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In principio, a fine Luglio, fu Eric Burdon, ex cantante degli Animals, a dichiarare di aver cancellato la sua performance prevista in Israele per l'1 Agosto in seguito alle presunte email “minacciose” che disse di aver ricevuto da esponenti del movimento BDS per farlo desistere dal suo intento di suonare insieme ai T-Slam, rock band israeliana, nella città israeliana di Benjamina.

Marianna Burdon, manager del cantante, scrisse in una lettera indirizzata a quest'ultimi che “[...] Siamo sotto crescente pressione, incluse molte email minacciose che stiamo ricevendo quotidianamente. Non voglio mettere Eric in pericolo.”

Ai miei colleghi musicisti nel Rock'n'Roll

All'alba della tragica sparatoria che ha visto la morte dell'adolescente disarmato Tayvon Martin e il proscioglimento del suo assassino Zimmerman, Stevie Wonder ha dichiarato in uno spettacolo che non si esibirà nello stato della Florida finchè questo non ritirerà la sua legge “Stand your ground”. [1] In pratica, ha dichiarato un vero e proprio boicottaggio basandosi sulla sua coscienza. Io ho applaudito la sua posizione e l'ho sostenuto: ciò mi riportato indietro ad una dichiarazione che ho fatto in una lettera che ho scritto lo scorso 14 Febbraio, alla quale mi sono spesso riferito ma che non ho mai pubblicato.

E' giunto il momento, quindi eccola qui.

Questa lettera ha ribollito in un angolino della mia coscienza e della mia consapevolezza per un po' di tempo.

E' da sette anni che mi sono unito al BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), un movimento non violento in opposizione all'occupazione israeliana della Cisgiordania e delle violazioni israeliane delle leggi internazionali e dei diritti umani del popolo Palestinese. L'obiettivo del BDS è quello di portare all'attenzione della comunità internazionale queste politiche israeliane e, si spera, di aiutare a porvi fine. Tutte le persone della regione mediorentale meritano di meglio di tutto questo.

La regista indiana rifiuta di partecipare al Festival del Cinema di Haifa e si schiera con la campagna BDS. Il suo nome si aggiunge ad una lunga lista d'artisti.

Un altro nome si aggiunge alla ormai lunga lista di artisti internazionali impegnati nel boicottaggio culturale di Israele. Dopo il noto fisico Stephen Hawking, oggi è la volta di Mira Nair, regista indiana, che venerdì ha ufficialmente declinato l'invito a partecipare al Festival Internazionale di Cinema di Haifa, che giunge il 19 settembre di quest'anno alla sua 30esima edizione.

Mira Nair, residente a New York, è la regista di film come "Salaam Bombay!" del 1988 e di "Monsoon Wedding" che nel 2001 ha vinto il Leone D'oro a Venezia. Il suo ultimo lavoro, "The Reluctant Fundamentalist", basato sul romanzo di Mohsin Hamid, racconta la storia di un giovane pachistano impiegato a Wall Street e intrappolato nel cosiddetto sogno americano.

"Visiterò Israele solo quando i muri cadranno. Andrò in Israele quando lo Stato non privilegerà una religione piuttosto che un'altra. Andrò in Israele quando l'apartheid sarà finità", ha scritto la Nair in una serie di post su Facebook e Twitter, affermando di aver aderito alla campagna globale di boicottaggio di Israele. La regista era stata invitata come ospite d'onore dopo l'uscita del suo ultimo film, "The Reluctant Fundamentalist", premiato al Festival di Venezia del 2012.

Il 29 Maggio, la scrittrice Alice Walker inviò una lettera aperta ad Alicia Keys [1] per chiederle di cancellare la sua perfomance in Israele. La lettera creò un immenso scalpore, a causa di coloro che, desiderosi di ignorare di proposito la situazione che i palestinesi sono costretti ad affrontare e affrettandosi a formulare delle false diversificazioni tra i palestinesi di oggi e ciò che le comunità afroamericane dovettero affrontare sotto Jim Crow, attaccarono la persona di Alice Walker con improvvisati processi e sui maggiori quotidiani, com il Wall Street Journal, il Daily News e il NY Post. Noi firmatari della presente lettera affermiamo invece la bontà del parallelismo tra l'esperienza degli afroamericani negli Stati Uniti sotto Jim Crow e il trattamento israeliano nei confronti dei palestinesi.

Il video intitolato 'Alicia Keys, unisciti alle tue sorelle, Boicotta l’Apartheid' rimosso da YouTube per violazione di copyright.

YouTube ha rimosso un video che chiede a Alicia Keys di cancellare un concerto a Tel Aviv.

Adattato dalla famosa canzone della Keys “This Girl is on Fire,” il video è stato rimosso lunedì, secondo la U.S. Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel.

Secondo una notifica di YouTube il video “Alicia Keys, unisciti alle tue sorelle, Boicotta l’Apartheid” è stato rimosso a causa di un reclamo per violazione di copyright da parte di “Alicia Keys c/o Ziffren Brittenheim LLP.”

Mostrava l’artista visiva e performer palestinese Rana Hamadeh in piedi su un veicolo militare israeliano mentre sventola una bandiera palestinese.

“Già affrontiamo violenza fisica ed emotiva e restrizioni alla nostra vita quotidiana. Ma ora ci mettono anche sotto silenzio su internet” ha detto Hamadeh in una dichiarazione diffusa da U.S. Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel. “Penso che se Alicia Keys capisse l’appello al boicottaggio, sarebbe d’accordo per applicarlo”

Keys ha confermato la sua decisione di suonare in Israele in una intervista pubblicata lo scorso mese sul New York Times. È stata sotto pressione perché cancellasse il concerto del 4 luglio.

L’appello alla Keys per boicottare Israele è venuto inizialmente da Alice Walker in una lettera aperta pubblicata sul sito web dell’autrice vincitrice del Premio Pulitzer. Appelli sono anche arrivati da Roger Waters dei Pink Floyd e da numerose organizzazioni filo-palestinesi.

Fonte: Haaretz

Traduzione di BDS Italia

A suo credito, Alicia Keys ha lavorato instancabilmente per assicurarsi che non sia solo lei a beneficiare della sua celebrità.

Una volta in un'intervista a Marie Claire, Alicia ha parlato di un viaggio nel 2002 che ha scatenato in lei il desiderio di aiutare coloro che soffrono di HIV / AIDS. Alicia ha spiegato al giornalista "Questo viaggio è stato per me un campanello d'allarme. Appena sono scesa dall'aereo, il tutto mi ha colpito: andando via dall'aeroporto ho visto le baraccopoli proprio accanto ai campi da golf, mi hanno chiesto se volevo andare in un locale per la gente di colore ... e ho incontrato questi ragazzi che erano più giovani di me che non avevano genitori - hanno detto che erano affetti dall’HIV".

Questo mentre Alicia era in viaggio alle isole Seychelles per una vacanza e dopo aver ordinato la colazione di uova e succo d'arancia al prezzo di $85. Ha paragonato questa esperienza a ciò che aveva appena visto. "Sapevo che volevo fare qualcosa", Alicia ha concluso.

È chiaro che Alicia Keys può essere sensibile agli appelli ad agire dopo essere stata esposta a pressanti questioni, ma come molti dei suoi contemporanei, si impegna di più nella filantropia che nell’attivismo politico. Entrambi fanno molto nel migliorare le condizioni di vita delle persone, ma il secondo è chiaramente il più controverso - e potenzialmente più pericoloso per la carriera di un artista. Come risultato, molti artisti si limitano alla carità invece di parlare di questioni che potrebbero danneggiarli economicamente.

In una lettera aperta alla musicista R&B, l'autrice de "Il Colore Viola" impegnata nella campagna del BDS chiede alla Keys di boicottare Israele e, viceversa, di andare a Gaza.

Alice Walker, rinomata autrice americana de "Il Colore Viola", che ha fatto scalpore l'anno scorso in Israele per avere rifiutato l'autorizzazione a tradurre in ebraico il suo libro vincitore del Premio Pulitzer, ha pubblicato una lettera sollecitando la cantante Alicia Keys a cancellare il suo concerto programmato in luglio in Israele.

La Walker, che sostiene il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS), un movimento contro Israele e ha partecipato alla Flottiglia del 2011 per Gaza, dice nella sua lettera che sebbene non abbia mai incontrato la cantante, "mi addolorerebbe sapere che, col cantare in un paese di apartheid che viene boicottato da molti artisti internazionali consapevoli, ti stai mettendo in una situazione di pericolo (pericolo per l' anima)."

Cara Alicia Keys,

Ho letto oggi l’eloquente lettera aperta di Alicia Walker e la toccante preghiera che ti rivolge.

È difficile aggiungere qualsiasi cosa salvo scongiurarti di seguire tutte le indicazioni che ti ha fornito.

Per presentarmi, sono un collega musicista, il mio nome è Roger Waters, ho fatto parte del gruppo dei Pink Floyd, e che tu ci creda o no, lavoro ancora.

Ho avuto l’opportunità di scrivere il dicembre scorso una lettera a Stevie Wonder per incoraggiarlo a non andare a un appuntamento a Los Angeles. Si trattava di una serata di gala per raccogliere fondi per l’IDF, le Forze di Difesa Israeliane. Non sono stato l’unico a scrivere, l’Arcivescovo Desmond Tutu, il grande fautore della pace e della riconciliazione, era tra i molti e molti che hanno anche scritto. Il grande merito di Stevie è quello di avere rinunciato.

Questa settimana lo scrittore Iain Banks ha annunciato di essere malato di cancro e di avere solo pochi mesi di vita. In questo testo spiega perché ha deciso, nel 2010, che i suoi romanzi non sarebbero stati più pubblicati in Israele

Sostengo la campagna per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) perché, soprattutto nel nostro mondo connesso istantaneamente, un’ingiustizia commessa contro uno, o contro un gruppo di persone, è un'ingiustizia contro tutti, contro ogni uno di noi, una ferita collettiva.

Il motivo per cui, in particolare, partecipo al boicottaggio culturale di Israele è che, prima di tutto, lo posso fare. Sono uno scrittore, un romanziere, e creo opere che sono, di norma, presentate al mercato internazionale. Questo mi dà un piccolo grado di potere in più su ciò che ho come cittadino (del Regno Unito) e come consumatore. In secondo luogo, se possibile, quando si cerca di puntare su qualcosa, si deve essere precisi, e colpire dove fa più male. Il boicottaggio sportivo del Sud Africa quando era ancora sotto il regime razzista dell'Apartheid ha contribuito a portare il paese alla ragione perché la minoranza dominante Afrikaaner ci teneva così tanto alle loro prodezze sportive. Il Rugby e il cricket, in particolare, erano profondamente importanti per loro, e la posizione generalmente alta delle loro squadre nelle classifiche delle leghe internazionali era una questione di considerevole orgoglio. Quando alla fine sono stati isolati dal boicottaggio sportivo - come parte del più ampio boicottaggio culturale e commerciale - sono stati costretti in modo molto più persuasivo ad affrontare il proprio stato da fuorilegge nel mondo.

“Eravamo al pub a guardare Galles-Inghilterra!”. Non c’è solo l’impegno politico nella vita di Roger Waters, ma sicuramente dal 2006 – l’anno in cui cancellò un concerto a Tel Aviv rispondendo all’appello di varie ong palestinesi – la causa palestinese gli sta a cuore. Così il 16 marzo, dopo una pausa sportiva in un bar di Bruxelles, ha raggiunto gli altri membri della giuria del Tribunale Russell sulla Palestina (Russell Tribunal on Palestine – RToP) per l’inaugurazione della sessione finale.

Ispirato al Tribunale internazionale sui crimini di guerra commessi in Vietnam, creato da Bertrand Russell e Jean-Paul Sartre nel 1966, l’RToP è nato nel 2009. Per quattro anni ha indagato sulla responsabilità di stati terzi e organizzazioni internazionali nei crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese. Testimoni ed esperti sono intervenuti nel corso delle sessioni organizzate a Londra, Barcellona, Città del Capo e New York. Questo weekend, a Bruxelles, la giuria ha presentato le sueconclusioni, giuridicamente fondate anche se non vincolanti. Per dirla con Waters, “il tribunale ha permesso di collegare il diritto internazionale alle vittime”, dimostrando che Israele viola una lunga serie di norme internazionali, anche grazie alla complicità di stati, aziende e organizzazioni.