Comunicato stampa

Organizzazioni che rappresentano milioni di persone sollecitano la FIFA ad espellere le squadre di calcio israeliane con sede nelle colonie illegali

Più di cento associazioni sportive, sindacati, organizzazioni per i diritti umani e gruppi religiosi, in rappresentanza di milioni di persone da 28 Paesi di tutto il mondo, si sono uniti a campioni di calcio, studiosi, registi cinematografici, politici e rappresentanti di governo per chiedere ai membri del Consiglio FIFA di insistere affinché la lega calcio nazionale israeliana revochi l'adesione di sette squadre con sede nelle colonie israeliane illegali nei territori Palestinesi occupati, o venga sospesa dalla FIFA.

I firmatari hanno inviato la lettera ai membri del Consiglio della FIFA in vista del prossimo 67° Congresso della FIFA del 10 e 11 maggio 2017. Tra questi hanno firmato l'ex Relatore Speciale ONU Richard Falk, l'ex-Ministro brasiliano per i Diritti Umani Paulo Sérgio Pinheiro, il membro del Comitato centrale del Partito Comunista sudafricano e ministro dello Sport e delle Attività Ricreative Thulas Nxesi (a titolo personale), i noti registi cinematografici britannici Ken Loach e Paul Laverty, l'ex campione di calcio peruviano Juan Carlos Oblitas Saba, l'ex-atleta e presidente del Parlamento peruviano Daniel Fernando Abugattás Majluf, il sindacato brasiliano CUT, con oltre 7.4 milioni di iscritti, l'Unione Italiana Sport per Tutti (UISP), con 1 milione 300 mila aderenti e più di 17.750 associazioni sportive affiliate.

La lettera critica la FIFA per aver continuato a rimandare la decisione e per aver applicato in modo selettivo le proprie norme, che proibiscono ad ogni federazione aderente di giocare partite sul territorio di un altro membro senza l'approvazione di quest'ultimo. La Lega nazionale israeliana sta chiaramente violando le norme FIFA giocando partite nei territori Palestinesi occupati contro la volontà della Federazione palestinese.

Scandalosamente l'ordine del giorno del Congresso non include la relazione del Comitato di Monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina, istituito nel 2015 per trovare una soluzione alla questione. Ancora una volta la FIFA sembra stia prendendo tempo nel tentativo di evitare di prendere misure. L'Associazione calcistica palestinese ha presentato una propria mozione.

La lettera mette a nudo il fatto che la FIFA è in conflitto con il suo stesso recente impegno a rispettare e a promuovere i diritti umani internazionalmente riconosciuti. "Questo lodevole obiettivo sarà giudicato in base all'ampiezza della sua messa in pratica in contesti concreti," afferma la lettera, notando che sarebbe una tragedia per tutti e uno spiacevole commento sulla FIFA se la sua politica appena dichiarata "cadesse sul primo ostacolo".

Juan Carlos Oblitas Saba, direttore sportivo della Federazione calcistica peruviana ed ex campione di calcio che ha rappresentato decine di volte il Perù in campo internazionale, ha affermato: "La posizione della FIFA riguardo ai diritti umani dovrebbe essere la più trasparente possibile, e nessun Paese può essere al di sopra delle risoluzioni delle Nazioni Unite sulle colonie [israeliane] che hanno invaso il territorio palestinese. Ho dedicato tutta la mia vita al calcio, non sono mai intervenuto in politica, ma questo va al di là dell'accettabile, soprattutto riguardo ai diritti ed alla dignità del popolo palestinese."

In una recente manifestazione a Johannesburg il parlamentare sudafricano e membro del Club di calcio del parlamento sudafricano, P.J. Mguni ha detto: "L'Israele dell'apartheid deve essere bandito dagli eventi internazionali della FIFA ed isolato perché il boicottaggio sportivo contro lo sport inumano e scorretto può fare molto per ristabilire pace e dignità in quella regione, soprattutto per il popolo palestinese...i nostri concittadini sudafricani devono capire che la comunità internazionale ha rappresentato grande parte del nostro sistema di solidarietà in termini di isolamento internazionale del Sud Africa dell'apartheid prima del 1994. Allo stesso modo i popoli oppressi ovunque siano sono parte di noi, per cui in quanto sudafricani di ogni dove dobbiamo realmente appoggiare un popolo che sta ancora lottando per l'emancipazione, come i palestinesi stanno facendo sotto il famigerato Israele, Stato dell'apartheid."

Hind Awwad, della Campagna palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele ha affermato: "Israele sta utilizzando "il gioco più bello del mondo" per mascherare le sue violazioni delle leggi internazionali e dei diritti umani, e la FIFA sta vergognosamente a guardare permettendo che ciò accada, danneggiando la sua reputazione. La FIFA deve comprendere che i difensori dei diritti umani palestinesi ed internazionali non rinunceranno alla loro legittima richiesta perché la FIFA sospenda finalmente la Federazione calcistica israeliana perché include squadre delle colonie israeliane situate sulla terra rubata ai palestinesi e per il continuo attacco israeliano contro gli sport palestinesi, la distruzione deliberata di stadi di calcio e l'arresto, la tortura e le restrizioni agli spostamenti degli atleti palestinesi."

Dr. Geoff Lee, di "Cartellino rosso al razzismo israeliano" (UK) ha detto: "Liberarsi del razzismo nel calcio aiuterà ad eliminare il livello drammaticamente alto di razzismo praticato dallo Stato israeliano. Le leggi israeliane, le azioni militari e gli ostacoli burocratici reprimono il calcio come tutta la comunità palestinese. Sono necessarie sanzioni per determinare un cambiamento. Chiediamo che la FIFA sanzioni Israele sospendendo la Federazione calcistica israeliana dalla FIFA e dall' "Unione Europea delle Associazioni Calcistiche" (UEFA), finché Israele non onorerà le leggi internazionali e non rispetterà i diritti umani dei palestinesi."

Note:

- La FIFA è l'organismo di governo del calcio, e la società civile di tutto il mondo dal 2011 le sta chiedendo costantemente di applicare le sue stesse regole e di tener conto delle leggi internazionali riguardo alle continue violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele.

- Negli ultimi mesi il Consigliere speciale dell'ONU sullo sport per lo sviluppo della pace, 66 membri del parlamento europeo, 30 membri del parlamento svizzero, più di 40 membri di quello danese, 38 parlamentari della Camera dei Comuni britannica, come anche Human Rights Watch, hanno sollecitato la FIFA a risolvere il problema delle squadre delle colonie.

- Nel dicembre 2016 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha affermato ciò che esperti legali e risoluzioni dell'ONU hanno a lungo sostenuto: la costruzione di colonie israeliane nei Territori Palestinesi Occupati "non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione delle leggi internazionali." I firmatari della lettera hanno ricordato alla FIFA il suo "obbligo legale di evitare di contribuire a simili violazioni."

- Tra i firmatari della lettera anche diverse squadre italiane di sport popolare, "Sport contro la violenza" in Iraq, organizzatori della Maratona di Baghdad, il movimento brasiliano dei Sem Terra, che rappresenta oltre 1 milione e 500 mila persone in uno dei maggiori movimenti sociali dell'America latina, l’associazione di beneficenza britannica "War on Want" e coalizioni di Ong in Francia (40 organizzazioni) e in Norvegia (30 organizzazioni).

- La lettera è firmata da diversi gruppi religiosi, compresi Pax Christi GB, “Friends of Sabeel” UK e America del Nord, l'"American Friends Service Committee ", i "Lutherans for Justice in the Holy Land", il "United Church of Christ Palestine Israel Network", la " United Methodists for Kairos Response (UMKR)", l' "Episcopal Peace Fellowship Palestine Israel Network" e l' "Unitarian Universalists for Justice in the Middle East".

- Diversi gruppi ebraici hanno firmato la lettera, compresi “Jewish Voice for Peace”, con oltre 60 sezioni negli Stati Uniti, "South African Jews for a Free Palestine", "Union of French Jews for Peace", "Jews for Justice for Palestinians-UK", " Jews for a Just Peace between Israel and Palestine" in Svezia e "Jewish Voice for Democracy and Justice in Israel/Palestine" in Svizzera.

- Tokyo Sexwale, presidente del Comitato FIFA per il monitoraggio di Israele-Palestina, creato nel 2015 per risolvere i problemi che colpiscono lo sviluppo del calcio in Palestina, ha presentato una bozza di rapporto il 22 marzo 2017. Questo rapporto ha proposto tre diversi modi perché la FIFA risolva il problema delle squadre delle colonie israeliane: mantenere lo status quo e rischiare azioni legali, chiedere di riprendere i negoziati tra le leghe calcistiche nazionali israeliana e palestinese, oppure concedere sei mesi all'associazione calcistica israeliana "per modificare la situazione."

Cartellino rosso ad Israele è una campagna della Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI). Il PACBI è stato creato nel 2004 per contribuire alla lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza per i palestinesi. Il PACBI chiede il boicottaggio delle istituzioni accademiche e culturali israeliane, a causa della loro profonda e persistente complicità nella negazione dei diritti dei palestinesi, sanciti dalle leggi internazionali, da parte di Israele. Segui su Twitter @PACBI.

BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Twitter @BDSItalia

Fonte: PACBI

Traduzione di BDS Italia