Questa lettera aperta, sottoscritta da 147 figure alla data indicata, è stata scritta dai membri del Middle East Caucus (MEC) della Società per gli Studi sul Cinema e sui Media (SCMS), ed è stata approvata dall’Asian/Pacific American Caucus dello SCMS, dal Center for Constitutional Rights, dal U.S. Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel, dall’Indian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel, dall’Association des Universitaires pour le Respect du Droit International en Palestine, e dal Palestine Solidarity Committee in India.  La lettera sarà infine inviata al Consiglio Esecutivo dell’SCMS insieme alla richiesta che faciliti, a livello di organizzazione, la considerazione di un appoggio ufficiale al BDS. La lista completa delle sottoscrizioni più essere consultata a questo link. Firme aggiuntive da parte di studiosi e comunità cinematografiche e dei media possono essere inviate a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Come studiosi, artisti e organizzatori di comunità, e come membri del Middle East Caucus (MEC), della Società per gli Studi sul Cinema e sui Media (SCMS), siamo profondamente turbati dalla violenza indiscriminata e sproporzionata che è stata condotta nelle ultime settimane dalla Forze di Difesa Israeliane (IDF) contro la popolazione civile di Gaza. Si tratta di una popolazione che vive sotto uno stretto assedio militare ed economico, attuato negli ultimi sette anni da Israele e finanziato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati su quella che innumerevoli volte è stata descritta essere la più grande "prigione a cielo aperto" al mondo. Mentre sono in corso negoziati per un cessate il fuoco a lungo termine, Gaza è stata recentemente sottoposta a devastanti bombardamenti militari da parte dell'esercito israeliano, trasformandola ancora una volta in un disastro umanitario. L'assedio colpisce tutti a Gaza, tra cui studenti ed educatori, famiglie e bambini, medici e paramedici, contadini e lavoratori della società civile, i quali non sono in grado di trovare alcun rifugio. Facendo due calcoli ed usando il più mite dei termini, la violenza ha preso una svolta selvaggia e senza precedenti, raggiungendo proporzioni da genocidio. I bambini che altrimenti sarebbero a scuola, a giocare di giorno sulla spiaggia a dispetto delle paure dei loro genitori e dei bombardamenti israeliani, in un attimo sono volutamente presi di mira dalle navi da guerra israeliane, e le loro morti filmate da vari media. Mentre scappano dal primo bombardamento, vengono uccisi dal secondo, mentre i giornalisti restano a guardare increduli. In questo momento, intere famiglie muoiono insieme, e i quartieri vengono spazzati via. Mentre scrivo, a Gaza, circa 2.000 palestinesi sono stati uccisi e quasi 10.000 feriti in questa ultima aggressione israeliana, la terza in sei anni, per non parlare delle ferite a vita che sfidano la capacità di quantificarle. Una stima prudente pone circa l'ottanta per cento delle vittime essere civili; tra i quali più di 460 essere bambini. Israele ha ancora una volta dichiarato guerra ai civili, studenti e istituzioni accademiche palestinesi, senza parlare della sua illegale occupazione e assedio imposta su di loro.

Israele deve essere ritenuto responsabile per i principi umanitari e del diritto internazionale, che vietano le punizioni collettive e prevedono la protezione dei civili in tempo di guerra. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno documentato le violazioni dell'IDF delle norme fondamentali del diritto internazionale che vanno a costituire crimini di guerra israeliani a Gaza. Il gruppo per i diritti umani israeliano B'Tselem ha riferito dopo solo la prima settimana di assalto che “gli orribili sviluppi a Gaza hanno raggiunto vette intollerabili: Israele sta bombardando case con persone dentro, intere famiglie sono state sepolte sotto le macerie, e le strade si trovano in rovina. A centinaia sono stati uccisi finora, decine solamente nelle ultime 24 ore, molti dei quali donne e bambini. Il numero di rifugiati è in aumento: decine di migliaia di persone che non sanno dove andare e non esiste alcun porto sicuro.”

Per rendere onore alle vittime dei genocidi e delle atrocità passate, dobbiamo condannare quelli attuali. Non possiamo condannare un genocidio e tollerarne un altro. Non possiamo accettare o negare l'uccisione arbitraria di persone che se fossero altre avremmo altrimenti trovato orribile, senza alcuna giustificazione.

Alla luce di queste condizioni, e nel tentativo di aggiungere la nostra voce alle innumerevoli altre in tutto il mondo che stanno alzando il tono per condannare e non restare inermi di fronte alle atrocità di Israele, il MEC del SCMS approva la chiamata internazionale al Boicottaggio, al Disinvestimento e alle Sanzioni (BDS) contro Israele, che è nata dalla società civile palestinese nel 2005. Questo invito, non violento, è stato modellato sulla chiamata al BDS contro il governo dell'apartheid del Sud Africa nel 1970. In tal modo, il MEC riconosce, con apprezzamento, i recenti sforzi da parte della American Studies Association, della Native American and Indigenous Studies Association, dell'Association for Humanist Sociology, dell'Association of Asian American Studies, della Critical Ethnic Studies Association, e dell'African Literature Association, che hanno adottato risoluzioni a supporto del diritto degli studenti e studiosi di mobilitarsi per il BDS e appoggiare il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane.

Il supporto del MEC al BDS non è in alcun modo in risposta a qualsiasi legge, direttiva, programma o mandato di qualsiasi governo nazionale, compreso il governo provvisorio della Palestina. Il MEC riconosce e sostiene la chiamata al BDS e continuerà a farlo fino a quando, come stabilito dall'appello:

“Israele non rispetterà i suoi obblighi di riconoscimento dell’inalienabile diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, e si atterrà pienamente al rispetto dei precetti del diritto internazionale così facendo:

  • Ponendo fine alla sua occupazione e alla sua colonizzazione di tutte le terre arabe, e smantellando il Muro;
  • Riconoscendo i diritti dei cittadini arabo-palestinesi di Israele fino alla piena eguaglianza;
  • Rispettando, proteggendo e promuovendo il diritto dei rifugiati palestinesi di poter tornare alle proprie case e alle proprie proprietà come sancito dalla Risoluzione ONU n° 194.”

Per la lista completa dei firmatari visitare il sito http://mecstatement.wordpress.com. Firme aggiuntive da parte di studiosi e di comunità cinematografiche e dei media possono essere inoltrate a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

 

 

 

 

Fonte: mondoweiss.net

Traduzione: BDS Italia