Ho deciso di annullare il mio concerto a Tel Aviv in programma per il 1° febbraio. Questo è stata senza dubbio la decisione più difficile che io abbia mai preso come artista, e che mi fa male quasi quanto mi fa sentire di fare la cosa giusta.

Il motivo della mia decisione è la situazione in Israele e le aree da esso controllate. Anche se la musica può essere un'arena singolare per un dibattito pubblico, il dibattito su questi territori è stato abusato da tanto tempo. La discussione e il dialogo creano un'impressione di un progresso costante. La realtà della politica è molto diversa. Un esempio: mentre scrivo, John Kerry sta portando avanti i colloqui di pace tra Israele e Palestina, e allo stesso tempo Israele annuncia la costruzione di 1400 case negli insediamenti nei territori occupati. Mentre tutti parlano di una soluzione a due stati, la costante divisione della Cisgiordania attraverso la costruzione di nuovi posti di blocco, recinzioni e muri di sicurezza sta rendendo tale soluzione praticamente impossibile.

Il discorso di pace crea un fitto velo, nascondendo l’assedio sempre più stretto di Gaza, la frammentazione in corso della Cisgiordania e la continua discriminazione dei cittadini arabi-israeliani. Nell’incoraggiare il 'dialogo' e la 'tolleranza' come ideali, temo che la mia voce non farebbe nulla, se non aumentare il divario già disfunzionale tra parole e azione in un conflitto in cui nessuno sembra fidarsi delle intenzioni dell’altro.

So che deluderò molti dei miei fan israeliani e mi dispiace sinceramente che deve essere così per ora. Credo che capirete, anche se forse non sarete d'accordo. Ancora una volta, vi invito a leggere l'articolo di Jello Biafra (http://aje.me/19OYi7c), che offre molte prospettive e nessuna risposta chiara alle domande che ha dovuto affrontare. Come lui, sono sopraffatto dalla complessità della situazione. Perciò, mi recherò in Israele e in Cisgiordania per vedere le cose con i miei occhi, per incontrare alcune delle persone che hanno partecipato alla discussione per cercare di capire meglio la situazione.

Fintanto che il 'dialogo' continua ad essere un obiettivo a se stesso e non un mezzo per risolvere uno dei più profondi, più intensi conflitti dei nostri giorni, non voglio prestargli la mia voce. Per ora mi terrò lontano, sperando che le cose possano cambiare in meglio e che un giorno io possa precedere con il mio primo concerto su un palco israeliano.

Fonte: Moddi 

Traduzione di BDS Italia