fondati motivi per determinare che la Pizzarotti & C. S. p. A. possa essere ritenuta responsabile ... di atti che potrebbero procurare gravi violazioni del diritto internazionale, come i crimini di guerra di saccheggio e di distruzione e appropriazione di beni", sia ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra che dello Statuto della Corte Penale Internazionale (CPI).

Lo scorso mese (aprile 2013), il Gruppo di Ricerca Who Profits ha condotto una visita al cantiere del nuovo treno ad alta velocità Tel Aviv-Gerusalemme (A1). Vedi sito di Who Profits per le foto del cantiere

La nuova linea ferroviaria attraversa i Territori palestinesi occupati in due aree (per maggiori informazioni, vedere il dossier completo di Who Profits sul treno A1).

Durante la visita abbiamo documentato le aziende israeliane e internazionali note da tempo per il loro coinvolgimento nel progetto, come l’impresa Pizzarotti & C. e la Shapir Civil and Marine Engineering. Inoltre, abbiamo individuato anche nuove aziende internazionali che operano sul campo.

Come gruppo di Ricerca Who profits, abbiamo visitato le aree delle sezioni B e C della nuova linea ferroviaria nell'enclave di Latrun occupato (all’interno dei Territori palestinesi occupati), nella terra di nessuno del pre-1967 e all'interno di Israele. Abbiamo visitato le uscite dei tunnel 1 e 2, il Ponte 8 e l'ingresso del tunnel 3. Abbiamo anche visitato la base logistica e il complesso industriale nella terra di nessuno nell’enclave di Latrun.

Un ricorso è stato presentato contro alloggi temporanei per 500 lavoratori edili vicino a Sha'ar Hagai

Il progetto nazionale, da 7 miliardi di shekel (Euro 1,4 miliardi), per la costruzione della ferrovia ad alta velocità Tel Aviv-Gerusalemme dovrebbe, pare, affrontare un altro ritardo a causa di obiezioni contro alloggi temporanei per lavoratori. Fonti informano Globes che l’Ufficio regionale per la pianificazione di Gerusalemme ha presentato un ricorso al Comitato appelli della Commissione regionale per la pianificazione e l'edilizia di Gerusalemme, contro la richiesta delle Ferrovie israeliane approvata dalla Commissione locale di Mateh Binyamin per la costruzione di alloggi per 500 lavoratori vicino a Sha'ar Hagai, all'ingresso della colline di Gerusalemme. Il campo è destinato a ospitare i lavoratori del progetto per la ferrovia ad alta velocità Tel Aviv-Gerusalemme.

Beit Iksa è uno dei villaggi colpiti dal treno dell'Apartheid della Pizzarotti

GERUSALEMME (Ma'an) – Venerdì alcuni attivisti palestinesi hanno iniziato una nuova protesta allestendo tende in un villaggio a nord ovest di Gerusalemme, la seconda iniziativa del genere contro la costruzione di insediamenti israeliani in poche settimane.

Gli attivisti hanno allestito tre tende e una piccola costruzione nella zona vicino a Beit Iksa, chiamandolo villaggio di al-Karamah (Dignità).

La gente del posto ha riferito che circa 400 palestinesi hanno recitato la preghiera del venerdì in quest’area all’aperto.

Saed Yakrina, un attivista del vicino villaggio di Beit Ijza, ha dichiarato che il campo è "un messaggio a Israele e a tutte le società democratiche che siamo umani e che vogliamo la pace."

Beit Iksa è uno dei villaggi maggiormente colpito dalla ferrovia dell'Apartheid costruita dalla Pizzarotti.

Come riferito da funzionari locali, venerdì 28 dicembre le autorità israeliane hanno rilasciato una serie di avvisi per la confisca di 456 dunam (45,6 ettari) di terra nel villaggio di Beit Iksa, a nord ovest di Gerusalemme, per la costruzione di una barriera che separerà il villaggio della Cisgiordania dal vicino insediamento israeliano di Ramot.

Il responsabile del consiglio del villaggio di Beit Iksa, Kamal Hababa, ha detto che i residenti sono rimasti scioccati quando hanno visto gli avvisi distribuiti alla periferia del centro abitato che informavano che l'esercito israeliano avrebbe confiscato una vasta area, per lo più di terreni agricoli, per la costruzione della controversa barriera.

Hababa ha detto che, secondo gli avvisi, i residenti sono stati invitati di partecipare ad una "visita guidata" domenica con ufficiali israeliani sul percorso proposto della barriera che separerà il paese dalla maggior parte dei suoi terreni.

Doppia ingiustizia: il materiale illegalmente scavato dai tunnel della TAV israeliana, che attraversa i territori Palestinesi occupati e vede coinvolta la Pizzarotti S.p.A. di Parma, viene illegalmente utilizzato nella costruzione di un parco per una colonia israeliana nei territori Palestinesi occupati. L'articolo di Haaretz.

Il sito in questione è di 30 dunam (3 ettari), la metà è di proprietà dei residenti del villaggio palestinese di Shivtin.

Le Ferrovie israeliane sono coinvolte nella costruzione di un parco, senza avere l’autorizzazione e in parte su terreni privati palestinesi, vicino alla colonia israeliana di Nili in Cisgiordania. A seguito di una richiesta da parte di Haaretz, l'Amministrazione Civile ha ordinato che i lavori si fermino e che la zona sia ripristinata al suo stato precedente.

Il sito in questione è di 30 dunam (3 ettari), di cui la metà è di proprietà dei residenti del villaggio palestinese di Shivtin, a 500 metri a nord di Nili. Funzionari del Consiglio regionale di Mateh Binyamin hanno detto a Haaretz che era stato concordato con le Ferrovie israeliane che il materiale di scavo da un tunnel nei pressi di Latrun sarebbe stato utilizzato per riempire e spianare i terreni intorno all’insediamento. Il direttore dei lavori presso il sito ha detto che ogni giorno cento autotreni scaricano materiale di scavo al sito del parco.