di Annie Robbins
Il capo economista del Leader Capital Markets, una delle più importanti banche di investimento Israeliane, Rafi Gozlan sostiene che la minaccia del boicottaggio e delle sanzioni contro Israele e le polemiche che circondano Scarlett Johansson, ambasciatore globale per SodaStream, avrebbero contribuito al crollo dello shekel.
Non c'è dubbio che l'attenzione si sia spostata verso un altro livello di discussione dato che Haaretz riferisce del raggiungimento del tasso più alto mensile del dollaro contro lo shekel con un titolo che recita “Gli economisti affermano che le preoccupazioni per il boicottaggio possano indebolire la valuta israeliana”. L'articolo riporta l'immagine di Johansson e SodaStream con la didascalia: “Gli analisti dicono che indirettamente sta influenzando lo shekel".
Haaretz:
Il dollaro è balzato dello 0,7% rispetto al tasso della Banca di Israele di 3.521 shekel, segnando il record mensile positivo. In uno scambio successivo la valuta statunitense era a 3.528 ILS. Anche se indebolito nei confronti del dollaro, l'euro ha segnato un +0,2% attestandosi a 4.75 ILS.
…Il 24 gennaio quando lo shekel si era rafforzato a 3.483 ILS, la banca centrale sembrava pronta ad agire. Da allora, il dollaro ha guadagnato circa l'1% sulla valuta israeliana. Il FXCM sostiene che fino a quando il dollaro resta sopra il 3.50 si gettano le basi per un suo ulteriore rafforzamento.
Gozlan ha sottolineato inoltre come, ancora più dell'ascesa del dollaro, un altro fattore ha pesato sullo shekel, ovvero la minaccia del boicottaggio e delle sanzioni contro l'economia israeliana. Egli ritiene infatti che i numerosi annunci di azioni di boicottaggio da parte di banche europee e fondi pensionistici e la polemica sull'apparizione di Scarlett Johansson in uno spot di una società israeliana hanno attirato l'attenzione sugli sforzi del boicottaggio e avrebbero spaventato alcuni investitori. Gozlan avverte “Ora il mercato non presta molta attenzione a questo fenomeno, ma se il problema del boicottaggio crescesse potrebbe facilmente indebolire lo shekel”.
Lo shekel ha perso terreno rispetto al dollaro, nonostante la banca centrale israeliana e il ministero delle Finanze siano di recente intervenuti pesantemente sul mercato con un acquisto massiccio di 500 milioni di dollari, finalizzato a fermare l'apprezzamento dello shekel e “a bilanciare il tasso di cambio per non danneggiare le esportazioni”. Gli esportatori israeliani avevano infatti esercitato forti pressioni al fine di bloccare l'ascesa dello shekel, che l'anno scorso è stato per del tempo la valuta più forte al mondo. L'acquisto di valuta estera è una routine, ma alcuni degli interventi degli ultimi mesi sono stati del tutto inaspettati e si sono caratterizzati come misure “sorprendenti” e azioni di “grande impatto.” Lunedì il settimanale americano Bloomberg Businessweek ha dichiarato “I giorni migliori dello shekel potrebbero essere finiti”.
Come riportato il mese scorso, alcuni esportatori israeliani (coloni agricoltori) del paniere palestinese della Valle del Giordano si stanno innervosendo. Secondo il Bloomberg Businessweek quest'anno gli esportatori israeliani prevedono di raddoppiare i tagli ai posti di lavoro.
Così quelle bollicine di Sodastream iniziano davvero a simboleggiare la caduta dello shekel?
La settimana scorsa occupandosi del fiasco SodaStream/Johansson, e in riferimento all'eccellente contributo di Omar Barghouti nel New York Times l'Economist ha spiegato che “Israele ha guardato con ansia crescente” gli attivisti palestinesi costringere Johansson a scegliere tra la sua lealtà a Oxfam e l’apartheid/SodaStream. Anche questa è una lettura davvero interessante.
The Economist:
Israele ha deliberatamente cancellato i confini tra i suoi territori prima del 1967 e gli insediamenti, in termini sia fisici sia economici. Con il finanziamento statale allo sviluppo abitativo e economico degli insediamenti, le istituzioni finanziarie israeliane non possono in alcun modo districarsi dal progetto delle colonie. Per questo all'inizio dell'anno il PGGM, un importante fondo pensionistico olandese, ha deciso di tagliare decine di milioni di euro di investimenti alle prime cinque banche israeliane: poiché considerati inconciliabili con il codice etico aziendale. Altre grandi istituzioni finanziarie europee stanno valutando di intraprendere la stessa strada. Le società di infrastrutture israeliane sono allo stesso modo incapaci di discostarsi dalle attività nei territori, e le imprese infrastrutturali europee hanno iniziato a tagliare le Joint Venture con controparti israeliane. Come la signora Johansson, finalmente sono stati costretti a scegliere.
…In questo dramma infatti la Sig.ra Johansson non è l'unica che ha cercato di tenere il più a lungo possibile un piede in due scarpe. Israele ha guardato con ansia crescente gli attivisti palestinesi costringere con successo Johansson a prendere una decisione. Il disinvestimento delle imprese europee, il potere dilagante di organizzazioni ebraiche liberali che si oppongono e denunciano l'occupazione, le intense incursioni di John Kerry per forzare dei progressi nel processo di pace, le spaccature in aumento all'interno della coalizione di Benjamin Netanyahu: tutto questo si ricollega a come Thomas Friedman ha definito questa settimana “un punto di svolta nelle relazioni con i territori”. La domanda se Israele abbia mai l'intenzione e la volontà di ritirarsi sta finalmente per avere una risposta. La scorsa settimana uno dei massimi gruppi di esperti israeliani ha delineato una nuova linea di azione: se i colloqui di pace con i palestinesi falliranno, Israele dovrà semplicemente ritirarsi unilateralmente dal 85% dei territori della Cisgiordania indirettamente occupati. L'indecisione, il rinvio e la fantasia della Grande Israele stanno per giungere alla fine.
P.S. Mi sono presa una strigliata dal Jewish News del 04 febbraio 2014 per avere segnalato il crollo delle azioni Sodastream e un analista ha citato l'effetto negativo di eventuali "sanzioni nei confronti degli insediamenti ebraici". Non vedo l'ora che quelli del Jewish News leggano le ultime notizie su Haaretz.
Fonte: MondoWeiss
Traduzione di BDS Italia