LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

L’Associazione nazionale Città del Vino, alla quale aderiscono circa 400 comuni italiani, organizza uno stage in Israele verso fine marzo per "giovani enologi, viticoltori, studenti in enologia e agraria, sommelier". Il programma comprende anche aziende viticole complici dell'occupazione israeliana, come documentato da WhoProfits.  

Invia o consegna ai comuni aderenti o alle associazioni viticole o di sommelier che conosci la lettera aperta di seguito che chiede di annullare lo stage. 

Scarica la lettera in PDF


Associazione Nazionale Città del Vino

Att.ne Pietro Iadanza, Presidente
Paolo Benvenuti, Direttore

e, p.c.: Città del Vino Italiane

29 Gennaio 2015

Oggetto: richiesta di sospendere viaggio di studio CdV in Israele

Gentile Presidente Pietro Iadanza,
Gentile Direttore Paolo Benvenuti

Abbiamo appreso con dispiacere dell’organizzazione, da parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino, di una “visita professionale alla scoperta del vino israeliano riservata ai giovani enologi, viticoltori, studenti in enologia e agraria, sommelier”. La visita è prevista dal 23 al 29 marzo 2015 e coinvolgerà 15 giovani europei. “Obiettivi del tour sono l'incontro educativo e sociale con l’industria del vino in Israele e la scoperta della storia di questa industria a cominciare dai tempi biblici ad oggi”.

Noi temiamo che tale iniziativa avrà ben poco di educativo e di sociale, e che la storia che sarà raccontata ai giovani partecipanti sarà distorta, fuorviante e tesa a rafforzare un’immagine falsa e incompleta di Israele. Inoltre, e ben più grave, questo progetto conferisce supporto morale alle violazioni del diritto internazionale commesse da Israele.

Come documentato dall’organizzazione israeliana WhoProfits, molte delle aziende viticole israeliane che partecipano al vostro programma sono situate o hanno attività in territori occupati militarmente da Israele, tra cui Carmel, Binyamina, Assaf, Ramat ha Golan e Yatir.

Vi ricordiamo che anche il Governo Italiano ha aderito alla raccomandazione dell’Unione Europea (UE) di avvisare i propri cittadini e le imprese nazionali dei rischi legali, economici e di reputazione derivanti da rapporti commerciali con le imprese israeliane che operano nei Territori Palestinesi Occupati. L'iniziativa da voi proposta a giovani enologi rischia di esporli ai rischi paventati dall'UE e dal Governo, con eventuali pesanti costi economici e d'immagine. È, infatti, necessario conoscere la realtà di queste aree per comprendere le raccomandazioni governative e dell’UE.

Abbiamo letto che il programma dello stage prevede visite sia in Galilea che nelle Alture del Golan definite come “aree in crescente sviluppo dagli anni 80”.

Entrambe le vostre guide esperte hanno lavorato per alcune delle aziende di cui sopra. È, quindi, molto probabile che non vi diranno che le Alture del Golan nel 1967 sono state sottratte con una guerra alla Siria, e non solo non sono state restituite come richiesto dall’ONU in circa 82 risoluzioni dell’Assemblea Generale, ma sono state addirittura unilateralmente annesse da Israele nel 1980. Sicuramente non vi diranno che il loro nome originale è al-Jawlān, non a caso il nome è arabo. Anche gran parte della Galilea (che ha diversi nomi equivalenti anche in arabo) è stata occupata militarmente dal 1967 ed è tuttora considerata dall'ONU parte dei Territori Occupati dai quali chiede ad Israele di ritirarsi. I palestinesi, legittimi abitanti della parte di Galilea in territorio occupato, sono soggetti a continue violazioni dei loro diritti e soprusi sia da parte dell’esercito israeliano che dei coloni e spesso sono costretti a vivere in condizioni insostenibili in campi profughi.

Dall’inizio dell’occupazione nel 1967, si calcola che Israele abbia distrutto oltre 800.000 alberi da frutto in terra palestinese (per lo più ulivi secolari, ma anche mandorleti e bananeti), come riportato dal sito statunitense Mondoweiss. Il “crescente sviluppo della viticoltura israeliana dagli anni 80” è avvenuto anche e soprattutto a scapito dell’agricoltura palestinese, con l’occupazione militare, la sottrazione delle risorse idriche (il Golan è fondamentale per l’afflusso idrico della valle del Giordano, che è stato ridotto ad un rigagnolo per l’eccessiva adduzione), e soprattutto con l’appropriazione illegale di terre fertili. La crisi idrica del fiume Giordano sta provocando il prosciugamento del Mar Morto, di cui è l'unico immissario (vedi servizio su BBC "Dead sea to disappear by 2050"). Buona parte dell'agricoltura intensiva israeliana si svolge proprio nella valle del fiume Giordano, in aree tolte ai palestinesi e tuttora occupate illegalmente, mentre l'azienda idrica israeliana Mekorot rivende ai palestinesi l'acqua, loro sottratta, a prezzi esorbitanti.

Mentre autocelebra i propri progressi in campo agricolo, Israele continua a ostacolare in ogni modo gli agricoltori palestinesi. Per rimanere nel settore viti-vinicolo, la cantina Cremisan dei frati salesiani a Beit Jala vicino a Betlemme è strangolata dalla costruzione del Muro dell’Apartheid (che Israele chiama eufemisticamente “Barriera di Sicurezza”), che nel 2004 è stato dichiarato illegale in un parere della Corte Internazionale di Giustizia, il principale organo giudiziario dell’ONU. Il Muro sottrae migliaia di ettari di terra ai palestinesi, con la motivazione ufficiale della “sicurezza”, mentre lo stesso Consiglio per la Sicurezza israeliano lo ha dichiarato “un fallimento in termini di sicurezza” come riporta il giornale Avvenire del 6 dicembre 2014. Ma il muro per Israele è sicuramente un successo per la propria espansione coloniale, nonostante questa sia illegale dal punto di vista del diritto internazionale.

Anche i frati e le suore salesiani del Cremisan sono soggetti a continui soprusi e intimidazioni, e non si sa fino a che punto resisteranno, insieme ai contadini locali, nella loro viticoltura “eroica” (non viene definita così quella che si fa in condizioni difficili o estreme?). Non che i frati trappisti di Latrun (località nei Territori Palestinesi occupati a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv), altri eroici produttori di vino (che viene usato anche per la Santa Messa in Vaticano), se la passino meglio. Il loro convento è stato vandalizzato nel 2012 da coloni ebrei per una ritorsione contro un ordine di sgombero parziale, come riportato dalle agenzie di stampa.

E le guide non vi diranno che nel 2006 proprio i terreni del Convento di Latrun ospitarono il concerto della grande rock star Roger Waters (co-fondatore dei Pink Floyd). Perché? Perché Roger Waters sostiene, da allora, il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) contro Israele e per il riconoscimento dei diritti dei Palestinesi.

E come lui sostengono il BDS altri noti personaggi, come l’Arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, Shirin Ebadi, Mairead Maguire, Rigoberta Menchu Tum, Jody Williams, tutti premi Nobel per la Pace, Richard Falk (ex-relatore speciale dell’ONU per i territori palestinesi), la scrittrice Naomi Klein, e con loro centinaia di migliaia di persone democratiche e loro associazioni in tutto il mondo. Al BDS aderiscono anche numerose associazioni ebraiche dentro e fuori Israele.

Vi invitiamo a leggere il rapporto dell’organizzazione israeliana Kerem Navot sull’uso che Israele fa della agricoltura, in particolare la viticoltura, per la confisca di terre palestinesi. Se siete interessati ad ulteriori approfondimenti su come l’occupazione militare israeliana sfrutti i Territori Palestinesi anche nel settore agricolo, visitate il sito di Who Profits.

Noi crediamo che l’Associazione Nazionale Città del Vino, per i valori di fratellanza e di civiltà che dichiara di sostenere, che si batte per la tutela del patrimonio culturale e territoriale che il vino rappresenta, non possa prestarsi a iniziative di promozione e di propaganda di Israele, quale è destinato ad essere il viaggio-studio che avete programmato.

Vi chiediamo pertanto di cancellare il viaggio-studio, non solo al fine evitare che la vostra Associazione fornisca sostegno morale alle politiche illegali di Israele contro la popolazione occupata, ma anche in considerazione delle ripercussioni negative che l’adesione a questa iniziativa avrà sulla vostra immagine.

Nostri rappresentanti sono a disposizione per un incontro di approfondimento che contiamo vorrete fissarci.

Grazie per l’attenzione.

BDS Italia
bdsitalia.org
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BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale.