Più di un migliaio di professionisti hanno sottoscritto un manifesto rilasciato dalla campagna BDS (Boicottaggio, Divestimento and Sanzioni) accademico per la Palestina, che esige la fine di tutte le relazioni istituzionali con il mondo accademico israeliano, finchè questo non cesserà di supportare l’occupazione e l’apartheid in Palestina.

La campagna, iniziata due anni fa, chiede il sostegno dei professionisti provenienti dai settori accademici e scientifici, e anche delle associazioni collegati a questi campi, come sindacati studenteschi e dei lavoratori, centri di ricerca, associazioni professionali etc. Delle 1.400 persone che hanno sottoscritto il manifesto, 150 sono professori universitari, 850 maestri e 200 son ricercatori. Anche più di 55 associazioni collegate al campo accademico hanno firmato; tra queste sono presenti gruppi di ricerca e dipartimenti universitari.

Questa iniziativa è parte della campagna internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele. Questo appello internazionale è una strategia non violenta guidata dalla società palestinese dal 2005. E sta crescendo, come efficace strategia di pressione nei confronti di Israele, in modo che rispetti i diritti umani e il diritto internazionale. L'anno scorso, il fisico Stephen Hawking, il premio Nobel per la pace Desmond Tutu, e quattro associazioni accademiche americane hanno aderito al boicottaggio. E' importante sottolineare che questa richiesta sia a livello istituzionale e non individuale. Similmente, l'Unione Europea ha istituito de facto un boicottaggio di ogni collaborazione con centri di ricerca israeliani e Università collocate nei Territori Occupati.

La campagna continuerà la raccolta di firme e prevede di sostenere specifiche campagne che si svilupperanno in diverse università spagnole, come l'Università di Vic e l'Università di Malaga, dove lo scopo è, rispettivamente, quello di rompere i legami con Università di Haifa e la Tel Aviv University.

Il 15 Maggio, in Catalogna, gli attivisti della campagna di cui sopra hanno occupato la Segreteria delle Università e della Ricerca, chiedendo trasparenza in tutti gli accordi sottoscritti lo scorso Novembre, quando una delegazione di imprenditori, consiglieri e direttori di centri di ricerca guidati da Artur Mar se è recata in Israele per stringere legami economici e accademici con le istituzioni israeliane.

Come risultato, è stato ottenuto un incontro con il Antoni Castellà, Segretario delle Università, in cui sono state avanzate le richieste delle campagna. Castellà ha consegnato gli accordi sottoscritti duranti il viaggio in Israele. Sebbene abbia assicurato che nessuna università delle Catalogna collaborerà con università che sono coinvolte con l’Occupazione della Palestina, queste università israeliane partecipano attivamente ai progetti di ricerca militare e all’occupazione dei palestinesi. Tutto ciò è documentato nel report di Alejandro Pozo: Defensa, Seguretat i Ocupació com a Negoci. Relacions Militars, Armamentístiques i de Seguretat entre Espanya i Israel.

La campagna spagnola ha avuto un particolare eco in Catalogna, da dove sono arrivate il quaranta per cento delle firme totali: più di 550. Le università che hanno partecipato di più sono la Universitat Autònoma de Barcelona e l'Universitat de Barcelona. Ciò è particolarmente significativo in quanto la Generalitat sta chiaramente cercando di trasformare Israele in un partner prioritario, con una particolare attenzione quando si tratta di legami universitari.

Per maggiori informazioni e per contattare i membri della campagna, inviare una e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Rete di Solidarietà contro l’Occupazione della Palestina (RESCOP)

 

 

 

 

 

Fonte: jadaliyya.com

Traduzione: BDS Italia