56° edizione Biennale di Venezia

Lettera degli artisti per la Palestina - Richiesta di adesione

Gli artisti e gli operatori culturali possono sottoscrivere la lettera inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Cari colleghi artisti e operatori culturali,

in quanto artisti e operatori culturali, vi scriviamo in merito all’appello del PACBI (Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele) per un boicottaggio delle istituzioni israeliane. Molti di voi vi hanno già aderito. PACBI è la componente culturale ed accademica del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), lanciato dalla società civile palestinese come appello alla solidarietà internazionale.

Innanzitutto, vi chiediamo di firmare, in qualità di artisti partecipanti o presenti alla manifestazione, una dichiarazione in cui comunicate che non parteciperete a mostre e altri eventi culturali sponsorizzati o finanziati dallo Stato di Israele. È importante sottolineare che questo non è un boicottaggio rivolto ai cittadini israeliani. Vi chiediamo inoltre di far circolare questo appello ad altri partecipanti alla Biennale, in modo da rafforzarne una eventuale diffusione in tutto il mondo dell'arte. L'obiettivo è quello di raggruppare le voci della nostra comunità.

Come artisti, possiamo notevolmente influenzare la coscienza della gente sui temi dell'ingiustizia. Il rifiuto, lo scorso anno, di artisti e curatori ai finanziamenti dello Stato di Israele alla Biennale di San Paolo, evidenzia l'opportunità di portare lo spirito del BDS anche qua a Venezia, dove gli apolidi vengono oscurati dallo splendore espresso dai padiglioni nazionali e dove il tema "I Futuri di tutto il Mondo" è stato ampiamente interpretato dai partecipanti nello spirito della giustizia sociale. Questo è un momento favorevole per chiedere alla nostra comunità e alle istituzioni del mondo dell’arte di rispondere pubblicamente alla richiesta di una presa di posizione contro l'occupazione e le politiche israeliane.

Le nostre voci sono parte di una lunga tradizione. È importante sottolineare che il boicottaggio non è mai il primo passo, lo si lancia dopo numerose, ma infruttuose trattative. In particolare, scriviamo in rispetto di, e in continuità con, una campagna per il boicottaggio iniziata nel 2001 (prima di quella lanciata dal PACBI) da parte di ART ACTION. Il nostro obiettivo è divulgare il loro impegno in modo più ampio, con la Biennale di Venezia come piattaforma di lancio di questo appello.

Al fine di prevenire una conversazione auto-paralizzante, riconosciamo che gli indigeni sono stati cacciati dalle loro case per far posto a coloro che fuggivano dalla persecuzione degli ebrei in Europa e altrove, compresi gli orrori della Shoah. Pur riconoscendo il genocidio delle comunità ebraiche, riteniamo che la sofferenza dei coloni in altre terre non possa rivendicare il trasferimento, l’espropriazione e l'uccisione dei palestinesi. La lotta contro l'occupazione israeliana ha un lignaggio orgoglioso che si collega a cinque secoli di resistenza contro le persecuzioni religiose e il colonialismo in tutto il mondo.

Diamo continuazione, inoltre, agli sforzi di altre campagne del mondo dell'arte: coloro che hanno boicottato con successo la 19° Biennale di Sydney in protesta contro lo sponsor Transfield Holdings, che gestisce i centri di detenzione obbligatoria per i richiedenti asilo; i membri di Liberate Tate, che si sono impegnati a "liberare l’arte dal petrolio"; e del Gulf Labor, un gruppo che si rifiuta di collaborare con il Museo Guggenheim di Abu Dhabi fino a quando non saranno garantite condizioni di lavoro e salari equi per i cittadini stranieri che lo stanno costruendo sull’isola di Saadiyat. Ancora prima, c’erano le Guerrilla Girls, l’Art Workers Coalition e tanti altri che hanno rifiutato di collaborare con l'istituzionalizzazione del razzismo, del sessismo e dello sfruttamento del lavoro.

Per coloro che credono che impegnarsi con le istituzioni israeliane farebbe parte di un dialogo utile, o che il boicottaggio isolerebbe ulteriormente le voci a favore della pace all'interno di Israele, vi sconsigliamo di lasciare permettere che il vostro lavoro venga utilizzato per creare un’immagine di libertà di espressione in un momento in cui crimini di guerra sono commessi quotidianamente. L’espressione creativa degli artisti viene utilizzata per occultare e normalizzare la brutalità dell'occupazione. La realtà è che solo alcuni punti di vista godono della libertà di espressione in Israele ed essere un sostenitore di PACBI / BDS non è uno di questi.

Non è antiebraico essere critici di Israele. È ora di differenziare totalmente il giudaismo dal sionismo. Di sicuro, la critica delle politiche israeliane è stata utilizzata per servire coloro che hanno scopi razzisti, ed è essenziale che i sostenitori del BDS siano vigili contro questa operazione. Riconosciamo la base storica per i timori degli ebrei, ma mettiamo in guardia contro la manipolazione di queste preoccupazioni al fine di mettere in dubbio gli obiettivi morali della campagna stessa. Condanniamo l'uso di qualsiasi retorica anti-ebraica o anti-musulmana in relazione alla campagna BDS.

Gli accademici hanno preso l'iniziativa rispondendo alla chiamata del PACBI per il boicottaggio delle istituzioni israeliane e altri settori (governi, comunità di fede, sindacati, banche e attività commerciali) stanno aderendo alla campagna BDS. Il boicottaggio si sta diffondendo a tutta la popolazione nei paesi di tutto il mondo. Eppure, con poche eccezioni, il mondo dell'arte istituzionale non si è fatto avanti.

Sappiamo tutti che il vostro sostegno comporta un certo livello di rischio personale o professionale. Questo rischio è funzionale alla tattica del boicottaggio, ed è attualmente sostenuto dagli aderenti BDS israeliani, tra cui gli artisti, che sono perseguitati e criminalizzati per la partecipazione al gruppo israeliano Boycott from Within. Vi preghiamo di consultare le linee guida stabilite dal PACBI  e di notare che permettono ai firmatari di scegliere il proprio livello di impegno.

In solidarietà con il Popolo Palestinese

Primi firmatari:

Haig Aivazian
Shaina Anand
Marco Baravalle (and S.a.L.E. Docks)
Doris Bittar
Paula Chakravartty
Mel Chin
Nitasha Dhillon
Tony Evanko
Noah Fischer
Mariam Ghani
Amin Husain
Pedro Lasch
Simone Leigh
Miguel A. López
Naeem Mohaiemen
Rangarupa
Andrew Ross
Greg Sholette
Ashok Sukumaran
Kaarin Taipale
Jason Waite
Dan S. Wang

Fonte: Hyperallergic

Traduzione BDS Italia