A Luglio, l’Unione Europea ha proposto un divieto di assistenza finanziaria alle organizzazioni israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza - divieto che il Segretario di Stato John Kerry ha invitato a posticipare. Lo scorso mese, l’Autorità Palestinese ha chiesto a 50 paesi di tutto il mondo l’applicazione di pressioni economiche alle compagnie che hanno attività nelle colonie israeliane.
Anonymous ha risposto.
Sabato, il collettivo di hacktivisti ha condotto uno dei suoi più riusciti tweetstorm fino ad ora, #OpBOYCOTTIsrael, in cui ha fornito “70 tweets con immagini ed articoli che promuovono il boicottaggio e il disinvestimento, espongono i crimini di guerra di Israele e i suoi crimini contro i bambini, e che chiedono alle compagnie che traggono profitto dall’apartheid israeliana di cessare le proprie attività".
Inondando le attività su Twitter con questo specifico hastag, Anonymous è riuscita nel suo intento di attirare l’attenzione su questa tendenza globale, aiutando ad aumentare la consapevolezza [del boicottaggio, ndt] attraverso la semplice ubiquità e curiosità. Questo particolare tweetstorm sta durando ormai da una settimana. Un documento Pastebin con spiegazione dettagliata degli obiettivi è stato rilasciato il 4 Novembre.
L’obiettivo a lungo termine è incoraggiare i cittadini di tutti i paesi ad utilizzare le cosiddette tecniche BDS – boicottaggio, disinvestimento e sanzioni – per “indebolire il capitale che finanzia l’oppressione dei palestinesi.” E’ un obiettivo ambizioso, ma le strategie BDS si sono rivelate efficaci in passato.
Un secondo, molto più esauriente documento Pastebin spiega: "Un crescente numero di progetti di associazioni politiche e religiose in tutto il mondo stanno abbracciando il disinvestimento come forma di pressione economica contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Il disinvestimento funziona – questa strategia ha avuto un importante ruolo nello smantellamento dell’apartheid in Sud Africa e può funzionare anche per smantellare l’apartheid israeliana in Palestina.”
Il secondo documento Pastebin contiene anche materiale per i palestinesi di Gaza che hanno visto la propria connessione internet messa fuori uso in passato (ricordate #OpIsrael?), con link a provider di connessione remota in caso di emergenza e con una guida su come gestire la copertura mediatica delle notizie.
Il tweetstorm è stato insolitamente ordinato e massiccio. L’hashtag ha toccato i 22.391 tweets nel suo periodo di attività, ed è stato brevemente riportato nella categoria “tendenze mondiali”, mentre il relativo hashtag #FreePalestine è rimasto in tendenza per parecchie ore.
#OpBOYCOTTIsrael: ecco i tweets
Fonte: bdsmovement.net
Traduzione: BDS Italia