La figura più rappresentativa del calcio palestinese ha disprezzato l'impegno di Israele ad alleviare la condizione dei giocatori e funzionari del suo paese, e dice che l'iniziativa della FIFA per risolvere le profonde divisioni tra i due vicini del Medio Oriente non funzionerà mai a meno che Israele non cessi la sua tattica di "bullismo". All'inizio di questa settimana, il presidente della Fifa Sepp Blatter ha salutato i colloqui iniziali volti a semplificare le restrizioni di viaggio per i Palestinesi della Cisgiordania e di Gaza come "storici" e ha detto di sperare di trovare una soluzione definitiva per la fine dell'anno.
Blatter ha parlato dopo quella che ha descritto come una "vivace" prima riunione della speciale task force istituita per trovare una soluzione diplomatica, a cui hanno partecipato sia Avi Luzon, presidente della FA israeliana, sia Jibril Rajoub, capo della FA palestinese (nella foto).
I due si erano snobbati l’un l'altro all’edizione del Congresso FIFA di quest’anno a Mauritius, ma si sono seduti faccia a faccia presso la sede della FIFA a Zurigo insieme ai rispettivi dirigenti del calcio asiatico e europeo, lo sceicco Salman bin Ibrahim Al Khalifa del Bahrain e Michel Platini.
Né Rajoub né Luzon hanno fatto lunghe dichiarazioni pubbliche dai colloqui di Zurigo. Ma in una intervista dai toni accesi con Insideworldfootball, Rajoub ha fatto un quadro meno che conciliante della riunione, accusando Israele di "giocare", denunciando le loro preoccupazioni sulla sicurezza come "bugie" e dichiarando di non fidarsi "mai" degli Israeliani fino a quando non si adegueranno allo statuto della FIFA dando ai calciatori palestinesi completa libertà di movimento nei territori occupati.
"Ho sempre pensato che rivolgersi alla FIFA fosse il giusto modo di agire per fermare le sofferenze inflitte da Israele ai calciatori palestinesi", ha detto Rajoub. "L'incontro è stato molto importante perché siamo stati in grado di illustrare il nostro caso, spiegando gli ostacoli che abbiamo di fronte."
"Accolgo con favore la decisione della FIFA di supervisionare e mediare, ma non mi sono mai fidato degli Israeliani e non è cambiato nulla. Luzon ha appena fatto accuse senza fondamento. Non è possibile colmare il vuoto di fiducia così facilmente."
Blatter spera che ci sarà abbastanza buona volontà da entrambi i lati per fare progressi, e una sessione di follow-up che coinvolge entrambe le parti è previsto che si terrà in Giordania a fine mese, con una relazione preliminare da presentare alla prossima riunione del comitato esecutivo della FIFA.
Ma nonostante l’annuncio della FIFA che entrambe le federazioni israeliana e palestinese avrebbero designato dei funzionari di collegamento, Rajoub afferma che questo è stato di fatto respinto dalla sua parte.
"Io non sono pronto ad avere alcun impegno bilaterale con gli Israeliani fino a quando non sono pronti ad accettare lo statuto della FIFA . Mai mai mai ... "
Rajoub ha già descritto le restrizioni di viaggio come un " assedio allo sport palestinese " e ha detto a Insideworldfootball che anche i suoi movimenti come capo della FA palestinese sono spesso soggetti a "ricerche umilianti " ogni volta che viaggia da o verso la sua sede di Ramallah .
Israele replica che agisce così per motivi di sicurezza , citando il numero di attacchi di razzi da Gaza, che è controllata da Hamas, intenzionato alla distruzione di Israele .
Ma Rajoub insiste che questo è solo una manovra.
Utilizzando un linguaggio molto provocatorio e carico di emotività che riflette le rispettive posizioni aprioristiche su entrambi i lati , ha proseguito : " La questione della sicurezza è solo una bugia e viene usata da Israele come una scusa per soffocare i Palestinesi.
"Per convincerci , devono adottare misure concrete , altrimenti quello che stanno dicendo è solo retorica . Se la FIFA può ottenere garanzie dall’altro lato, allora sì che sarebbe una svolta storica che avrebbe una dimensione positiva per le relazioni bilaterali.
"La palla è nel campo di Israele per fermare la loro politica di bullismo e per dare alla controparte gli stessi diritti . Entrambe le associazioni dovrebbero poter funzionare in modo indipendente . Non vi è alcun compromesso. Tocca agli israeliani di elaborare una strategia permanente. Al momento stanno solo giocando.”
Fonte: Inside World Football
Traduzione di Vincenzo Pezzino