Al personale si richiedono turni di lavoro di 12 ore, che la  società dichiara essere del tutto regolamentari.

Di Tali Heruti-Sover

La SodaStream, l’azienda israeliana produttrice di gasatori domestici, è stata accusata di sfruttamento lavorativo del personale femminile beduino, ma la compagnia, famosa per la testimonial Sacarlett Johansson, sostiene di non far altro che attenersi ai contratti di lavoro.

Nel nuovo stabilimento della SodaStream nel Negev, le operaie della linea di produzione, molte delle quali sono madri e beduine, sono state obbligate a lavorare dalle 7 del mattino alle 19, come dichiarano i dipendenti.

Il contratto firmato dai nuovi assunti, che è stato ottenuto da The Marker, stabilisce la giornata lavorativa di 9 ore e mezza, comprese le pause imposte dalla legge.

Però recentemente è stato richiesto ai lavoratori di sottoscrivere una stesura che richiede loro di lavorare un numero di ore più o meno maggiore, in base alle esigenze dell’azienda. Questo può significare turni fino a 12 ore, che comprendono ulteriori pause. Sono previsti anche turni di notte di 12 ore, con un breve preavviso ai lavoratori.

Sono circa 300 i lavoratori dello stabilimento che ha aperto a metà maggio. Si prevede che la fabbrica impiegherà 1000 persone e  sostituirà lo stabilimento SodaStream nell’area industriale di Mishor Adumim, in Cisgiordania.

Il governo ha contribuito a reperire la nuova area industriale, con l’intenzione di attrarre grossi impianti e attività nel nord del Negev – destinati anche ai residenti beduini dei dintorni di Rahat.

L’area industriale è un’impresa in compartecipazione tra la città di Lehavim, il Consiglio Regionale di Bnei Shimon e Rahat.

Molti dei lavoratori sono donne provenienti da Rahat, felici di trovare un lavoro vicino a casa. La paga oraria, come usuale per gli operai della produzione, è di poco superiore al minimo salariale: 24 shekels ($ 6.63)[€5,10 ].

I lavoratori  si sono lamentati di non aver modo di sapere per quanto tempo lavoreranno, e quando. Hanno detto di essersi sorpresi della richiesta di lavorare più a lungo ed erano scontenti, ma la direzione a quanto pare non è intenzionata a derogare.

Secondo una fonte informata della situazione, “Le donne sono piuttosto povere e non creeranno problemi, certamente non quando il loro capo è un vicino. Moltissimi lavoratori erano in attesa di questa fabbrica, il governo la sostiene e i beduini sono contenti di avere un’opportunità di essere assunti. Ma non è questo il modo di procedere.”

“Va tenuto presente che le donne arabe, specialmente le madri, sono la categoria più difficile da integrare nella forza lavoro. Se la SodaStream propone turni fino alle 16,30, è prevedibile che le donne accettino, e le ore restanti verranno coperte da persone che le vogliono fare.”

Alham al-Kamalaat, [una donna ]responsabile del gruppo per i diritti Yedid[ è una ong  israeliana in difesa dei diritti dei lavoratori n.d.t.], dice di aver ricevuto moltissime denunce da parte delle donne contro SodaStream. “Sono donne che hanno voglia di lavorare, ma sono anche madri che intendono poter passare abbastanza tempo con i loro figli”.

Ran Melamed, vicedirettore di Yedid per le comunicazioni e le politiche sociali, dice di aver interpellato il Ministro dell’economia Naftali Bennet e l’Office of the Chief Scientist, per valutare se SodaStream rispetti le condizioni per le sovvenzioni governative. In caso contrario, sostiene, la  società dovrà modificare le proprie politiche occupazionali.

La  società da parte sua ha affermato di non aver fatto niente di sbagliato, ed ha scritto in un comunicato: “La SodaStream ha impiantato una linea speciale di produzione, che consente a persone con famiglia di entrare a far parte della forza lavoro nell’ambito di brevi turni. Tutti i lavoratori a tempo pieno sono stati informati che sarebbe stato loro richiesto di lavorare su turni di 12 ore quando necessario, e in base al piano di produzione, nel rispetto dell’orario legale.”

“Durante l’estate, la domanda dei prodotti dell’azienda è aumentata, di conseguenza sono state aumentate le ore lavorative. Perciò ai lavoratori è stato chiesto di lavorare su turni di 12 ore – incluse pause per un totale di un’ ora, più di quanto previsto per legge – come era stato loro detto prima di essere assunti.”

Secondo SodaStream, “sono state proposte soluzioni flessibili e creative a quei pochi dipendenti che hanno detto di non essere disponibili.”

Lo stabilimento SodaStream in Cisgiordania è stato oggetto di critiche a livello internazionale ed anche di minacce di boicottaggio. Quest’estate la compagnia è stata accusata del licenziamento di 60 lavoratori palestinesi, in seguito ad un contenzioso sul cibo ricevuto durante le pause per interrompere il digiuno del Ramadan, che dura l’intero giorno. I lavoratori attuarono uno sciopero a gatto selvaggio, e la maggior parte dei dipendenti licenziati furono reintegrati al lavoro.

Il sindacato che rappresenta i lavoratori palestinesi della fabbrica ha detto che a inizio luglio gli operai del turno di notte si sono lamentati del cibo insufficiente, ma fu loro impedito di portarsi il cibo da casa, a causa delle leggi alimentari ebraiche.  Il risultato fu che non c’era cibo sufficiente per la fine del digiuno di 16 ore.

 

 

 

 

 

Fonte: haaretz.com

Traduzione: BDS Italia