Le nuove linee guida dell'Unione Europea riguardanti gli insediamenti israeliani hanno impedito la partecipazione dell'impresa di cosmetici Ahava ad un progetto di ricerca. La compagnia israeliana inoltre non riceverà più finanziamenti dallEuropa in quanto il suo impianto produttivo si trova in una colonia vicina al Mar Morto.
Ahava non otterrà quindi gli 8,25 mln di $ dall'Unione Europea che si aspettava per un progetto di trattamento della pelle, poiché le nuove regole stabilite sugli insediamenti illegali israeliani entreranno in vigori dal 2014, secondo quanto riportato da Jonathan Ferziger e David Wainer a Bloomber. Il progetto, nominato SuperFlex [1] e intenzionato a creare una linea di prodotti cosmetici per la pelle indirizzata a consumatori della terza età, era finanziato per 2/3 dall'Europa e avrebbe dovuto iniziare il mese prossimo.
A Luglio 2013, però, l'UE ha annunciato le nuove linee guida sulle entità israeliane che operano nei Territori Palestinesi Occupati, proibendo a quest'ultime l'assegnazione di strumenti o premi finanziari. Sebbene queste linee guida vincolino solamente l'Unione Europea e non i singoli stati membri e che l'impatto sull'economia israeliana sarà alquanto marginale, e che i molti contestatori dell'occupazione militare israeliana evidenzino come l'intera economia dello stato sia strettamente vincolata alle colonia, Ahava è una di quelle compagnie che risentirà pesantemente delle nuove politiche europee.
Nonstante ciò, in una dichiarazione a Bloomberg, Ahava non si è detta preoccupata dalle decisioni europee.
La mossa che ha visto la non assegnazione dei fondi ad Ahava da parte europea arriva nonostante la compagnia abbia offici amministrativi e di ricerca anche effettivamente in Israele. Secondo Eness Elias, membro del progetto Who Profits? [2], Ahava ha aperto un laboratorio in Ein Gedi nel 2009 e ne ha ampliato la struttura nel 2012, il quartier generale della compagnia risiede al di dentro della Green Line, ad Holon, ma il suo principale impianto di fabbricazione è sito nella colonia di Mitzpe Shalem, che detiene il 37% della compagnia, e altri azionisti dell'azienda hanno profonde relazioni con l'insediamento israeliano.
Nancy Kricorian, coordinatrice della campagna Code Pink’s anti-Ahava Stolen Beaut, ha dichiara che: “Abbiamo temuto che la mossa di Ahava di spostare i suoi uffici amministrativi e la sua sede fuori dai Territori Palestinesi Occupati, mantenendo comunque il suo impianto di produzione nella colonia illegale di Mitzpe Shalem, avrebbe permesso comunque di continuare a beneficiare dei fondi europei. Siamo rincuorati da questa notizia dell'esclusione di Ahava e dell'applicazione di eventuali sanzioni all'azienda che trae profitti tramite un'insediamento.” (Ahava è stata obiettivo di una campagna internazionale di boicottaggio per i suoi legami con le colonie israeliane, ndr)
Ma, mentre la partecipazione di Ahava al progetto SuperFlex non sarà permessa, un altro progetto finanziato dall'Unione Europea vedrà il copinvolgimento dell'azienda. David Kriss, portavoce dell'UE in Israele, ha dichiarato che “i progetti già esistenti andranno avanti”. L'UE sta attualmente finanziando il progetto SuperNano [3], finalizzato allo sviluppo di piattaforma tecnologica innovativa per la ricerca delle nanoparticelle e dei loro effetti nei prodotti di consumo. Ahava è una delle sette partecipanti al progetto, iniziata a Giugno 2012 e che terminerà nel 2016.
L'azienda, che ha fatturato 160 mln di $ lo scorso anno, ha a lungo beneficiato dei finanziamenti europei nei suoi progetti di ricerca, ma le nuove linee guida europee potrebbe significare il termine della stretta relazione dell'impresa israeliana con l'Unione Europea.
[1] http://cordis.europa.eu/projects/rcn/109254_en.html
[2] http://www.whoprofits.org/content/about-project
[3] http://cordis.europa.eu/projects/index.cfm?fuseaction=app.details&TXT=AHAVA&FRM=1&STP=10&SIC=&PGA=&CCY=&PCY=&SRC=&LNG=en&REF=103074
Fonti: mondoweiss.net
Traduzioni: BDS Italia