Cresce il numero delle associazioni, sindacati, movimenti, artigiani, commercianti, centri culturali e sportivi che si sono associati alla rete Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana – SPLAI.

Ad oggi in Italia la rete SPLAI conta 150 attività commerciali, culturali e sportive che si sono schierate in difesa dei diritti umani e contro ogni forma di discriminazione, in solidarietà con la richiesta di libertà, giustizia e uguaglianza del popolo palestinese [Vedere elenco aderenti].

Gli associati alla rete SPLAI si impegnano a non intrattenere rapporti con istituzioni e imprese coinvolte nelle violazioni del diritto internazionale e che sostengono le politiche israeliane che discriminano i palestinesi e negano loro i diritti umani fondamentali.

Lanciata a giugno di quest’anno, la rete è cresciuta del 50 per cento in pochi mesi, a testimonianza di una determinazione a non restare in silenzio di fronte all’ingiustizia, all’oppressione, alla violenza e al razzismo, ovunque accada.

La campagna SPLAI è già presente in diversi paesi, tra cui Belgio, Norvegia e Spagna, dove partecipano oltre trecento soggetti, tra cui decine di amministrazioni locali.

Volere la luna, laboratorio di cultura politica e di buone pratiche creato da Livio Pepino, Marco Revelli, Francesca Rascazzo, Tomaso Montanari, tra gli altri, ha commentato:

“Volere La Luna aderisce alla campagna SPLAI perché crede fortemente nel boicottaggio delle istituzioni israeliane come strumento di lotta non violenta per i diritti fondamentali del popolo palestinese.”

Il collettivo Askavusa di Lampedusa ha affermato:

“Anche noi di Askavusa Lampedusa aderiamo alla campagna Spazi Liberi dall'Apartheid Israeliana (SPLAI). Nessuno deve vedersi privato dalla propria libertà di movimento, nessuno deve vedersi bloccato a una frontiera. Sosteniamo il diritto dei rifugiati palestinesi di rientrare nella proprio terra. Abbattiamo il muro dell'apartheid israeliana.”

Il Circolo ARCI Thomas Sankara di Messina ha dichiarato:

“Da 19 anni le nostre pratiche antirazziste si saldano con la solidarietà alla popolazione palestinese. Abbiamo cercato di raccontare la storia della Palestina, attraverso la voce degli esuli palestinesi ma anche dei dissidenti israeliani. Aderiamo alla campagna SPLAI perché il boicottaggio è l'unica arma che vogliamo impugnare contro il genocidio in Palestina.”

Nel video a sostegno della campagna, Moni Ovadia dichiara:

“È ora di fare sentire la voce dei giusti sulla questiona Palestinese, negletta in maniera vile e ipocrita dall’intera comunità internazionale.”

La SPLAI è una delle campagne del movimento internazionale per il Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS) nei confronti dell’apartheid israeliana. Nato nel 2005 da oltre 170 associazioni della società civile palestinese, il movimento BDS attua pratiche di lotta nonviolenta contro le politiche di occupazione, di colonizzazione e di apartheid portate avanti da Israele.

Il movimento BDS è sostenuto da sindacati, movimenti, chiese, ONG in tutto il mondo e vi aderiscono artisti e intellettuali, tra gli altri Ken Loach, Roger Waters e l'arcivescovo sudafricano e Premio Nobel per la Pace Desmond Tutu.

Ispirato alla storica lotta per l’abolizione dell’apartheid in Sudafrica, il movimento BDS si basa sul rispetto del diritto internazionale e sulla tutela dei diritti umani universali, sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e si oppone con forza a ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.

Per maggiori informazioni: bdsitalia.org/splai

BDS Italia
bdsitalia.org
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@bdsitalia

BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l'occupazione e l'apartheid israeliane, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.