La catena di supermercati sospende la distribuzione dei prodotti Carmel

Dopo un anno di campagna, una prima vittoria per la coalizione "Stop Agrexco", fondata a Pisa. La Coop ha deciso infatti di sospendere le forniture dei prodotti Carmel Agrexco per ragioni di chiarezza verso il consumatore. Molte associazioni e ONG aveva evidenziato nei mesi precedenti come molti dei prodotti distribuiti dal colosso provenissero dai Territori Occupati della Palestina. La dichiarazione arriva dunque dopo un anno di campagna portata avanti da "Stop Agrexco", coalizione che nasce proprio a Pisa nell'ottobre 2009, durante il meeting nazionale della campagna BDS. Tra le organizzazioni che compongono il cartello di Stop Agrexco spiccano Pax Christi, la FIOM-CGIL, la Federazione della Sinistra e la rete degli Ebrei Contro l'Occupazione.

A Pisa la campagna è portata avanti dal gruppo BDS-Pisa, che in questi mesi ha organizzato volantinaggi nei supermercati della città e momenti di confronto anche con i soci Coop.

L'Agrexco, azienda per metà di proprietà dello Stato di Israele che commercializza prodotti ortofrutticoli, è obiettivo di molte campagne di boicottaggio soprattutto in Europa. L'accusa è che i suoi affari siano strettamente legati all'economia dell'occupazione. Dirigenti dell'azienda stessa, infatti, hanno dichiarato che Agrexco esporta il 60-70% dei prodotti provenienti dai Territori Occupati in Cisgiordania e nelle Alture del Golan. Recentemente i vertici di Agrexco Italia si sono difesi dichiarando che il 99,6% dei prodotti importati in Italia provengono dall'interno dei confini di Israele, dichiarazione quanto mai ambigua considerando che Israele è l'unico paese a non aver mai dichiarato i propri confini. Tale motivazione non ha dunque convinto i dirigenti Coop.

"L'informazione sulla reale provenienza dei prodotti Carmel Agrexco - spiega Maurizio Zucchi, Direttore Qualità di Coop Italia - non è riportata sull'etichetta", dunque i clienti non hanno la possibilità di fare scelte consapevoli. "Per salvaguardare il consumatore nella sua libertà di scelta - continua Zucchi - rispetto a ciò che acquista, abbiamo deciso di sospendere gli approvvigionamenti di merci prodotte nei territori occupati e quindi valutare se esistano possibilità di specificare maggiormente l'origine del prodotto, al fine di consentire per il consumatore finale una reale distinzione tra i prodotti 'made in Israel' e quelli eventualmente provenienti dai territori occupati".

Non un vero e proprio boicottaggio dunque, ma certamente una netta presa di posizione rispetto alle politiche di occupazione di Israele.

Inoltre Nordiconad, società che si occupa della distribuzione nei supermercati Conad del nord Italia, sempre su sollecitazione delle associazioni ha chiesto informazioni al fornitore sulla reale provenienza delle merci.

A ogni modo, certamente quella di Coop Italia è una decisione coraggiosa che ha già innescato molte prese di posizione. Cicchitto, il Capogruppo alla Camera del PdL, minaccia un "contro-boicottaggio" contro Conad e Coop, mentre dall'opposizione il deputato PD Della Seta definisce "strabica" la scelta di Coop e dichiara: "Nessuno può negare che nei Territori ci sia una situazione di democrazia violata, ma il passo tra un boicottaggio mirato ed uno ampio e incontrollato, che faccia leva su sentimenti antisraeliani sempre presenti, è troppo breve, e troppo pericoloso". A fianco di queste posizioni si schierano alcuni blog filo-israeliani e un gruppo su Facebook creato ad hoc dal nome "Io non compro né alla Coop né alla Conad", con 1000 iscritti.

Sul lato opposto, si schiera un altro deputato PD, Sandro Gozi (capogruppo nella commissione Politiche dell'Unione Europea di Montecitorio), che dichiara: "La scelta di Coop e di Conad è legittima: le accuse di razzismo sono fuori luogo. L'iniziativa di togliere dagli scaffali prodotti che non indicano la provenienza, sollecitata da numerose iniziative della società civile, è già stata presa da altri Paesi europei ed è tesa a far arrivare al governo di Tel Aviv la protesta rispetto alla politica degli insediamenti illegali, inoltre è un'iniziativa pacifica e nonviolenta". Al coro si aggiungono centinaia di mail inviate in questi giorni alla dirigenza Coop per esprimere consenso con l'iniziativa, e molti articoli comparsi su altri blog.

Nel frattempo, i gruppi BDS segnano una 'tacca' e rilanciano: "La campagna non è che all'inizio".

Fonte: Pisa Notizie