Dopo essere stati contattati dall’organizzazione in solidarietà e per i diritti umani dei palestinesi BDS Sud Africa, il rinomato “Trauma Centre” di Cape Town ha tagliato i suoi legami e rescisso il contratto con la controversa compagnia di sicurezza G4S. James Taylor, presidente del Trauma Centre, ha spiegato la decisione dell’organizzazione in un comunicato ufficiale postato su internet:
“Il Trauma Centre è impegnato nella creazione di una società scevra da violenze e torture e nell’educazione dei diritti umani… perciò apprendiamo con grande preoccupazione le gravi accuse di complicità nell’illegale incarcerazione e torture dei palestinesi in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati mosse contro la compagnia di sicurezza G4S…tali azioni violerebbero i principi fondamentali che costituiscono la base della nostra esistenza come organizzazione per i diritti umani. Per queste gravi preoccupazione, che violano i nostri valori fondamentali, il Consiglio del Trauma Centre ha deciso di terminare i rapporti dell’organizzazione con G4S.”
Nel comunicato, Taylor aggiunge anche che il Consiglio del Trauma Centre ha calcolato nella sua decisione anche la recente complicità di G4S nel caso di torture nel centro correzzionale di Mangaung.
Il Trauma Centre è stato fondato 20 anni fa, nel 1993, da un noto sacerdote, Padre Michael Lapsley (il quale, a causa di lettera esplosiva spedita da Apartheid South Africa, perse entrambe le mani e la vista da un occhio). Il Trauma Centre ha avuto un ruolo cruciale nella Commissione per la Verita e la riconciliazione del Sud Africa (TRC) ed è verosimilmente uno delle più conosciute organizzazioni per i diritti umani del paese. L’organizzazione è sostenuta da illustri personalità, come l'Arcivescovo Desmond Tutu; la moglie di Nelson Mandela, Graca Machel; l’ex giudice sudafricano, Justice Richard Goldstone; il vescovo anglicano ed ex prigioniero di Robben Island, Njongonkulu Ndungane; il Presidente dell’Istituto di Affari Internazionali del Sud Africa e direttore della Standard Bank, Fred Phaswana; e l’incona della lotta anti apartheid Ahmed Kathrada.
Salutando la decisione del Trauma Centre, Kwara Kekana del BDS Sud Africa ha commentato: ”Il fatto che un’organizzazione sudafricana con una tale storia ed importanza come il Trauma Centre abbia presa la virtuosa decisione di cessare i suoi rapporti con la G4S a causa della complicità della compagnia con gli abusi dei diritti umani nelle carceri israeliane dovrebbe costituire un importante esempio ed un importante precedente per tutte le organizzazione, imprese, università o alter entità sudafricano che hanno in essere contratti con la G4S. In particolare, ci stiamo appellando alla Airports Company of South Africa, alla South African Post Office, e alle Università di Cape Town e Stellenbosch – che hanno tutte contratti con la G4S – affinchè rescindano immediatamente i loro rapporti con la compagnia.”
G4S, la più grande compagnia di sicurezza al mondo, è stata obiettivo di molte efficaci champagne internazionali di boicottaggio negli ultimi anni, a causa delle sue complicità con l’illegale detenzione israeliana dei prigionieri politici palestinesi. Il risultato del Trauma Centre è il prima vittoria sudafricana per il BDS palestinese riguardante le campagna di boicottaggio della G4S.
La campagna internazionale di boicottaggio della G4S
In una significante vittoria all'inizio di questo mese, l'Università di Bergen in Norvegia decise di non aggiudicare il suo contratto di appalto sulla sicurezza alla G4S [1], sebbene la compagnia avesse presentato il prezzo più basso nella gara d’offerta. L’università norvegese calcolò una stimata perdita di 2,5 milioni di Corone Norvegesi relative al potenziale danno alla sua immagine se avesse scelto di aggiudicare il proprio contratto d’appalto di sicurezza alla G4S, a causa del coinvolgimento della compagnia coi centri detentivi, di tortura e di imprigionamento israeliani.
Lo scorso Ottobre, il sindacato norvegese Industri Energi, ha terminato il suo contratto con la G4S come “atto di solidarietà con la lotta del popolo palestinese.” [2]. A questo fece seguito la decisione dell’Associazione degli Insegnanti di East London (ELTA), che approvò una mozione [3] in cui condannava la complicità di G4S con il Sistema carcerario israeliano: “l’illegale detenzione e tortura [dei palestinesi]” definita come “profondamente immorale”. L’Università di Oslo, l’Unione Studentesca della Dundee University, la compagnia energetica inglese Good Energy, numerose compagnie, varie organizzazioni per I diritti umani e la stessa Unione Europea hanno recentemente tutti rescisso i propri legami con la G4S a causa del coinvolgimento della compagnia con gli insediamenti illegali, la detenzione dei palestinesi e la tortura dei prigionieri politici palestinesi da parte di Israele.
Sulla G4S e le carceri israeliane
Nel 2007, la G4S fu ingaggiata per assistere e gestire le carceri, i centri detentivi e i centri di tortura israeliani. Nonostante inizialmente affermava di essere intenzionata ad annullare i suoi contratti con Israele, la G4S prosegue con le sue attività con il regime israeliano. La G4S fornisce anche equipaggiamenti e servizi ai checkpoint israeliani e agli illegali insediamenti israeliani per “soli ebrei” nei Territori Palestinesi Occupati (qui disponibile il download del rapporto dell'Osservatore Speciale delle Nazioni Uniti coi dettagli riguardanti la G4S e le sue illegali attività in Israele [Pagine 15 & 16]). A causa del suo coinvolgimento con Israele, nel 2012, i prigionieri palestinesi e le organizzazioni che li supportano hanno chiesto il lancio di una campagna internazionale di boicottaggio della G4S come parte del movimento globale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele.
Più di 750.000 palestinesi (quasi il 40% dei palestinesi di sesso machile) sono stati almeno una volta incarcerati da Israele. Circa 100.000 palestinesi sono stati tenuti da Israele in “detenzione amministrativa” (l'equivalente della detenzione senza processo del Sud Africa dell'apartheid). Similmente all’esperienza delle famiglie di colore sotto l’apartheid, quasi ogni famiglia palestinese è stata afflitta dall’imprigionamento di un parente da parte di Israele.
Solo negli ultimi 11 anni, più di 7.500 bambini palestinesi sono stati detenuti nella carceri israeliane e nei centri di detenzione (inclusa la detenzione in isolamento), tra cui Muhammad Daoud Dirbas, che coi suoi 6 anni di età, è il più giovane bambino palestinese ad essere stato detenuto dai soldati israeliani. Attualmente, ci sono più di 5.000 palestinesi imprigionati da Israele; 134 di essi sono sotto “detenzione amministrati e 195 sono bambini. Lo scorso mese, al 27 di Ottobre, il BDS Sud Africa ha preso parte al lancio della campagna per la liberazione dei prigionieri palestinese che ha avuto luogo nella storica Robben Island sudafricana con Ahmed Kathrada ed altre personalità.
Kwara Kekana ha sottolineato che: ”Questa è la prima vittoria BDS sudafricana contro G4S da quanto la campagna per la liberazione dei prigionieri palestinesi è stata lanciata da Robben Island. Visto il ruolo nella lotta all’apartheid di Cowley House (dove il Trauma Centre si trova attualmente), che fungeva da rifugio alle famiglie che visitavano i loro cari detenuti a Robben Island, questa vittoria ha ancora più significato.”
[1] http://www.bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-sulbds/958-bergen-g4s
[2] http://www.bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-sulbds/890-industri-energi
[3] http://www.bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-sulbds/901-elta-g4s
Fonte: bdsmovement.net
Traduzione: BDS Italia