LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Di sesguito un estratto del rapporto del 7 giugno 2010 di Richard Falk, relatore speciale dell'ONU per i diritti umani nei territori palestinesi occupati.

VII. Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni

38. L'operazione Piombo Fuso ha scioccato la coscienza dell'umanità, accrescendo nel mondo i sentimenti di solidarietà alla terribile esperienza e alla lotta del popolo palestinese. Questi sentimenti sono stati intensificati dalla consapevolezza che, nè gli stati confinanti, nè le Nazioni Unite, nè i loro membri più potenti, volevano o erano capaci di proteggere il popolo palestinese e difendere i loro diritti. La scena di un popolo sotto assedio, che dura ora da più di trenta mesi nella Striscia di Gaza, ha acuito il senso che ci sia una certa responsabilità per le persone di ogni dove in merito ad intraprendere azioni appropriate e nonviolente. La campagna globale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) della società civile, che mira all'apporto di una pressione sociale ed economica nonviolenta per condurre alla fine dell'occupazione da parte di Israele, è lo sviluppo di questi sentimenti e si sta espandendo con notevole velocità durante gli ultimi anni. Questa percezione di un movimento anti-occupazione di portata mondiale somiglia in molti aspetti al movimento anti-apartheid che ha contribuito in modo importante alla trasformazione del clima politico in Sud Africa negli ultimi anni Ottanta.

39. La dimensione del boicottaggio della campagna BDS assume molte forme. Per esempio, il boicottaggio in Europa dei prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani; la Gran Bretagna ha concesso di poter applicare etichette su prodotti alimentari ed altri con la dicitura "Prodotto nelle colonie israeliane". Sono state cancellate o contestate partite di calcio o altri eventi atletici che coinvolgevano Israele. Simili azioni sono state attuate nel ambito dell'interazione culturale e accademica. E' stato chiesto ad artisti e musicisti di rifiutare gli inviti da parte di Israele, o almeno di contribuire all'aiuto dei palestinesi con il ricavo di una esibizione. I negozi e le società in tutto il mondo sono state boicottate sulla base dei loro accordi di profitto nei TPO. Sul fronte del disinvestimento, non sono stati portati a termine contratti e non sono state attuate offerte. In aggiunta, un numero crescente di chiese e università stanno ampliando i loro sforzi nell'investimento di uno spirito di responsabilità sociale, e stanno emarginando società riconosciute nel trarre profitto dall'occupazione israeliana. Singoli e ONG si sono dichiarate a supporto della campagna BDS in numero crescente. E' un campo di battaglia centrale nella guerra per la legittimità a favore dei palestinesi e lanciata da loro stessi. Si tratta anche di utilizzare mezzi nonviolenti di persuasione e coercizione per difendere i diritti umani dei palestinesi che stanno vivendo in condizioni oppressive e illegittime di occupazione, le quali non sembrano suscettibili di essere sanate dalle azioni diplomatiche o dall'autorità della comunità internazionale organizzata. La campagna BDS rappresenta gli sforzi mobilitati della società civile globale per sostituire un regime di forza alle regole della legge in relazione ai TPO.

VIII. Raccomandazioni

40. Le raccomandazioni che seguono tratte dal corpo della relazione sono sottolineate in quanto questioni d'urgenza:

(a) Il Consiglio per i Diritti Umani deve lanciare un appello per la piena attuazione delle raccomandazioni del rapporto delle Nazioni Unite Missione d'Inchiesta sul Conflitto di Gaza, al fine di assicurare che la responsabilità per crimini di guerra associata all'operazione Piombo Fuso venga dichiarata in conformità alla procedura prevista per tali imputati;

(b) I membri del Consiglio per i Diritti Umani dovrebbero essere sollecitati a trasmettere ai loro governi un appello all'attuazione del rapporto in relazione all'esercizio della giurisdizione universale nei confronti di chi è presente o entra nel loro territorio sovrano e per i quali esista prova sostanziale di crimini guerra;

(c) Il Consiglio per i Diritti Umani dovrebbe commissionare o preparare uno studio di affari bellici unilaterale o asimmetrico in relazione alle affermazioni di uso della forza e al diritto umanitario internazionale, in particolare quando lo Stato richiedente ha anche lo status di Potenza occupante;

(d) Il diritto dei rifugiati palestinesi a una soluzione giusta, soprattutto in condizioni di occupazione prolungata, deve essere ribadito ed essere un elemento integrale nei futuri negoziati di pace;

(e) Occorre prendere in considerazione la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni come metodo per attuare i diritti umani, compreso il diritto di autodeterminazione, e bisognerebbe fornire le linee guida per tale campagna.

Per leggere il rapporto completo [in inglese], scarica il PDF.