LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

14 aprile 2011

di Ben White

ben-whiteDopo che dei militanti in tutto il mondo hanno partecipato alla IAW (Israeli Apartheid Week), tenutasi in Canada dall '8 al 13 marzo, dai gruppi sionisti si sono dati da fare, ricorrendo a una mescolanza di diversivi mielosi, di menzogne, e di hasbaristi ( propagandisti sionisti)* addestrati allo scopo.

Ecco, alla rinfusa, cinque obbiezioni frequentemente avanzate contro la IAW:

1. "Gli arabi in Israele, fanno la loro spesa negli stessi mercati, si curano negli stessi ospedali, si siedono negli stessi parchi, ecc. degli israeliani ebrei".

Questa affermazione è a volte completata da foto che mostrano degli arabi dediti gioiosamente – e senza dubbio con riconoscenza – ai loro impegni quotidiani o che godono del loro tempo libero nell'"Unica Democrazia de Medio Oriente" (slogan commerciale).

Tuttavia, Israele come spazio democratico multiculturale, misto, è minato da un insieme di situazioni, tra cui segnatamente, e non esclusivamente:

dei "comitati di selezione" decidono chi può essere ammesso nelle piccole comunità, fondandosi su criteri come "l'attitudine sociale": è un'organizzazione che opera in centinaia di città (l'uso di questi comitati come strumento di esclusione dei palestinesi potrebbe essere rafforzato da una prossima legge); un certo numero di queste comunità sono state create in primo luogo nel quadro di un progetto basato sulla discriminazione etnica e la fobia demografica;

i Palestinesi "residenti permanenti" a Gerusalemme Est, pur vivendo nella pretesa "capitale unificata" di Israele, non possono acquistare dei beni immobili nella parte più estesa della città (Gerusalemme Ovest) e nel restante terzo (Gerusalemme Est, annessa illegalmente): questo "perché per avere il diritto di acquistare degli immobili su una terra dello Stato, il compratore deve essere cittadino di Israele o "avere diritto, secondo la legge israeliana, alla cittadinanza nel quadro della legge del Ritorno (cioè, essere ebreo);

i Palestinesi sotto l'occupazione militare israeliana sono sottoposti a uno stretto regime che controlla la loro libertà di spostamento, un regime basato su un sistema di "autorizzazioni" e messo in opera grazie ai check points e a degli ostacoli fisici sulle strade. In quanto ai cittadini israeliani ebrei, essi possono vivere nelle colonie all'interno della Cisgiordania e sono liberi di andare e venire a loro piacere: non così i loro vicini palestinesi.

 

2. " Gli arabi in Israele godono di un livello di vita e di libertà civili che gli Arabi del resto del Medio Oriente non possono che sognarsi"

Questo genere di argomento era regolarmente portato avanti dal regime di apartheid dell'Africa del Sud e dai suoi sostenitori. Per esempio, il cronista d'agenzia statunitense, James Kilkpatrick, deceduto recentemente, scriveva nel 1972 che le condizioni dei Sudafricani neri possono sembrare "esecrabili" , ma che in realtà "L'Africa del Sud aveva ottenuto per il suo popolo non bianco il migliore sistema scolastico e il più elevato livello di vita di tutti i neri d'Africa". (Kilkpatrick continuava aggiungendo che "è con l'incoraggiamento e la comprensione che si permetterà ai Neri e ai Bianchi di prosperare e non con la forza, le fanfaronate e il boicottaggio" – questo ci ricorda qualcosa!)

Sicuramente, un confronto giusto si può fare tra gli ebrei Israeliani da una parte e i cittadini palestinesi di Israele e quelli sotto l'occupazione militare dall'altra. Nel 2006 il Pil per abitante degli ebrei di Israele era due volte più alto di quello dei Palestinesi di cittadinanza isareliana e 15 volte di quello dei Palestinesi dei territori Occupati. Gli ebrei israeliani vivono quattro anni in più dei loro concittadini palestinesi.

E la lista è lunga....

3. "E che dite dell'Iran, della Cina, della Birmania, del Sudan, della Russia, ecc...?" Pur essendo manifestamente senza valore, questa tattica è continuamente rilanciata, in modo ossessivo.

Stranamente, nel contesto del dibattito sul disinvestimento a Berkeley, l'università della California, nel 2010, alcuni partigiani di Israele avevano messo in guardia contro questo argomento, perché "significa che Israele ha commesso dei crimini di guerra". Inoltre, domandate ai partigiani di Israele se essi accusano i militanti tibetani di prendere di mira la Cina o se chiedono ai militanti birmani per la democrazia di impegnarsi per battersi contro i diamanti insanguinati .

Nessuno si sognerebbe di porre questo genere di domande, allora perché i palestinesi e quelli che sono solidali con loro dovrebbero essere trattati diversamente, semplicemente perché c'è di mezzo Israele?

4. "Israele ha dei deputati arabi, degli arabi nel sistema giudiziario, delle pop star arabe ecc..."

Una posizione facilmente ribaltabile:

All'epoca in cui i Neri americani subivano le leggi Jim Crow e altre forme di segregazione razziale un certo numero di neri occupava dei posti importanti negli Stati Uniti. Degli artisti come Louis Armstrong e Duke Ellington sono stati mandati in tournées internazionali con il beneplacito del Dipartimento di Stato degli StatiUniti. Ralph Bunch è stato ambasciatore degli Stati Uniti all'Onu.

Si, c'è un beduino al servizio degli Affari Esteri di Israele. Ma questo non cancella la realtà dei villaggi non riconosciuti, della perdita delle terre, delle demolizioni e delle ineguaglianze nel Negev.

5. "Perché non parlate dei vostri apartheid?"

È qua che si lamentano e strillano contro le ingiustizie in Arabia Saudita, in Libano, in Siria ecc... "C'è un apartheid sessista! Un apartheid religioso" e via dicendo.

In risposta, si può ricordare come l'Arabia Saudita, così come Israele, è un alleato degli Stati Uniti, un regime salutato come "moderato" e "respnsabile" dall'ex primo ministro israeliano Ehud Olmert.

Si può anche convenire che effettivamente i rifugiati palestinesi sono stati trattati in modo vergognoso da molti, compresi i governi arabi, ma che comunque, bisogna domandarsi perché ci sono dei rifugiati.

Infine, può essere utile sottolineare che"apartheid" non significa semplicemente "oppressione" o " cattiva azione" –  e voi non potete semplicemente ripeterlo ogni volta che potete nella speranza che tutti finiscano per dimenticare ciò che voi cercate di nascondere.

Ben White è un giornalista indipendente, specializzato su Palestina / Israele. Il suo sito: http://www.benwhite.org.uk, e il suo indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ben White è l'autore de "L'apartheid israeliano. Un manuale da debuttante"

Fonte: Mondoweiss

*Dicesi Hasbara : quel complesso di iniziative di "pubbliche relazioni" intraprese per promuovere Israele. Il termine è usato dal governo israeliano e dai suoi sostenitori per descrivere gli sforzi fatti per spiegare a tutto il mondo la "bontà" del governo di Israele e per contrastare con questa "verità" quei testi pubblici che considerano negativamente il progetto coloniale sionista.