Traduzione della presentazione sull'Agrexco da parte della Coalizione contro Agrexco in Francia per la sessione londinese del Tribunale Russell, 20-22 novembre 2010

russell-tribunalAGREXCO Agricultural Company Ltd
Christophe Perrin - Coalition contre Agrexco

Il contesto delle attività della società Agrexco
Sebbene l'attività agricola incida per una quota molto piccola sull'economia israeliana, pari a solo il 3% del PIL, essa ha svolto e continua a svolgere un ruolo chiave nella colonizzazione della Palestina. A livello universale è simbolica la "lavorazione della terra". Lavorare la terra significa appropriarsene.

Ciò è particolarmente evidente nella Valle del Giordano, la regione più fertile dei territori palestinesi occupati nel 1967; secondo gli Accordi di Oslo, la Valle del Giordano è stata definita Area C, quindi sotto il controllo totale dell'esercito israeliano. Gli insediamenti agricoli sulle rive del Giordano costituiscono il 50% dell'Area C e il 28,5% della superficie totale della Cisgiordania. Il consumo annuale di acqua dei novemila coloni, che vi abitano 39 insediamenti illegali, è pari al 75% di quello di tutta la popolazione palestinese della Cisgordania[1]. Nell'Area C, l'esercito israeliano esercita un potere illimitato sulla popolazione locale, senza pietà impone gli ordini coloniali con l'obiettivo manifesto di obbligare gli indigeni palestinesi ad andarsene: demolizioni di case, distruzione di pozzi, divieto di costruire nuovi pozzi, e sorprusi sui beduini, le cui condizioni di sopravvivenza sono particolarmente difficili[2]. Spossessati delle loro terre, la maggior parte dei contadini palestinesi non ha altra scelta che lavorare nelle colonie. Gli stipendi dei lavoratori palestinesi equivalgono a meno della metà del salario minimo legale in Israele e non hanno assistenza sanitaria[3].

 

La compagnia Agrexco
Agrexco è il primo esportatore di prodotti agricoli israeliani dal 1956. Ha conquistato i mercati di tutto il mondo, soprattutto quelli europei. La società è del 50% proprietà dello stato, 25% delle associazioni di produttori e 25% della Tnuva (il principale produttore israeliano di latte). Agrexco esporta circa 450.000 tonnellate di prodotti agricoli freschi ogni anno, principalmente in Europa, e ha un fatturato di circa €650 milioni[4].

Il coinvolgimento dell'Agrexco nello sfruttamento coloniale dei territori palestinesi
Secondo i dati dell'Ufficio centrale di statistica di Tel Aviv per il 2007, la produzione agricola delle colonie, che è in gran parte per l'esportazione, ammonta al 3% della produzione israeliana[5].

Nel gennaio del 2006 sette attivisti sono comparsi davanti alla Corte dei Magistrati a Uxbridge, accusati di aver partecipato al blocco di un centro di distribuzione dell'Agrexco nel Middlesex. Nel corso del processo, il Direttore della Agrexco nel Regno Unito, Amos ORR, ha dichiarato che il 70% della produzione agricola proveniente dagli insediamenti viene esportato dalla sua compagnia[6]. Presentando una relazione sulle transazioni commerciali tra Agrexco ed i suoi fornitori, inclusi gli insediamenti di TOMER, KIBBUTZ KALIA, MEKHORA, HAMRA, MEHOLA E ARGAMAN, Mr. ORR ha ammesso che i prodotti provenienti dalle colonie rappresentano il 5% del volume totale delle esportazioni dell'Agrexco[7].

Nel marzo del 2010, come reazione alla campagna lanciata dalla Coalition contre Agrexco, che ha contestato lo sbarco della società nel porto di Sète, la direzione dell'Agrexco ha inviato una lettera a tutti i suoi clienti francesi affermando: "Siamo una società apolitica di esportazione ... il 99,4% dei nostri prodotti provengono da agricoltori che vivono all'interno dello Stato di Israele. Il restante 0,4% proviene da produttori situati in Giudea e Samaria"[8].

Queste cifre non sono sostanzialmente di grande importanza. Quando si tratta di crimini di guerra, i reati di perpetrazione, coinvolgimento o complicità non si misurano in termini percentuali. Contano solo i fatti.

Quindi quali sono i fatti?

- Innanzitutto, come abbiamo appena visto, la società Agrexco riconosce pubblicamente il suo coinvolgimento nello sfruttamento economico dei Territori palestinesi. Questa confessione è senza dubbio attribuibile a ciò che può essere definito "dipendenza abituale" alla impunità concessa dalle potenze occidentali e dagli organismi internazionali per gli attori pubblici e privati israeliani.
- In secondo luogo, le indagini condotte sul terreno da parte delle organizzazioni palestinesi e israeliane - o semplici testimonianze oculari - confermano che Agrexco dispone di strutture fisiche in quasi tutti gli insediamenti della Valle del Giordano, dove i prodotti agricoli possono essere conservati e confezionati[9]. La società ha uffici anche in prossimità del Consiglio Regionale degli insediamenti di Arovot HaYarden.

Pratiche fraudolenti
Le esportazioni israeliane verso l'Europa sono del tutto esenti da dazi doganali a partire dal 2005 sotto gli accordi Euro-Mediterranei[10]. Una recente sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee (sentenza BRITA)[11] ribadisce che le merci prodotte al di fuori dei confini stabiliti nel 1949 non possono beneficiare di un trattamento preferenziale secondo gli accordi. Israele è tenuto nell'ambito degli accordi a certificare l'origine dei prodotti. Tuttavia, è risaputo che moltissime frodi si verificano sotto l'accordo UE/Israele, dato che Israele esporta prodotti recanti i certificati di Israele dai Territori palestinesi occupati. Lo Stato di Israele contesta la loro caratterizzazione ai sensi del diritto internazionale come Territori palestinesi occupati e considera gli insediamenti come parte integrante del suo territorio. Le pratiche dell'Agrexco in questo senso sono state documentate da organizzazioni non governative palestinesi e internazionali. Nel luglio 2009 un team di investigatori della Coalition contre Agrexco dotato di fotocamera e guidato da contadini palestinesi è entrato nel centro di confezionamento dell'Agrexco nell'insediamento di Gilgal. Ha trovato e filmato la prova di frodi: erbe aromatiche prodotte dall'insediamento mescolate con i prodotti degli agricoltori palestinesi sono state confezionate in casse etichettate "Made in Israel". Queste pratiche fraudolenti sono state pubblicamente condannate, ad esempio nel gennaio 2010 dal deputato Phyllis Starkey alla Camera dei Comuni in Gran Bretagna[12] e dal deputato Nicole Kiil-Nielsen nel Parlamento Europeo[13].

Impunità
Nella parte introduttiva della sentenza BRITA, la Corte di giustizia europea, avallando le conclusioni dell'Avvocato-Generale, Yves Bot, ha concluso che le pratiche di Israele per quanto riguarda certificati di origine non sono affidabili.

Conformemente alla giurisprudenza europea, lo Stato importatore può verificare l'autenticità e l'esattezza dei certificati[14] dove esistono dubbi circa l'origine delle merci[15] o dove vi è stata una trasgressione da parte dello Stato esportatore[16]. È consuetudine nell'Unione europea che una sentenza della Corte di giustizia europea venga seguita rapidamente da misure correttive da parte degli Stati membri dell'UE. Nel caso della sentenza BRITA, tuttavia, nessuna misura è stata attuata. Non un solo governo europeo ha ordinato alle autorità doganali di verificare la validità dei certificati d'origine che accompagnano le merci commercializzate da Agrexco o da qualsiasi altra società israeliana.

Di fronte a tale persistente impunità, nonostante la sentenza della Corte di giustizia Europea, la società civile europea deve prendere provvedimenti per obbligare gli Stati a rispettare le regole che essi stessi hanno stabilito. È con questo fine che le organizzazioni francesi aderenti alla Coalition contre Agrexco hanno deciso di prendere il posto delle autorità francesi e di avviare un'azione legale contro la società Agrexco dinanzi alle corti competenti[17]. Il procedimento cercherà in primo luogo di stabilire che i prodotti commercializzati da Agrexco sono fraudolenti secondo di diritto europeo. Una seconda serie di processi saranno poi istituiti per dimostrare la natura illecita (penalmente) di detti prodotti: è inconcepibile commercializzare il prodotto di un crimine di guerra.

Fonte: Russell Tribunal on Palestine - Expert Presentations (pp 57-59)

 


[1] Nota del Segretario-Generale, Economic and social repercussions of the Israeli occupation on the living conditions of the Palestinian people in the occupied Palestinian territory, including Jerusalem, and of the Arab population in the occupied Syrian Golan, UN Doc. A/61/67 e E/2006/13 (3 maggio 2006), pp. 12-13, para. 47.

[2] Falk, R, Situation of human rights in the Palestinian territories occupied since 1967, UN Doc. A/63/326 (25 agosto 2008); COHRE (2008), “Submission to the Goldberg Committee regarding violations of the human right to water and sanitation in the unrecognized villages of the Negev/Naqab”.

[3] Hilo Glazer : Lavoro minorile palestinese negli insediamenti israeliani nella Valle del Giordano, Kav LaOved, 6 giugno 2006, http://www.kavlaoved.org.il

[5] Statistical Abstract of Israel, Central Bureau of Statistics, Issue 2007-No. 58, Tel Aviv, agosto 2007.

[6] The Agrexco Seven: Day one, Falestine Hurriyah, Indymedia UK, London, 24 gennaio 2006.

[7] Agrexco Agricultural Company Ltd: Transaction report for the period 10/04 – 12/04.

[8] Agrexco Agricultural Export Company Ltd: Lettera dalla direzione ai clienti francesi, 15 marzo 2010.

[10] Euro-Mediterranean Agreement establishing an association between the European Communities and their Member States, of the one part, and the State of Israel, of the other part, firmato a Bruxelles il 20 novembre 1995 (OJ 2000, L 147, p. 3). Entrato in vigore il 1 giugno 2000.

[11] Sentenza BRITA, Corte di giustistia delle Comunità Europee (CJEC), 25 febbraio 2010.

[14] Corte di giustizia europea, 7 dicembre 1993, Huygen, C-12/92, ECR I-638, paragrafo 27.

[15] Corte di giustizia europea, 9 febbraio 2006, Sfakianakis, C-23/04 to C-25/04, ECR I-1265, paragrafo 38. Corte di giustizia europea, 14 maggio 1996, Faroe Seafood, C-153/94 e C-204/94, ECR I-2465, paragrafi 24 e 25.

[16] Corte di giustizia europea, 14 novembre 2002, Ilumitrónica, C-251/00, ECR I-10433, paragrafo 74.

[17] Atto di citazione in giudizio dinanzi al Tribunale commerciale di Créteil contro Carmel-Agrexco.