Ciclisti e sostenitori dei diritti umani dei palestinesi sono scesi in strada in 20 città in tutto il mondo sabato 10 marzo 2018 per la Giornata internazionale di azione #CambiaGiro / #RelocateTheRace.
Manifestazioni in bicicletta e azioni hanno chiesto all'Unione Ciclistica Internazionale (UCI), l'organo direttivo del ciclismo, di spostare la partenza del famoso evento ciclistico Giro d'Italia, fissata per il 4 maggio da Gerusalemme. I partecipanti hanno sottolineato la negazione da parte di Israele dei diritti dei palestinesi, compresa la libertà di movimento, e il suo uso della corsa per coprire con lo sport il suo regime di occupazione e apartheid.
La giornata di azione è cominciata in Palestina, con la partecipazione di dozzine di giovani uomini e donne palestinesi ad una corsa "Contro Giro" in Cisgiordania da Ramallah a Qalandia, una località rinchiusa dal muro dell'apartheid e dai checkpoint militari di Israele. La corsa faceva parte degli eventi della Israeli Apartheid Week (Settimana contro l'apartheid israeliana) e ha sottolineato la continua distruzione di case e fattorie palestinesi da parte di Israele.
Qalandia, resti di una casa palestinese demolita da Israele. Nel 2016, Israele ha distrutto 33 case in questo villaggio.
In Svizzera, ciclisti hanno pedalato fino alla sede centrale dell'UCI a Aigle. Malgrado numerosi lettere e appelli per spostare l'inizio della corsa che citavano lo stesso codice etico dell'UCI, l'organizzazione non ha intrapreso azioni per impedire al ciclismo professionistico di essere complice nelle violazioni israeliane del diritto internazionale.
No Giro d'Italia in #Apartheid Israel! #RelocateTheRace #DéplacezLaCourse Short video of our protest last Saturday in front of the headquarter of the world cycling organisation UCI.
Posted by BDS Switzerland on Monday, March 12, 2018
A Kuala Lumpur, più di 50 persone, giovani e vecchi, singoli e famiglie, studenti e ciclisti, si sono radunati sabato mattina per invitare la Federazione Ciclistica Malesiana, un membro del direttivo dell'UCI, a prendere le misure per assicurare che l’UCI sposti la corsa.
Proteste si sono tenute in più di 10 città in tutta Italia. A Roma, dozzine di ciclistisi sono radunati per una parodia di una cerimonia di premiazione vicino al Colosseo, dove sarà il traguardo finale del Giro d'Italia. Il fornitore elettrico italiano ENEL è stato “premiato" come "Migliore Sponsor dell'Apartheid Israeliana". All'UCI è stato dato il "Premio dello struzzo" per avere tenuto la sua testa nella sabbia. Gli organizzatori del Giro, che a quanto risulta hanno ricevuto 10 milioni di euro da Israele, sono stai premiati come "Migliori Affarista delle violazioni di diritti umani". La squadra ciclistica israeliana è stata premiata per la "Migliore copertura ciclistica dei crimini israeliani".
In Sicilia, attivisti hanno tenuto una assemblea pubblica a Catania per preparare le proteste al Giro d' Italia. Le prime tappe italiane della corsa saranno sull'isola. Manifestazioni in bicicletta sono state tenute inoltre a Bologna, Milano, Napoli, Ravenna, Torino, Udine, Vicenza e Venezia.
Nei Paesi Bassi, circa 80 ciclisti hanno partecipato a un “Giro Alternativo" a L'Aia, pedalando dal Parlamento al Palazzo della Pace e alla Corte Criminale Internazionale, rimarcando la lunga lista di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani di Israele.
A Manchester, ciclisti del "Big Ride" per la Palestina hanno pedalato fino alla Sede Centrale della Federazione Ciclistica Britannicae al Consolato italiano, gridando “Salvate la faccia! Spostate la corsa!"
In Francia, ciclisti a Parigi sono andati dalla Torre Eiffel fino all'emittente francese del Giro L'Equipe. Manifestazioni in bicicletta si sono tenute anche a Saint-Étienne e a Marsiglia, dove gli attivisti hanno distribuito oltre 1500 volantini.
In Belgio, attivisti a Lovanio hanno distribuito bandierine per bici con scritto "Andate in bici per la pace e la libertà, non per l'apartheid israeliana" ad un pubblico che ha risposto in maniera incredibilmente favorevole e ha protestato contro l'uso del ciclismo per nascondere gli abusi verso i diritti umani da parte di Israele.
Israele si è lungamente ispirato al regime di apartheid in Sudafrica, usando lo sport per mascherare il suo regime decennale di occupazione militare e di apartheid.
I sostenitori dei diritti dei palestinesi in tutto il mondo sono impegnati a continuare la pressione nei confronti del ciclismo professionistico fino a che non porrà fine alla sua partnership con il governo israeliano, che permette che una delle più importanti gare di ciclismo sia sfruttata per fini politici.
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS
Traduzione di BDS Italia