Una lettera firmata da 15 ex leader europei contrasta i tentativi da parte di Israele e degli Stati Uniti di far sospendere o ritardare l’attuazione della misura per porre termine alla cooperazione con le imprese negli insediamenti.
Un gruppo di 15 ex leader europei ha chiesto all'Unione europea di non attenuare o ritardare le nuove linee guida sugli insediamenti che entreranno in vigore il 1° gennaio 2014, e in particolare per garantire che si applichino al programma di cooperazione scientifica Horizon 2020.
La lettera, datata 16 settembre, è stata inviata a tutti i ministri degli esteri dell'UE dal Gruppo europeo delle persone eminenti, il cui obiettivo dichiarato è quello di promuovere la pace israelo-palestinese. Il gruppo è co- presieduto dall'ex ministro degli esteri francese Hubert Védrine, dall’ex vice ministro degli Esteri tedesco Wolfgang Ischinger e dell'ex ambasciatore britannico all’ONU Jeremy Greenstock.
I suoi membri più prominenti includono Javier Solana, che ha precedentemente lavorato come responsabile della politica estera dell’UE e segretario generale della NATO, Benita Ferrero-Waldner, l'ex commissario europeo per le relazioni esterne e ministro degli Esteri austriaco, l'ex primo ministro irlandese John Bruton, l’ex primo ministro olandese Andreas Van Agt e l’ex ministro degli esteri olandese Hans Van den Broek.
Un firmatario degno in particolare di nota è l'ex ministro degli esteri spagnolo Miguel Moratinos, che è considerato relativamente vicino al primo ministro Benjamin Netanyahu e ha avuto un incontro con il premier quando ha visitato Israele poche settimane fa.
"Con grande preoccupazione abbiamo preso nota delle richieste recenti di ritardare, modificare o addirittura sospendere le linee guida della Commissione europea sul finanziamento dei soggetti israeliani nei territori occupati da Israele dal giugno del 1967," inizia la lettera. "Vi esortiamo a rispettare questo impegno, sostenendo le linee guida e la loro piena applicazione da parte delle istituzioni comunitarie, in particolare in relazione ai negoziati in corso sulla partecipazione di Israele al programma Horizion 2020."
Dopo aver ricordato che le linee guida riflettono la posizione di lunga data dell'Unione europea che gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale, la lettera prosegue: "La loro rigida applicazione serve per ribadire che l'Unione europea non riconosce e non sosterrà gli insediamenti e altri fatti illeciti sul campo... Sono questi fatti sul campo, non le linee guida, che minacciano di rendere impossibile una soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese".
La lettera ha anche ribadito che la pubblicazione delle linee guida a metà luglio ha incoraggiato i palestinesi ad accettare di riprendere i negoziati diretti con Israele, due settimane più tardi. "Se l'Unione europea dovesse ritardare o sospendere le linee guida, o non applicarle pienamente per quanto riguarda l'accordo con Israele su Horizon 2020, questo potrebbe minare ulteriormente la fiducia dei palestinesi nel processo di negoziazione e la loro capacità di continuare i colloqui", si legge nella lettera. "In altre parole, ritardare o sospendere le linee guida rischia di minare i negoziati, non favorirli."
Infine, ha sostenuto, le linee guida sono il "minimo" che l'UE possa fare per rispettare la propria legislazione ed evitare che i fondi dei contribuenti vadano a sostegno degli insediamenti, quindi ritardarle o sospenderle "danneggerebbe la credibilità dell'Unione europea."
La lettera è stata scritta per aiutare i palestinesi nella loro campagna contro gli sforzi israeliani e statunitensi per ottenere che l’applicazione delle linee guida venga ammorbidita o ritardata. La scorsa settimana, il Segretario di Stato USA John Kerry ha chiesto ai ministri degli esteri UE di ritardare l'attuazione delle linee guida in modo da non compromettere i colloqui israelo-palestinesi.
Le linee guida vietano qualsiasi sovvenzione, prestito o premio UE ad organismi israeliani con attività in Cisgiordania, a Gerusalemme est e nelle Alture del Golan. Richiedono inoltre che ogni nuovo accordo con Israele affermi che queste aree non fanno parte di Israele, e, pertanto, non sono incluse nell’accordo.
La preoccupazione immediata di Israele sono i suoi negoziati in corso con l'UE sulla partecipazione ad Horizon 2020. La sua partecipazione darebbe a ricercatori israeliani accesso a centinaia di milioni di euro di finanziamenti. Però Israele ha detto che non può firmare l’accordo in base alle nuove linee guida.
Fonte: Haaretz
Traduzione di BDS Italia