Funzionari di Stato avvertono di un isolamento politico a seguito del sostegno di nazioni europee alla proposta palestinese di far condannare al Consiglio di Sicurezza la costruzione degli insediamenti. "Ogni gara d'appalto per la costruzione degli insediamenti ci allontana dall'Europa. Alcuni paesi boicottano le merci israeliane e le cose possono peggiorare", ha detto un funzionario
Funzionari di Stato hanno detto sabato che il veto degli Stati Uniti, che ha impedito una condanna delle Nazioni Unite alla costruzione degli insediamenti, non è motivo per festeggiare. "Israele è sempre più isolato dai paesi dell'Europa occidentale, che considerano gli insediamenti un oltraggio", ha dichiarato un funzionario. Alti funzionari hanno detto che non escludono conseguenze finanziarie a seguito dell'isolamento di Israele.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il responsabile degli Affari Esteri dell'UE Catherine Ashton si sono pubblicamente opposte sia alla continuazione della costruzione degli insediamenti che all'esistenza di essi. Germania, Gran Bretagna e Francia sono stati tra i 14 sostenitori della proposta palestinese votata al Consiglio di Sicurezza venerdì.
"Ogni volta che Israele emette un'altra gara d'appalto per la costruzione degli insediamenti ci allontana dalle nazioni europee amiche. Abbiamo un problema molto serio e il fatto che non vi è un processo di pace rende più difficile ottenere il sostegno a Israele dalle nazioni dell'Europa occidentale. Merkel e Nicolas Sarkozy sono infuriati con Netanyahu e non accettano il fatto che il primo ministro non abbia esteso il congelamento per altri tre mesi", ha detto un funzionario di Stato.
Fonti da Gerusalemme avvertono anche della possibilità di danni alle relazioni finanziarie fra Israele e Europa. "Si ritiene che il voto avrà conseguenze finanziarie nei confronti dell'Europa. Ci sono paesi che già boicottano prodotti israeliani e le cose potrebbero peggiorare ulteriormente.
"Non sfugge agli europei il fatto che la politica di Ashton è inequivocabilmente anti-insediamenti. Gli insediamenti e la costruzione di essi contribuiscono alla delegittimazione di Israele in tutta Europa. In passato, sarebbe stato possibile influenzare i paesi europei, ma oggi è praticamente impossibile".
Assicurarsi il sostegno europeo
Dopo che il loro progetto è stato bloccato nel Consiglio di Sicurezza, l'ANP ha minacciato di presentarlo all'Assemblea Generale, dove potrebbe essere discusso anche il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente. Alti funzionari del Ministero degli Esteri israeliano hanno detto che nonostante i rapporti tesi con l'Europa, Israele cercherà di formare un gruppo di 20 o 30 paesi europei disposti a votare contro il progetto palestinese all'Assemblea Generale.
"È chiaramente evidente che i palestinesi hanno una maggioranza automatica ma stiamo attualmente cercando di garantirci l'appoggio delle nazioni dell'Europa orientale e possibilmente di alcuni stati occidentali", ha detto un funzionario del Ministero degli Esteri israeliano.
"Se i palestinesi dovessero presentare una dichiarazione più forte, ciò potrebbe portare Inghilterra o Francia più facilmente dalla nostra parte. Ma se la dichiarazione sarà simile a quella presenatata al Consiglio di sicurezza è possibile che Israele subirà un'altra condanna, che tuttavia non ha conseguenze pratiche".
Nel frattempo, i funzionari dello Stato osservano il fatto che il primo ministro non ha effettuato visite al di fuori di Israele nel corso degli ultimi mesi. È vero che Merkel e nove ministri tedeschi hanno recentemente visitato Israele, ma Netanyahu non si è incontrato con le sue controparti europee da molti mesi. In effetti, il primo ministro non ha incontrato nessuno dei principali leader europei al di fuori di Israele da quando il processo di pace è in stallo.
Processo di pace in stallo
Funzionari di Gerusalemme prevedono che, dopo l'annuncio palestinese per quanto riguarda le prossime elezioni e i recenti eventi internazionali, è improbabile che sia rinnovato il processo di pace nei prossimi mesi. Un alto funzionario dello Stato ha dichiarato: "Prevediamo che il processo di pace rimarrà invariato nei prossimi mesi. I palestinesi non vogliono negoziare durante il periodo elettorale in modo da non essere visti negoziare delle concessioni ad Israele".
I funzionari fanno notare che gli Stati Uniti continuano il dialogo con Israele e hanno detto di ritenere che il processo di pace possa essere ripreso.
Durante la sua ultima visita a Washington, i funzionari statunitensi hanno detto al Ministro della Difesa Ehud Barak che l'attuale situazione in Medio Oriente consentirà il rinnovo di negoziati di pace e che stanno lavorando per riattivarli. Fonti vicine a Netanyahu restano scettiche e hanno detto che "in questo momento il dialogo con gli Stati Uniti è in corso e sono alla ricerca di nuovi modi per rilanciare i negoziati".
Nei giorni scorsi, si sono diffuse varie voci in ambito politico che Israele e gli Stati Uniti stessero cercando di elaborare un piano politico, sia separatamente sia congiuntamente, che sarà presentato dal presidente statunitense Barack Obama.
Il piano mira a portare entrambe le parti al tavolo dei negoziati. Tuttavia, l'instabilità nella regione impedisce al processo di progredire a questo punto, dato che è ancora poco chiaro quali saranno i regimi leader del Medio Oriente in futuro.
Alti funzionari governativi, tra cui i ministri principali, hanno recentemente dichiarato: "Si dovrebbe prendere l'iniziativa per far avanzare il processo politico. La stagnazione attuale non è buona per Israele in nessuno modo e dobbiamo fare di tutto per tornare al tavolo dei negoziati".
Fonte: YNet News
Traduzione a cura di Stop Agrexco Italia