Pubblichiamo il comunicato del Senatore Peppe De Cristofaro (Sel) e il testo dell'interrogazione indirizzata al Ministro degli Esteri presentata da De Cristofaro ed altri senatori del Gruppo Misto. 

M.O. DE CRISTOFARO (SEL):  GOVERNO CHIEDA A IMPRESE ITALIANE DI RITIRARE LE LORO ATTIVITA' DA TERRITORI OCCUPATI DA ISRAELE  

"Il Governo italiano deve chiedere alle imprese italiane che lavorano nei territori occupati da Israele, in violazione degli accordi internazionali, di ritirare le loro attività, così come hanno già fatto altri governi europei, in base all'avviso pubblico  siglato in un'azione coordinata da 19 stati membri dell´Unione europea nel 2014 e condiviso dall'allora  Ministro degli Esteri, Federica Mogherini".  

Lo chiedono in un'interrogazione presentata al Ministro degli Esteri il sen. Peppe De Cristofaro di SEL, ed altri senatori del Gruppo Misto.  

"L'ACEA SpA, che per il 51% è di proprietà del Comune di Roma - prosegue De Cristofaro -  ha firmato un Memorandum d'intesa con la Mekorot, società idrica nazionale di Israele che sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi e fornisce alle colonie israeliane illegali l'acqua rubata, come documentato da organizzazioni internazionali quali Human Rights Watch e Amnesty International. Inoltre,  l'organizzazione israeliana Who Profits afferma che la Mekorot 'è attivamente impegnata nella conduzione e nel mantenimento' dell' occupazione israeliana".

"Anche  e la Pizzarotti SpA, società privata che si sostiene con i lavori pubblici, fa affari con l´occupazione israeliana: l´impresa di Parma sta costruendo la TAV israeliana che collegherà Tel Aviv e Gerusalemme attraversando per 6,5 km la Cisgiordania occupata e confiscando terre palestinesi, per realizzare un mezzo di trasporto che sarà riservato esclusivamente ad israeliani: la  Deutsche Bahn (ferrovie tedesche) si è invece ritirata dal progetto della TAV su suggerimento del Ministero tedesco dei Trasporti".

"Infine - conclude l'esponente di SEL - considerato che la Corte Penale Internazionale ha avviato una istruttoria sugli insediamenti nei territori occupati, valutati dal Diritto Internazionale crimini di guerra,  chiediamo al Ministro degli Esteri di  invitare le Aziende italiane a ritirarsi dai progetti in atto in Israele, che violano il diritto internazionale".

INTERROGAZIONE

DE CRISTOFARO, PETRAGLIA, BAROZZINO, CERVELLINI, BOCCHINO, BENCINI, MOLINARI, MASTRANGELI - Al Ministro degli Esteri

Premesso che:

nell'estate 2014, in un'azione coordinata, 19 stati membri dell´Unione europea, tra cui Francia e Italia, hanno pubblicamente 'avvertito' i propri cittadini ed imprese a non impegnarsi in "attività finanziarie o investimenti" nelle colonie israeliane in Cisgiordania e nelle Alture del Golan visti i rischi economici, legali e di credibilità in cui sarebbero incorse a causa delle attività nelle colonie israeliane;

l'allora Ministro degli Esteri, Federica Mogherini, attuale capo della diplomazia UE, aveva dichiarato che l´avviso pubblicato dall´Italia era "in sintonia con altri Paesi europei";

a dicembre 2013, durante il vertice Italia-Israele, l´Acea SpA, che per il 51% è di proprietà del Comune di Roma, ha firmato un Memorandum d'intesa con la Mekorot, società idrica nazionale di Israele che sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi e fornisce alle colonie israeliane illegali l'acqua rubata, come documentato da organizzazioni internazionali quali Human Rights Watch e Amnesty International; inoltre, l´organizzazione israeliana Who Profits afferma che la Mekorot "è attivamente impegnata nella conduzione e nel mantenimento" della occupazione israeliana;

Vitens, il primo fornitore di acqua in Olanda, a seguito delle indicazioni del proprio governo, ha interrotto un analogo accordo con la Mekorot, motivando la decisione con il proprio impegno a rispettare la legalità internazionale;

a fine marzo, due imprese francesi, la Safege, filiale della Suez Environnement, e la Poma, hanno annunciato il loro ritiro dal progetto per la costruzione della funivia che, in violazione del diritto internazionale, collegherebbe Gerusalemme agli insediamenti illegali di Israele, a seguito di un richiamo da parte dei Ministeri francesi della Finanza e degli Esteri circa i rischi a cui potrebbero essere esposte per violazione del diritto;

anche la Pizzarotti SpA, società privata che si sostiene con i lavori pubblici, fa affari con
l´occupazione israeliana: l´impresa di Parma sta costruendo la TAV israeliana che collegherà Tel Aviv e Gerusalemme attraversando per 6,5 km la Cisgiordania occupata e confiscando terre palestinesi, per realizzare un mezzo di trasporto che sarà riservato esclusivamente ad israeliani;

la nota organizzazione palestinese per i diritti umani, Al Haq, ha affermato, in un parere legale, che ci sono "fondati motivi" per ritenere Pizzarotti responsabile di "atti che possono costituire gravi violazioni del diritto internazionale, quali i crimini di guerra, di saccheggio e di distruzione e appropriazione di beni;

già la Deutsche Bahn (ferrovie tedesche) si era ritirata dal progetto della TAV su suggerimento del Ministero tedesco dei Trasporti, perché "ha ricadute problematiche in ambito di politica estera e potenzialmente contrarie al diritto internazionale";

la complicità con le violazioni israeliane del diritto internazionale da parte dell´Acea e della Pizzarotti vengono denunciate da tempo dalle campagne No all'Accordo Acea-Mekorot e Stop That Train, nell´ambito del movimento internazionale per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele;

considerato che

la Corte Penale Internazionale ha avviato una istruttoria sugli insediamenti nei territori occupati, considerati dal Diritto Internazionale crimini di guerra;

il governo italiano, che ai sensi del diritto internazionale avrebbe il dovere di intervenire, fino ad ora non ha mai preso misure nei confronti delle imprese italiane che fanno affari con l´occupazione israeliana, come invece hanno già fatto altro governi europei;

solo ieri, mercoledì 20 maggio, il Governo israeliano ha sospeso, ma solo per tre mesi, il divieto di usare i mezzi pubblici  per i lavoratori  palestinesi che si spostano dalla Cisgiordania verso Israele, costringendoli a ritardare di almeno due ore il rientro a casa;   

Considerato inoltre che

nel luglio 2013 la UE ha adottato linee guida secondo le quali persone, società o enti israeliani, con sede o attivi nei territori occupati da Israele dal giugno 1967, non potranno ricevere premi, prestiti o doni dall'Unione

secondo quanto riportato dall'agenzia LaPresse/EFE il 17 aprile scorso, "i ministri degli Esteri di 16 Paesi dell'Unione europea, fra cui l'Italia, hanno inviato una lettera all'Alta rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini chiedendo di accelerare la creazione di una etichetta speciale per i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani. Lo ha riferito in conferenza stampa la portavoce della Commissione europea per gli Esteri, Maja Kocijancic. "Abbiamo ricevuto la lettera di 16 ministri degli Esteri dell'Ue in relazione al tema dell'etichettatura. Non è una questione nuova, già se n'è parlato in passato", ha detto la portavoce. L'obiettivo è di disporre di un'etichettatura che informi i consumatori di quali articoli vengono prodotti negli insediamenti ebraici, in modo che possano tenere conto di questo elemento al momento di decidere sull'acquisto. "È molto chiaro - ha detto Kocijancic - che noi come l'Ue abbiamo l'obbligo di rispettare le leggi europee relative all'etichettatura. Vediamo questa lettera in questo contesto". Il Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Ue, ha ricordato la portavoce, ha sottolineato più volte che "intende mettere in atto la legislazione in maniera completa ed efficace". La lettera è stata firmata dai ministri degli Esteri di Italia, Belgio, Spagna, Regno Unito, Francia, Danimarca, Irlanda, Croazia, Malta, Olanda, Svezia, Portogallo, Slovenia, Lussemburgo, Finlandia e Austria.

per sapere

se il ministro non intenda esprimersi in merito ai fatti sopracitati e invitare le Aziende italiane a ritirarsi dai progetti in atto in Israele che violano il diritto internazionale;

se non intenda intervenire presso l'Alto rappresentante per la Politica Estera europea affinchè si sospenda definitivamente l'apartheid nei trasporti tra i coloni israeliani e i palestinesi, all'interno delle trattative per far ripartire il processo di pace;

quali iniziative il governo italiano intende intraprendere per adottare misure volte a dare attuazione alle raccomandazioni contenute nelle guidelines adottate dall'Unione a luglio 2013 sopracitate;

quali iniziative il governo italiano intende intraprendere per provvedere, sulla scorta di quanto fatto già da Francia, Spagna Inghilterra, Olanda, Belgio e Danimarca, per provvedere a informare i consumatori della provenienza di prodotti da insediamenti israeliani.