È passato un po' di tempo da quando gli investitori hanno avuto notizie da parte della direzione di SodaStream (SODA), per questo il team di Capital Ladder Advisory Group ha realizzato questo articolo, per informare meglio gli investitori di alcuni risultati trimestrali. SodaStream è una delle aziende meno comprese e con una cattiva fama presenti sul mercato, in parte per via delle origini di questo gruppo, in parte a causa dell’incorporazione israeliana. Molti individui, gruppi e anche i governi di tutto il mondo hanno avviato una ferma opposizione nei confronti di questa azienda, a causa dello stabilimento di produzione che Sodastream possiede nei territori occupati della Cisgiordania, denominato Mishor Adumim. Il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) ha cercato di ridurre il consumo di beni prodotti in Cisgiordania e nei circostanti territori occupati. Gli investitori del gruppo in questione dovrebbero continuare a informarsi in merito alle iniziative in continua crescita del movimento BDS, come ad esempio è il caso dei manifestanti che recentemente hanno inscenato una dimostrazione davanti al negozio SodaStream aperto recentemente nel Regno Unito, tenendo proteste pacifiche fuori dal negozio. 

Di recente, gli azionisti SODA hanno riscontrato un calo superiore al 10% del prezzo delle azioni, lasciando allibiti molti investitori ignari delle motivazioni di questo crollo improvviso sul mercato azionario. Sia i singoli investitori privati che quelli istituzionali si sono trovati di fronte ad un’improvvisa vendita dei titoli e a quella della negoziazione delle azioni avvenuta in soli tre giorni. Avere una rete avanzata di risorse può rivelarsi utile quando si investe in una società internazionale come SodaStream. Se però tali risorse non possono quasi mai prevedere l’oscillazione del prezzo delle azioni di una società, possono almeno fornire informazioni precise sulle potenziali oscillazioni di tali prezzi. Allora perché si è verificata tale situazione per le azioni di SODA e perché ci è voluto così tanto tempo perché si verificasse?

Il 19 settembre 2012, la Commissione parlamentare mista irlandese per gli affari esteri e per il commercio ha chiesto la messa al bando delle merci prodotte negli insediamenti israeliani illegali. La proposta è stata inviata al vice capo del governo, Eamonn Gilmore, che è anche Ministro per gli affari esteri ed è stata resa pubblica nel Regno Unito e in Irlanda venerdì 21 settembre. La maggior parte degli investitori SodaStream non ha scoperto l’evoluzione di questa vicenda se non la settimana successiva in cui si è scatenata la vendita delle azioni del Gruppo Soda e un aumento del volume giornaliero delle azioni negoziate. La cosa più rilevante di questo divieto proposto dal Parlamento irlandese è che risulta illegale nei confronti dell’accordo commerciale tra Unione Europa ed Israele. Nell'ambito di tale accordo, infatti, la Commissione asserisce che nessun singolo membro della UE può ratificare o modificare unilateralmente l'accordo esistente. La proposta di messa al bando da parte dell’Irlanda, che chiede anche una maggiore tutela dei diritti umani per i cittadini palestinesi che lavorano nei territori occupati della Cisgiordania, andrebbe ad infrangere tale trattato. Questa proposta non costituisce nulla di nuovo per l’Irlanda, paese che aveva già tentato una strada simile nel luglio del 2011. In sintesi, la proposta vuole rappresentare solamente un monito nei confronti della UE perché gli stati membri si impegnino maggiormente per la salvaguardia dei diritti umani nel mondo, in quanto la sua realizzazione pratica risulterebbe illegale e danneggerebbe le relazioni UE/Israele. Mentre abbiamo individuato gli aspetti legali di questa proposta, tuttavia il sentimento prevalente dovrebbe essere considerato come parte della propria analisi di investimenti in SODA e gli investitori dovrebbero anche sapere che SodaStream International possiede impianti di produzione in 13 paesi in tutto il mondo e uno in Israele, che è considerato dal punto di vista legale territorio israeliano. Inoltre, anche se un divieto unilaterale (da parte di un singolo stato membro dell’UE) risulterebbe illegale in pratica, ciò non è da escludere in quanto fatti ancora più strani si sono verificati nel corso degli ultimi anni per quanto riguarda le politiche governative.

Per leggere il resto dell’articolo, che tratta lo sviluppo commerciale di Sodastream, vedi la versione in inglese

Traduzione di Teresa Pelliccia