LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

“L’occupazione è causa principale di violenza” Citando il rabbino Heschel, leader per i diritti civili, le attiviste hanno affermato “La preghiera è inutile se non è sovversiva”

di Ben Norton 

Martedì mattina delle attiviste ebree statunitensi, delll’organizzazione per la pace CODEPINK, hanno manifestato davanti al Muro Occidentale (conosciuto anche come Kotel o Muro del Pianto). Hanno esposto uno striscione con la scritta “Ebrei statunitnesi appoggiano il BDS,” riferendosi al Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, un movimento mondiale pacifico che lotta per i diritti umani, promosso dalla società civile palestinese e che, tramite mezzi economici nonviolenti, cerca di fare pressione sul governo israeliano affinché fermi l’occupazione illegale dei territori palestinesi, garantisca gli pari diritti ai cittadini palestinesi, e permetta il ritorno dei palestinesi che furono violentemente espulsi dalle loro antiche terre, come stabilito dal diritto internazionale.

Dopo cinque minuti, le forze dell’ordine israeliane in borghese hanno sequestrato lo striscione alle manifestanti e hanno intimato loro di andarsene. Ariel Gold e Ariel Vergosen, due attiviste, facevano parte di un viaggio di una settimana organizzato da CODEPINK in Israele e Palestina, dove sono state testimoni dirette della vita dei palestinesi sotto occupazione militare.

CODEPINK ha dichiarato che, durante il suo viaggio, “oltre ad aiutare gli agricoltori palestinesi con la raccolta delle olive, il gruppo è stato testimone del sistema israeliano di apartheid, per il quale cittadini diversi hanno strade, servizi e leggi diverse. Hanno sperimentato le gravi restrizioni alla libertà di movimento palestinese, il massiccio aumento di colonie illegali per soli ebrei in territorio palestinese e i numerosi abusi dei diritti umani a discapito dei palestinesi.”

 

“In questo momento di violenza in aumento in Palestina e Israele, ci troviamo qui davanti al Kotel a pregare per la fine dell’occupazione, la causa principale della violenza,” hanno spiegato Gold e Vergosen. “In quanto statunitensi ebree ci schieriamo a sostegno della pace e della giustizia per tutti i popoli.”

Un’ondata di disordini ha recentemente colpito Israele-Palestina. Secondo il Ministero della Salute palestinese, in poco più di un mese, dal 1 ottobre al 8 novembre sono stati feriti più di 3.000 palestinesi da parte di soldati e/o coloni israeliani. Sono stati uccisi 79 palestinesi, compresi 17 bambini e quattro donne, oltre a un rifugiato eritreo, che ha subito un linciaggio da una folla di israeliani perché confuso per un militante palestinese. Nello stesso periodo, sono stati uccisi otto israeliani.

Riferendosi allo spargimento di sangue, Gold e Vergosen hanno affermato in un comunicato di CODEPINK “Siamo consapevoli del fatto che le cause principali della violenza siano l’occupazione, gli espropri e le violenze israeliane contro il popolo palestinese e che il sostegno finanziario e politico statunitense è fondamentale nel far si che tutto questo continui.”

“Appoggiamo il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni in quanto strategia nonviolenta per il raggiungimento di una pace giusta e la piena uguaglianza per tutte le persone in Palestina e Israele,” hanno aggiunto. “Lanciamo un appello a tutti di schierarsi dalla parte del popolo palestinese e boicottare Israele finché i palestinesi non avranno pari diritti e i territori occupati non saranno restituiti da Israele.”

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L’attivista Ariel Vergosen davanti al Muro Occidentale, a Gerusalemme (Credit: CODEPINK)

Il sito Salon ha raggiunto Ariel Gold, e le ha chiesto perché abbia deciso di partecipare alla protesta.

“Noi, in quanto statunitensi ebree, abbiamo la responsabilità di fermare l’occupazione,” ha risposto Gold a Salon. “C’è una differenza tra essere ebrei ed essere sionisti. Crediamo che l’ebraismo sia una religione nonviolenta; l’occupazione va contro i valori ebraici.”

“Questa occupazione non è in nome del popolo ebraico,” ha aggiunto. “Questa occupazione è una politica ingiusta dello stato d’Israele e non incarna i valori ebraici.”

“Siamo complici dell’occupazione perché la stiamo pagando,” ha affermato Gold. “In quanto statunitensi, dobbiamo schierarci per fermare l’occupazione, perché le nostre tasse finanziano questa violenza. Proprio ora, [il primo ministro israeliano] Netanyahu si trova negli USA per chiedere un aumento del 60% agli aiuti militari a Israele. Diamo già 3.1 miliardi di dollari all’anno a Israele. Quei soldi potrebbero essere destinati alle nostre scuole e alla sanità.”

“Appoggiamo il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni perché si tratta di una strategia nonviolenta che intende fermare l’occupazione, la causa principale della violenza,” ha proseguito. “Abbiamo visto che una strategia del genere ha funzionato in Sudafrica e negli USA durante gli anni della segregazione razziale. Non possiamo rimanere con le mani in mano mentre i palestinesi subiscono violazioni dei diritti umani, come le limitazioni alla libertà di movimento, le punizioni collettive, la confisca di terreni, la reclusione di massa e di bambini, e molto altro ancora.”

“I nostri eroi ebrei sono persone come Abraham Joshua Heschel, che sostenne Martin Luther King Jr. e disse ‘La preghiera è inutile se non è sovversiva,’” ha spiegato Gold. “Quando il rabbino Heschel partecipò alla marcia da Selma a Montgomery, disse che era come se fossero i suoi piedi a pregare in quel momento. Anche il nostro gesto al Muro Occidentale è stato oggi come pregare con i piedi.”

Ben Norton è un giornalista della sezione politica di Salon. Lo potete trovare su Twitter @BejaminNorton.

Fonte: Salon

Traduzione di BDS Italia