L’articolo di seguito è apparso su un noto sito di consigli sugli investimenti e dimostra l’impatto che il boicottaggio ha avuto sulla Sodastream

Dopo che un quotidiano israeliano ha riportato la notizia che SodaStream International stava considerando una partnership con una grande azienda di bevande, le quote delle azioni sono salite dell'8% mentre crescevano le ipotesi su chi potesse essere il pretendente. Anche se sembra inevitabile che qualcuno voglia unirsi alla società, visto che è il leader nel mercato dei gasatori per l’acqua, SodaStream viene con un bagaglio di problemi che altre partnership simili, come Keurig Green Mountain e Coca- Cola, non hanno mai dovuto contemplare, quindi non sono certo che il fulmine stia per colpire una seconda volta.

Indipendentemente dal fatto se pensiate che le critiche siano valide o meno, le operazioni di Sodastream in un insediamento israeliano in Palestina sono una pietra di paragone per le polemiche. L’apparizione dell'attrice Scarlett Johansson in una pubblicità durante il Super Bowl (campionato di football americano, ndt) per il gasatore di acqua fai da te ha scatenato un putiferio all'inizio di quest'anno e ha portato la Johansson a dimettersi da una grande organizzazione impegnata contro la povertà, che ha criticato la sua promozione dei prodotti Sodastream.

Se siete d'accordo o no che gli insediamenti in Cisgiordania sono illegali non è davvero il punto, anche se, ovviamente, questo può influenzare la vostra opinione su un'azienda che opera da un insediamento o che fa affari con qualcuno che lavora lì, ed è proprio questo tipo di polarizzazione che renderà nervosi i consigli di amministrazione aziendali. Quindi gli investitori che stanno cercando di prevedere quale "grande azienda di bevande" sta pianificando una partnership con SodaStream, supponendo che ce ne sia davvero una, devono anche calcolare se la società vorrà essere trascinata in un dibattito con tutte le connotazioni negative, la cattiva pubblicità, le proteste e i boicottaggi che l’accompagneranno.

Le ipotesi si incentrano intorno PepsiCo, Dr Pepper Snapple e Starbucks come contendenti naturali, ma ci sono validi motivi per escludere ognuna di loro.

Pepsi ha già una società di imbottigliamento a Gaza, il Gruppo Yazegi, ma che è di proprietà di una famiglia palestinese. Un'associazione con SodaStream potrebbe essere vista come dannosa per quel rapporto, e anche se potrebbe facilmente essere visto pure come un segno di equilibrio, la politica e i conflitti di lunga data hanno un modo di negare tale chiarezza.

Dr Pepper, che genera i propri ricavi quasi del tutto dal mercato statunitense, potrebbe beneficiare di una nuova innovazione di prodotto e potrebbe desiderare una presenza internazionale, ma probabilmente non vorrebbe iniziare dovendo difendere la sua decisione dalle polemiche.

Starbucks gestisce anche numerosi negozi in tutto il mondo arabo, ma diversi anni fa fu falsamente accusato di aver donato una settimana di profitti all'esercito israeliano, che ha portato a numerose proteste in tutto il mondo. È difficile che voglia suscitare un tale vespaio, e quei ricordi, di nuovo.

Ancora una volta, a prescindere dal fatto che sia giusto o sbagliato e non importa come la pensiate personalmente, le aziende devono prendere in considerazione questi aspetti, e mi sembra che queste tre grandi aziende produttrici di bevande, in particolare, preferirebbero peccare di eccesso di cautela invece di provocare un contraccolpo di negatività, diventando un partner di SodaStream.

Fonte: Motley Fool 

Traduzione di BDS Italia