LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Un gruppo di 51 membri del Parlamento Europeo ha scritto all'Alto Rappresentante della Politica Estera dell'UE Catherine Ashton, in quello che è l'ultimo di una serie di appelli rivolti all'Europa atti ad incitarla a non annacquare o ritirare le nuove linee guida che proibiscono all'Europa di riconoscere la sovranità di Israele sulla Cisgiordania e sulla Striscia di Gaza.

Annunciate a Luglio, le nuove linee guida dovrebbero nello specifico bloccare i finanziamenti europei a quei progetti israeliani locati nei Territori Occupati, e sospendere i prestiti alle compagnie e alle istituzioni israeliane che operano in Cisgiordania.

In questo momento storico, l'Unione Europea sta affrontando un importante test della sua capacità di volontà, data la grande pressione portata da Israele, dalle sue lobby presenti in Europa e dagli Stati Uniti per abrogare o annacquare queste nuove linee guida, con lo stato ebraico che ha dichiarato che non prenderà parte al nuovo grande progetto di ricerca e sviluppo Horizon 2020 se le nuove direttive non verranno per lo meno modificate.

Nella loro lettera, i membri del Parlamento Europeo, tutti di varia provenienza politica, spiegano la loro convinta credenza che le colonie israeliane non dovrebbero ricevere benefici attraverso i soldi dei contribuenti europei.

La scorsa settimana, più di 500 accademici europei hanno scritto alla Ashton per spiegare che, come partecipanti al programma di ricerca dell'Unione Europea, trovano inaccettabile l'attuale condizione per cui l'Europa si trova a incoraggiare e finanziare università e compagnie israeliane come Ahava che operano nelle colonie illegali di Israele.

Altre lettere aperte sono state pubblicate da un gruppo di 15 ex leader europei e da un gruppo di oltre 600 accademici ed artisti israeliani.

 

Le pressioni di Israele

Mentre i negoziati per la partecipazioni di Israele al miliardario programma di ricerca a sviluppo Horizon 2020 proseguono, lo stato israeliano e i suoi sostenitori hanno provato a portare pressioni all'Unione Europea affinchè questa non applicasse appieno le linee guida.

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry ha esortato l'Unione ad abrogare le sue nuove normative, spiegando che secondo lui ostacolerebbero i negoziati di pace tra Israele e l'OLP. Una dichiarazione rilasciata da più di 40 organizzazioni della società civile palestinese ha condannato la sua posizione, definendola come “un tentativo di incitare l'Unione Europea a violare i suoi stessi doveri di rispetto della legge internazionale.”

Giovedì scorso, il Comitato per le Relazioni con Israele del Parlamento Europeo ha ospitato un meeting speciale con David Waltzer, ambasciatore di Israele presso l'Unione Europea. Un amico presente al meeting di Micheal Deas, coordinatore europeo del BNC, ha riferito il visibile stato di ira di Waltzer che urlava al micrfono mentre denunciava che l'Unione Europea starebbe “boicottando Israele”.

Tra le tante lobby pro Israele presente, c'era anche una grande delegazione della Israel Allies Foundation, l'organizzazione che sta dietro a molti caucus pro Israele al Congresso Americano, che ha nominato un nuovo direttore per il suo distaccamento europeo e ha promesso di incrementare le proprie pressioni lobbistiche a Brussels in risposta alle linee guida.

Dichiarazioni di alcuni importanti funzionari europei al seguito di questo primo round di colloqui sulla partecipazione di Israele ad Horizon 2020 hanno fatto capire come l'Europa sia ferma sulle proprie posizioni, insistendo anzi sul fatto di rafforzare le linee guida. Ma rimane il timore che alcuni dei più convinti governi filo israeliani come quello italiano, tedesco o ceco possano agire insieme per far deragliare l'applicazione delle nuove normative.

Preoccupante anche il fatto che la stessa Ashton abbia in qualche modo fatto capire la volontà di giungere ad un possibile compromesso, quando ha dichiarato la sua speranza di poter trovare un modo per applicare le nuove linee guida in maniera “sensata”.

Campagne di massa dal basso organizzate da studenti, accademici e gruppi in solidarietà con la Palestina hanno giocato un ruolo chiave nel mettere pressione all'Unione affinchè rilasciasse queste nuove direttive, e ulteriore pressione pubblica sarà richiesta per ottenerne la piena applicazione.

 

La profonda e continua complicità

Mentre le nuove linee guida rappresentano un'importante pietra miliare per quanto riguarda la politica europea nei confronti di Israele, l'Unione rimarrà profondamente complice dell'apartheid israeliano anche se quest'ultime verranno pienamente applicate.

L'Assosacion Agreement tra Ue ed Israele garantisce a questo una corsia preferenziale negli accordi commerciali e nella partecipazione a una vasta gamma di programmi europei. Il fatto che questo accordo rimani valido indipendemente dalla crescita delle violazioni dei diritti umanid ei palestinesi, agisce come semaforo verde per utleriori impunità israeliane.

Ipotizzando la possibile partecipazione di Israele al programma Horizon 2020, le nuove linee guida non potranno fare niente per bloccare i finanziamenti europei all compagnie militare israeliane: nel periodo tra il 2010 e il 2012, le compagnie militare Elbit Systems e Israeli Aerospace Industries hanno ricevuto fondi per un ammontare di almeno 3.39 mln di €, secondo i dati forniti dal Sistema di Trasparenza Finanziaria dell'Unione Europea. Molti di questi fondi hanno finanziato programmi di ricerca di tecnologie per sensori di movimento e aeromobili, che le compagnie inevitabilmente usano per rifornire sraele di un arsenale ancora più letale.

E le nuove direttive non potranno nemmeno evitare che i finanziamenti europei vadano alle università israeliane coinvolte nella ricerca militare e nello sviluppo di armamenti, che risultano essere così il cuore della pianificazione e dell'attuazione dei crimini di guerra israeliani.Secondo un report del quotidiano Haaretz, dalla sua partecipazione ad Horizon 2020, Israele di aspetta di riceve 300 mln di € in più rispetto al suo conctributo per l'ammissione, cifra che le nuove linee guida non sembrano essere in grado di ridurre.

Quindi, mentre l'unione Europea può imporre severe misure di austerità sulle popolazione di Irlanda, Grecia e Portogallo, sembra che i tempi non siano mai abbastanza duri per non allungare una bella manciata di contanti ad Israele.

 

 

 

Fonte: electronicintifada.net

Traduzione: BDS Italia