Campagna contro le bollicine della Sodastream

Comunicato stampa

23 dicembre - A dicembre, attivisti per i diritti umani dei palestinesi hanno preso di mira la società israeliana Sodastream, produttrice di gasatori per l'acqua di rubinetto. Il principale impianto di produzione della ditta si trova in un insediamento israeliano costruito illegalmente nei Territori palestinesi occupati.

L'iniziativa coincide con la campagna pubblicitaria in cui Sodastream Italia ha investito 500.000 Euro per promuovere i propri prodotti come regali di Natale.

Una lettera che documenta il modo in cui Sodastream trae profitti dalla violazione del diritto internazionale e dei diritti umani, firmata da oltre 900 persone, insieme a circa 30 comitati, ONG, associazioni e collettivi, è stata inviata a rivenditori locali e nazionali e a pubblicazioni e siti Internet che promuovono i gasatori Sodastream, chiedendo di interrompere i rapporti con la ditta.

Le prime reazioni alla lettera: dei blog hanno rimosso gli articoli sulla Sodastream e il settimanale OGGI, oggetto anche esso dell'invio, ha pubblicato la lettera integralmente, segnalandola anche nella sezione pubblicità.

Oltre all'iniziativa in rete, azioni di sensibilizzazione si sono svolte in varie città italiane, incluse Napoli, Varese e Bologna. A Roma una ventina di attivisti hanno fatto un'azione di "deshelving", rimuovendo tutti i prodotti Sodastream dagli scaffali di un supermercato COOP. Video deshelving

La Sodastream ha inviato una sua risposta alla campagna, spiegando che la fabbrica di Mishor Adumim, nei Territori occupati palestinesi, è solo una tra le tante nel mondo e che la ditta crea posti di lavoro per i palestinesi colpiti da un tasso di disoccupazione al 30%.

La campagna Stop Sodastream risponde che, anche se fossero centinaia le fabbriche nel mondo, non cambierebbe il fatto che Sodastream ha un impianto che opera in contravvenzione con il diritto internazionale, ed è, tra l'altro, il principale di produzione come rilevato nel rapporto annuale della stessa ditta. Inoltre, l'alto tasso di disoccupazione nei Territori palestinesi occupati è un risultato diretto dell'occupazione israeliana di cui la ditta approfitta.

Stop Sodastream
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La lettera ai rivenditori/promotori dei prodotti Sodastream