In un'aula si parlava di Israele come un progetto coloniale, mentre in un'altra si teneva un workshop sulla Palestina e le rivolte arabe. Nei corridoi piccoli gruppi di attivisti parlavano di recenti viaggi o del ruolo dell'Autorità palestinese nella Cisgiordania. E la sera, si dirigevano verso Occupy Wall Street, l'accampamento nel distretto finanziario di New York per intervenire nell'assemblea generale.
Questa era la scena alla Columbia University a New York dal 14 al16 ottobre dove 350 studenti provenienti da più di cento università da tutti gli Stati Uniti si sono riuniti per la prima assemblea nazionale degli Studenti per la Giustizia in Palestina (SJP). L'incontro è stato organizzato in tanti workshop che spaziavano da "L'economia del colonialismo israeliano" all'"Attivismo delle donne" a "Come avviare in modo efficace una sezione locale SJP". 'Si è trattato del risultato di un anno di programmazione, organizzazione e raccolta fondi da parte degli studenti. Questo incontro nazionale SJP arriva in un momento in cui l'attivismo per la Palestina nei campus universitari è sempre più sotto controllo.
"È un grande, grande passo per noi", ha spiegato Muqeet Aman, un neo-laureato della Florida International University, che faceva parte del Comitato coordinatore nazionale SJP, un gruppo informale di attivisti SJP che ha organizzato l'assemblea nazionale.
Secondo gli attivisti, gli obiettivi dell'incontro, con lo slogan "Gli Studenti Sfidano l'Apartheid", miravano a rafforzare il movimento studentesco per i diritti dei palestinesi e a sviluppare una migliore comprensione della situazione politica in Palestina. Gli attivisti SJP si dividevano in diversi workshop sul tema "costruire il movimento" con lo scopo di sviluppare proposte per una struttura nazionale per meglio coordinarsi e condividere le risorse, mantenendo tuttavia l'autonomia delle sezioni locali.
Nella dichiarazione rilasciata a seguito della conferenza si affermava che una struttura nazionale per SJP "segnerebbe l'inizio di una nuova era per il movimento di solidarietà con la Palestina negli Stati Uniti".
Le centinaia di attivisti hanno inoltre deciso sui "principi base" durante la sessione di chiusura, i quali rispecchiano le richieste del movimento guidato dai palestinesi per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
Dina Omar, studentessa della Columbia University e organizzatrice SJP, ha detto che l'importanza della conferenza è stata quella di creare una "rete solida per aiutare e difendere gli studenti da essere sistematicamente bersagliati dal potere istituzionale".
Questi poteri istituzionali, che Omar dice cercano di intaccare e bersagliare attivisti per la Palestina, erano chiaramente manifesti nelle settimane precedenti la conferenza.
Gli studenti sotto attacco
Dieci studenti musulmani della University of California a Irvine, che hanno interrotto il discorso dell'ambasciatore israeliano Michael Oren, sono stati condannati tre settimane prima della conferenza SJP.
Mentre una settimana prima dell'incontro alla Columbia, l'Anti-Defamation League (ADL) ha preso di mira quello che definiva la "crescente forza" di SJP in una relazione sulle "attività anti-Israele" nelle università.
L'ironia della sorte è che è stata proprio una dichiarazione dell'ADL del 2010 che definiva SJP uno dei top 10 gruppi "anti-Israele" negli Stati Uniti a spingere 67 sezioni locali a riunirsi per la prima volta.
Il rapporto dell'ADL indicava SJP quale "organizzatore principale di eventi anti-Israele nei campus," e ha detto che SJP "rappresenta" una "sfida". L'ADL ha anche lodato la decisione del Ministero della Pubblica Istruzione negli USA che nel 2010 ha allargato la sua interpretazione della legge del 1964 sui diritti civili per "proteggere" anche gli studenti universitari ebrei dall'anti-semitismo, "compressi i sentimenti anti-Israele e anti-sionista che sconfinano nell'anti-semitismo".
Attivisti per la solidarietà con la Palestina, però, dicono che l'accusa di anti-semitismo viene usata per reprimere l'attivismo per i diritti dei palestinesi. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato una serie di indagini sul presunto antisemitismo nei campus, anche a Barnard College, che è affiliato con la Columbia, e alla University of California a Santa Cruz.
Che l'ADL, una potente organizzazione con un budget di decine di milioni di dollari, prenda di mira studenti attivisti è l'indicazione sia delle sfide che SJP deve affrontare che dell'importanza del lavoro di SJP.
Omar ha detto che le inchieste del Ministero "fanno capire quanto lavoro c'è ancora da fare nella lotta contro il potere istituzionale che cerca di sopprimere le nostre voci".
Le sezioni locali di SJP continuano a subire attacchi da vari gruppi della lobby israeliana. E pochi giorni prima della conferenza a New York, il deputato democratico Gary Ackerman, un forte sostenitore di Israele, ha attaccato i professori e lo staff della New York University per aver firmato una lettera della sezione locale SJP a favore del disinvestimento [ndt – dell'università dalle compagnie che traggono profitti dall'occupazione].
Alcuni studenti attivisti dicono di essere sopraffatti, a volte da quello che Omar ha descritto come "essere costantemente costretti a fare 12 passi indietro, in termini di filtrare tutta la disinformazione, prima di poter fare un passo in avanti".
Gli attivisti continuano a sviluppare ed ampliare le campagne di disinvestimento
Nonostante la pressione, però, gli attivisti si impegnano ad andare avanti con il loro principale lavoro: promuovere i diritti dei palestinesi, sopratutto attraverso campagne BDS. Infatti, campagne di disinvestimento nei campus universitari degli Stati Uniti continuano ad andare avanti - una grande preoccupazione per gruppi come l'ADL.
Un tema centrale della conferenza, infatti, è stato il movimento BDS, che risponde ad un appello del 2005 della società civile palestinese, chiede il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni nei confronti di Israele fino a quando non si adegui ai suoi obblighi di diritto internazionale. I workshop comprendevano come attuare una campagna di disinvestimento di successo, la preparazione per la Settimana contro l'Apartheid israeliana e le lezioni da trarre dalle campagne BDS universitarie del passato.
"La campagna BDS è un punto di riferimento importante in termini di seguire la leadership palestinese", ha detto Ilana Rossoff, una coordinatrice SJP e una neo-laureata di Hampshire University. SJP Hampshire ha portato avanti nel 2009 la prima campagna di successo di disinvestimento nei confronti di Israele negli Stati Uniti.
L'importanza della campagna BDS è stata sottolineata anche dai relatori dell'incontro nazionale. Bashir Abu-Manneh, un professore di Barnard, ha detto ai partecipanti di un workshop che "le sanzioni sono il modo migliore per alleviare le sofferenze dei palestinesi. È fondamentale creare una strategia in tutti gli Stati Uniti, per fare pressione sul governo degli Stati Uniti a terminare il sostegno militare a Israele e sulle imprese statunitensi a disinvestire dall'occupazione".
Gli attivisti SJP hanno anche detto che la conferenza si è tenuta in un momento politico opportuno negli Stati Uniti, mentre le "occupazioni" dello spazio pubblico spuntano ovunque in segno di protesta contro la disuguaglianza economica. Molti attivisti SJP sono andati all'accampamento Occupy Wall Street e hanno partecipato alle proteste durante il week-end che hanno visto decine di arresti. Rossoff, che è intervenuta all'assemblea generale, ha detto che il feedback da parte dei manifestanti di Occupy Wall Street è stato positivo.
"Si sta raggionando in maniera molto intelligente sulla politica della coalizione – che tipo di movimento sociale dobbiamo costruire per avere la forza politica tale che possa lavorare per i nostri obiettivi," ha scritto Max Ajl, un blogger e attivista che ha partecipato alla conferenza, in una e-mail. "La tempistica è stata fondamentale - ovunque si parlava del fatto che siamo parte di una mobilitazione più ampia, quello delle occupazioni. C'è ora sia l'opportunità che l'incentivo per collegare queste lotte".
Come molti altri, Shirien Damra, di Chicago e un'attivista di SJP di lunga data, è uscita dalla conferenza piena di energia e speranza.
"Stiamo avendo un impatto. Stiamo facendo un colpo grosso", ha detto. "È stimolante e pure nuovo solo vedere tutti questi studenti che sono così determinati. Non sono [solo] palestinesi, non sono [solo] ebraici, molti di questi studenti non sono etnicamente legati alla questione per niente, lo vedono come un movimento umano ... è incredibile".
Alex Kane è un blogger e giornalista che vive a New York. È un frequente contributore a Mondoweiss, e i suoi articoli sono stati pubblicati su Salon, AlterNet, The Electronic Intifada, Common Dreams, Palestine Chronicle, Gotham Gazette e Extra. Seguilo su Twitter @alexbkane.
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione a cura di Stop Agrexco Italia