Bernardi: «Israele, paese il cui governo viola i diritti del popolo palestinese. Tutto ciò mentre la Uefa promuove a livello europeo una campagna contro il razzismo».

«Il campionato europeo di calcio giovanile che si svolgerà inIsraele nei prossimi giorni evidenzia ancora una volta l'ipocrisia che caratterizza il sistema calcio nel mondo. Non è una novità». A dichiararlo è Antonello Bernardi, vice Capo gruppo Partito Democratico dell'Aquila.

«In Germania - continua Bernardi - durante il regime nazifascista si svolsero i mondiali di calcio, così come in Argentina nel 1978 sotto la dittatura della giunta militare, così come si svolse regolarmente la finale allo stadio Heisel di Bruxelles, nonostante i tanti morti causati dal crollo di una parte della struttura poco prima l'inizio della partita. Esempi questi di come il sistema calcio sia stato sempre cieco ed indifferente a quanto avveniva in certi paesi, dove mentre si giocava si ponevano in essere le più gravi violazioni dei diritti umani».

«Accadrà la stessa cosa - aggiunge Bernardi - in Israele, paese il cui governo viola apertamente, con la complicità di gran parte della comunità internazionale, i diritti del popolo palestinese. Tutto ciò mentre la Uefa promuove a livello europeo una campagna contro il razzismo e la discriminazione negli stadi. Molteplici sono le voci che in questi giorni invitano a boicottare il campionato europeo giovanile, in segno di solidarietà con il popolo palestinese».

«Dall'altro lato - sottolinea Bernardi - abbiamo sentito le affermazioni di chi sostiene che tra la politica ed il calcio deve esistere la giusta distanza. E' forse giusta quella distanza che sono costretti a percorrere tutti i giorni donne e uomini palestinesi per superare i check point, per trovare aperto il varco nel muro costruito dal governo israeliano, per andare in ospedale, per incontrare un parente o un amico?»

«E' paradossale - continua Bernardi - che il campionato si svolga in un paese Israele, che discrimina da sessant'anni la Palestina e, nello stesso tempo, dichiarare l'impegno a lottare contro le discriminazioni. Ho iniziato a giocare a pallone da ragazzino ed il calcio mi ha permesso di viaggiare, incontrare tanta gente e accumulare molte esperienze di vita. Ho giocato con i bambini palestinesi nel recinto di Gerusalemme, consapevole che quei bambini non potranno mai vivere le stesse esperienze che hanno arricchito me e tanti di quelli come me che vivono il calcio con passione autentica, perchè consente di intrecciare relazioni di vita».

«Non avrei - conclude - mai voluto scrivere queste righe, perchè il calcio per me è racchiuso nei racconti e nei sogni di uomini come Eduardo Galeano ed Osvaldo Soriano, il calcio come metafora di vita, come lasciapassare per la libertà. Quel lasciapassare necessario ad ogni donna e uomo palestinese per vivere nella loro terra».

Fonte: Il Capoluogo